© Istockphoto | Domus de Janas di Ludurru, Budduso
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Con un totale di 61 siti UNESCO l’Italia consolida il suo primato internazionale
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61° Patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco in Italia, le Domus de Janas in Sardegna sono sepolture preistoriche conosciute anche come le “case delle fate”. Un nome evocativo e misterioso. Ecco cosa sono.
CIRCA 3500 TOMBE - Le Domus de Janas sono tombe scavate nella roccia che testimoniano le pratiche funerarie e religiose ma anche, nel loro ispirarsi all’architettura dei vivi, l’evoluzione sociale delle comunità neolitiche sarde. Si tratta di sepolture preistoriche diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo, ma concentrate soprattutto in Sardegna, dove ne sono state censite circa 3500. Sono dislocate in tutta l’isola, in particolare nella parte centro-settentrionale, e sono sia isolate, che raggruppate in necropoli anche con oltre una quaratina di tombe, verosimilmente situate nei dintorni di insediamenti, villaggi e luoghi di culto. I maggiori raggruppamenti si trovano ad Anghelu Ruju costituito da 36 ipogei (Alghero), Pani Loriga (Santadi), Sant'Andrea Priu (Bonorva) e Puttu Codinu (Villanova Monteleone). Altre presenze di Domus de Janas, non meno importanti per estensione ed interesse archeologico, si trovano in altre aree della Sardegna. Alcuni complessi, come per esempio il complesso ipogeico di Pimentel in Trexenta, non sono stati ancora completamente scavati e sono parzialmente interrato.
ISOLATE O IN NECROPOLI - Caratterizzate da articolati sistemi planimetrici e decorativi, rappresentano la più estesa manifestazione di architettura funeraria ipogea preistorica del Mediterraneo occidentale, risalgono all’arco di tempo che va dal Neolitico Medio I (V millennio a.C.) agli albori della Civiltà Nuragica e testimoniano una delle epoche più interessanti della antica civiltà sarda. Le tombe sono spesso collegate fra loro e formano delle vere e proprie necropoli sotterranee che hanno in comune un corridoio d'accesso ed un'anticamera, a volte molto spaziosa e con il soffitto alto. Una parte, esattamente 210, sono decorate con simboli di credenze e pratiche rituali e rappresentano una testimonianza unica della civiltà prenuragica sarda.
IL NOME - La denominazione sarda Domus de Janas è stata tradotta in italiano con "case delle fate". In realtà la traduzione letterale sarebbe “abitazione delle persone Janas”. Il “janu” (il cui femminile è “jana”, è il tipo indigeno sardo con corporatura proporzionata ma di bassa statura, di cui si incontrano ancor oggi individui, soprattutto nei paesi interni. Le Domus de Janas in certe zone dell'isola sono conosciute anche con il nome di forrus o forreddus. Le Domus de Janas sono il secondo sito Unesco della Sardegna dopo il nuraghe “Su Nuraxi” di Barumini.