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Monti del Nuorese: incontro con Sa Crabarissa

Una roccia spettacolare e suggestiva ci riporta a una bella leggenda

Continuano i reportages creati dai giovanissimi della Onlus Domus de Luna, associazione cagliaritana che si occupa di bambini e adolescenti in affidamento. Anche in questo caso sono i bambini a farci da guida tra le bellezze segrete della Sardegna, raccontate in un articolo, fotografie e immagini video. Dopo aver visitato le tre torri di Barì e la spiaggia di Cea, in Ogliastra, ci troviamo stavolta sui monti del Mandrolisai, in provincia di Nuoro, per incontrare Sa Crabarissa.

Monti del Nuorese: incontro con Sa Crabarissa

Sa Crabarissa significa “la donna di Cabras”. Dunque, per conoscere la leggenda che ci porterà sui monti del Mandrolisai, in provincia di Nuoro, siamo dovuti partire da Cabras, un comune dell'Oristanese a pochi chilometri dal mare.
E' qui che nasce il mito; si narra infatti che le donne di Cabras fossero tra le più belle di tutta la Sardegna.

La sede locale dell'associazione Italia Nostra ci ha aperto le porte dell'esposizione dedicata a “Sa Crabarissa”. Le rappresentazioni degli abiti, così come le foto d'epoca, ci hanno consentito di apprezzare realmente la bellezza delle donne e degli abiti.
E' forse per questo motivo che storia, tradizione e leggenda si fondono insieme.
Il mito narra la storia di un amore tormentato tra una ragazza di Cabras e un pastore di Austis conosciuto durante la transumanza. Durante l'inverno, i pastori di Austis transumavano dalle montagne verso valle, alla ricerca di pascoli migliori, percorrendo i settanta chilometri che separavano il loro paese da quello di Cabras; una distanza all'epoca considerevole, tanto da alimentare racconti di lontananza e tradimento.
I due innamorati, com'era costume, si scambiarono i doni e le promesse. Giunse infine per il pastore il tempo di tornare al suo paese, e così gli amanti dovettero separarsi.
A lungo la fanciulla attese il ritorno del suo amato, inutilmente. Finché decise di intraprendere il lungo viaggio attraverso le montagne; ma quando giunse ad Austis, trovò il pastore sposato a un'altra donna. Tale fu il dolore, che rimase pietrificata lunga la via del ritorno.
Lasciato Cabras, percorriamo i settanta chilometri che ci separano da Austis, un antico borgo di appena novecento abitanti, adagiato su un altopiano granitico tra le montagne del Mandrolisai, a circa 700 metri sul livello del mare.

Bisogna lasciarsi alle spalle il paese per circa 4 chilometri e inoltrarsi nella località denominata “Sa Sennoredda” per scoprire finalmente la roccia de “Sa Crabarissa”, un imponente blocco granitico di oltre cinquanta metri di altezza incorniciato da querce, sugheri, lecci secolari e macchia mediterranea.
Così come le donne di Cabras hanno fabbricato con pazienza e cura i propri abiti, così il vento, la pioggia e il sole hanno modellato con insolita precisione le fattezze di una donna in abito tradizionale sardo, la cui silhouette maestosa si impone da grande distanza alla nostra vista. La roccia domina la vallata, e punta verso la pianura, come se ad essa volesse tornare. Seduti guardando i monti e immersi nella solitudine e nel silenzio, si possono cogliere i profili del copricapo e i ricami di roccia che la fantasia popolare ha attribuito senza indugio all'abito tradizionale del paese di Cabras, che si contraddistingue per la gonna scura vaporosa contrastata dal grembiule spesso dorato riportante motivi floreali e bucolici e per il “muccadore”, un grande fazzoletto copricapo, avvolgente e scuro, rosso o marrone. I colori, appunto, della pietra e della passione.

Così come la voce dell'uomo ha alimentato la leggenda, il vento, la pioggia, il sole, continueranno a scolpire la statua, aggiungendo per i millenni a venire capitoli a questa storia.