Reportage

Centro del Portogallo cuore d'azulejo

Un viaggio tra natura e antiche tradizioni

20 Nov 2012 - 09:28
Tutte le facciate delle case di Ovar sono ricoperte da azulejos.  © Tgcom24

Tutte le facciate delle case di Ovar sono ricoperte da azulejos.  © Tgcom24

A Ovar tutte le facciate delle case sono un giardino fiorito, un arazzo sognato prima e disegnato poi dagli artigiani pittori del posto. In questo villaggio scelto per iniziare il viaggio nelle Beiras, le regioni centrali del Portogallo, specialmente in Rua José Falcao che “taglia” il centro come una fetta di Pao de Lo', il tradizionale dolce di uovo, zucchero e farina confezionato come una bomboniera nuziale, non v'è abitante che abbia rinunciato a rivestire la propria abitazione, anche quelle più modeste, con queste piastrelle di ceramica dipinta a mano, retaggio della cultura moresca.  

Oggi la pioggia che cade fine come granelli di sabbia fa luccicare i fiori gialli, blu, rossi, le geometrie, i ghirigori, le viti intrecciate tra le finestre. Sembra addirittura quasi “liquefarsi” la facciata della Igreja dos Passos nella vicina Valega: le coloratissime scene della natività e del battesimo di Cristo dipinte sulle piastrelle sono la pagina di un codice miniato. Le donne di Valega paiono impermeabili ai rovesci dell'autunno – come del resto a quelli delle modeste condizioni della vita rurale, dell'isolamento -  e resistono all'acqua che nembi infuriati scaricano loro addosso vendendo pane di segale e mais dentro casse di legno.   
Il cielo del Portogallo centrale, comunque, è un imbroglione. Non ci puoi fare alcun affidamento. Bastano pochi chilometri ed ecco che ti costringe a spogliarti di colpo per godere il sole e le onde che l'Oceano Atlantico spalma come panna bianca e soffice sulla spiaggia di Furadouro, deliziando i surfisti che hanno parcheggiato i loro furgoncini tra le dune, mentre i pescatori stendono le lunghe reti tra una casa e l'altra “catturando” in pratica tutto il lungo mare. Per gli appassionati delle cavalcate sulla tavola qui c'è quel Parallelo 19 che è un po' come Indianapolis per i piloti: se riesci a domarlo allora può chiamarti davvero surfista. Di fronte invece ci sarebbe la costa del New Jersey, che resta comunque troppo lontana per vederla. E' bello però immaginarla guardando l'Atlantico dalle vetrate delle stanze total white del design Boutique Hotel Beach & Spa Furadouro (
), o mangiando un pesce robalo cucinato dal suo chef tra i giganteschi granchi in ceramica appesi alle pareti. La lingua di sabbia lunga oltre venti chilometri denominata Reserva Natural Das Dunas de S. Jacinto pare un biscotto inzuppato nell'Oceano, mentre dall'altra parte c'è una pescosissima laguna con il suo silenzioso respiro d'azzurro, le saline deserte, e i moliceiros ovvero le imbarcazioni utilizzate per la raccolta dei sargassi che vanno su e giù.
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Aveiro è rinomata per i palazzi aet noveau e i suoi canali. 

Col traghetto si raggiunge Gafanha Da Nazare e le sue due spiagge: quella di Barra è amatissima da chi pratica kitesurf, i ragazzi mentre aspettano le onde paiono girini a pelo d'acqua,  un faro a strisce bianche e rosse si staglia tra le dune mentre lungo il molo in cemento che si estende per cinquecento metri come la lingua di un lucertolone le coppie passeggiano a braccetto leggendo i passi del vangelo scritti sopra i massi. La promenade della Praia di Costanova, invece, è un susseguirsi di cottage tinteggiati a strisce bianche, rosse, blu, verdi come chioschi di piadine romagnole, capaci di strappare un sorriso che si trasforma in divertimento puro quando si intrecciano discussioni per contrattare il prezzo del pesce con le donne urlanti che gestiscono, ma sarebbe meglio dire comandano, il mercato ittico locale: gesticolano come a teatro sollevando polpi enormi e gamberetti rossi ruggenti.
Aveiro, la tappa successiva, è una sorpresa in stile art noveau, come i palazzi affacciati sui canali, percorsi dai moliceiros ovvero barche in legno dalla prua rialzata e affrescata, che gli hanno fatto meritare il soprannome, abusato un po' ovunque, di Venezia portoghese. Anche i dolci locali, gli ovos moles inventati dalla signora Maria da Apresentação a fine '800 e da allora in vendita nella sua bottega dolciaria  in Rua Lencastre, imbottendo  le ostie con un ripieno di uova, hanno la forma di pesci e barchette. Eppure  Aveiro è forse addirittura più piacevole da scoprire via terra camminando sulle sue strade in calzata portoghese, pietra intagliata con disegni a tema marino, sino alla sua bella Cattedrale e dentro il Museo di Arte ricco di azulejos. Ed è curiosa e innovativa nelle sue proposte alberghiere: nella stanza 109 dell'Hotel Moliceiro (www.hotelmoliceiro.com) si dorme tra gigantografie di una fumante Brigitte Bardot e le prime pagine in bianco e nero dei giornali americani stampate alle pareti, mentre nel coloratissimo vintage Hostel Aveiro Rossio il salotto è arredato con sdrucite poltrone da barbiere in pelle verde (www.aveirorossiohostel.com).
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La piazza della Cattedrale di Viseu. 

A Viseu, bisogna faticare un po' arrancando per tutta Rua Luis Ferrera prima che si schiuda alla vista quel capolavoro architettonico della Cattedrale con le torri campanarie, il chiostro e l'atrio della sagrestia ricoperti di azulejos. Il Palazzo vescovile e la Chiesa della Misericordia completano questa meraviglia artistica che si ammira persino dall'alto scegliendo di dormire alla Casa da Sé (www.casadase.net) un negozio di antiquariato trasformato in albergo di lusso dove si possono acquistare tutti i mobili della vostra stanza. Attraversando i declivi tapezzati di vigne in cui si produce il premiatissimo Vinos De Dão, si raggiunge Penalva do Castelo dove desta un autentico incanto Casa da Insua, un palazzo barocco  risalente XVIII secolo che l'allora governatore del Mato Grosso, Luis de Albuquerque de Mello Pereira e Caceres si fece erigere per mostrare al paese natio la sua immensa ricchezza: i suoi gusti orientaleggianti sono esaltati dalle pareti in carta di riso, i vasi cinesi, mentre i soffitti in legno, i ritratti, le stufe sono una testomonianza della cultura di quest'uomo avvezzo a viaggiare. Che amava anche i giardini: ne volle due, uno alla francese con piante di lavanda, camelie, laghetti dove amoreggiano coppie di cigni, e uno che ospita centenarie sequoie, cedri del Libano, eucalipti. Soggiornare in questa dimora ora divenuta luxury hotel (www.casadainsua.pt) significa anche fare colazione gustando i formaggi e le marmellate preparati nella cucina e nel laboratorio artigianale ospitato nelle vecchie stalle. 
“Marialva si chiamava, anticamente, Malva. Prima di scoprirlo il viaggiatore pensava fosse la contrazione di un nome composto, Maria Alva, un nome di donna. E ancora adesso non si rassegna ad accettare che il primo battesimo sia dovuto al re di Leon, Fernando Magno...”. Giungendo quasi al tramonto in questa cittadella risalente all'anno Mille, arroccata sopra una brulla collina a una manciata di chilometri dalla Spagna, e affacciata sulla selvaggia Vale do Coa, dove le stradine strette salgono alle rovine della fortezza tra case in pietra in cui le donne dai neri fazzoletti cuciono sedute sugli usci, si capisce perché José Saramago, se ne fosse invaghito. Al punto da descrivere Marialva così: “il castello dall'atmosfera perfetta, il più abitato da invisibili presenze... in questo spiazzo dove ci sono la cisterna, il pelourinho diviso tra luce e ombra, serpeggia un silenzio sussurrante. Ci sono resti di case, la roccaforte, il tribunale, la prigione, altri che non si distinguono più, e sono questo insieme di costruzioni in rovina, l'anello misterioso che le unisce, la memoria presente di coloro che hanno vissuto qui che improvvisamente commuovono il viaggiatore, gli fanno venire un nodo in gola e spuntare le lacrime agli occhi...”.
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Un paesaggio nel Parco Naturale Serra de Estrela.

Camminando lungo il perimetro delle mura, varcando la soglia della Chiesa che vanta un altare barocco in legno splendidamente intarsiato, la Cappella del Nazzareno con le foglie d'oro che impreziosiscono la talha, si prova lo stesso senso di beatitudine che si impadronì del Premio Nobel per la Letteratura. Un luogo, per quanto magico, è fatto però anche dalle persone che vi abitano e delle loro storie, come quella di Paulo Romão, l'imprenditore tessile che, come ci spiega in lingua italiana, dopo avere venduto per decenni le coperte al nostro esercito, ha deciso di investire nella ristrutturazione eco compatibile dei ruderi di Marialva  aprendo Casa do Coro (www.casasdocoro.pt), una struttura ricettiva di grande lusso, arredata con un stile quasi rinascimentale, candelabri, tavoli in legno pregiato, ma anche eco lodge immersi nella boscaglia. Paulo, che mentre parla riempie fogli di carta con appunti (lo fa anche di notte, nel sonno), ha la passione delle stelle, così la sera accompagna i clienti ad ammirare la Via Lattea dentro le rovine del Castello.  

Anche Andre Carnet, il nuovo “signore” di un altro maniero diroccato, Castel Rodrigo, ha una bella storia da raccontare. Ingegnere con un impiego e un ufficio di prestigio alla Tour Montparnasse di Parigi, si innamorò di una donna portoghese e subito dopo del suo luogo natio all'incrocio tra le Valli del Douro, Coa e Agueda. Decise di lasciare la ville lumiere e di trasferirsi tra questi sterminati mandorleti e di aprire una sala da te proprio a Castel Rodrigo: i contadini del posto raccolgono la frutta secca e le erbe aromatiche che Andre trasforma in essenze delicate e profumate e ghiottonerie zuccherate di cui vanno ormai ghiotti tutti viaggiatori di passaggio nel cuore del Portogallo. Un paese di cui si finisce inevitabilmente per invaghirsi man mano che te ne addentri e man mano che lo risali, sino al Parco Naturale da Serra da Estrela, un paesaggio addirittura giurassico disseminato di pietre e massi di orgine glaciale, tra i quali si muovono greggi e cuccioli di cani pastore e vi hanno “incastrato” casupole dagli scuri rossi, oltre al design hotel Casa das Penhas Douradas, posto a 1.500 metri di altitudine in cui la spa annunciata da un infinito corridoio labirinto rosso e nero sembra un'installazione di arte contemporanea come del resto le lampade e gli arredi scelti per le stanze (www.casadaspenhasdouradas.pt) affacciate su questo azulejo naturale. 

Per informazioni: Ufficio Turistico del Portogallo, via Paolo da Cannobio 8 Milano, www.visiportugal.com. Tel. 02 00629000. Turismoportogallo@alice.it.  La compagnia di linea lusitana Tap vola a Porto da Milano e da Roma, www.flytap.com 

Siti utili: www.visitcentro.com.

Un'ottima guida è Portogallo, Lonely Planet, pg 591, 26,50 €. Il libro per antonomasia è Viaggio in Portogallo di José Saramago edito da Einaudi.

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