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Trentino fa rima con vino

Un itineraio allʼinsegna della qualità

C'è una strana convinzione: che il Trentino sia dal punto di vista del vino il fratello minore dell'Alto Adige o Sud Tirol che dir si voglia.

Un po' perché gli altoatesini il vino lo sanno fare davvero bene quasi tutti e un po' anche perché hanno saputo costruire negli anni una fama di sapienza eno- gastronomica invidiabile. Il Trentino no. Forse perché sono meno bravi, ma tra poco vedremo che non è affatto così. O forse perché solo le grandi cantine sociali hanno avuto la forza di uscire dalla provincia negli ultimi vent'anni. Sta di fatto che spesso per bere bene si prende l'autostrada del Brennero e si esce direttamente a Bolzano.

E si sbaglia. E pure di grosso. Da qualche anno i piccoli e medi produttori del Trentino si sono riuniti in una associazione, I Vignaioli, con presidente Roberto Zeni, viticultore appassionato e appassionante (buttata lì: da provare il suo teroldego e da non perdere il moscato rosa), per raccontare al mondo che la provincia autonoma non è fatta solo di "grandi" aziende ma esistono una ottantina di piccole realtà tutte da scoprire. E questo itinerario attraverso il Trentino dei piccoli produttori lo dimostrerà. Inoltre non perdetevi il nostro blog Avvinando che a partire da adesso e per tutta l'estate vi proporrà la degustazione delle bottiglie più interessanti che abbiamo trovato e sono davvero molte.

Cominciamo il nostro viaggio sull'autostrada e una ventina di km dopo il garda troviamo l'uscita di Ala. Qui usciamo e oltrepassiamo il paese e seguiamo per Ronchi dopo circa 1,7 km si prende la strada montana a sinistra in fondo della quale troviamo la località Pozzo Basso e l'azienda Borgo dei Posseri posta su un terrazzamento di grande bellezza con una vista sulla Vallagarina davvero straordinaria. Dopo un obbligatorio giro della bellissima proprietà, bisogna passare al vino che Martin Mainenti e la sua socia producono dal 2000 coadiuvati dall'enologo Michael Waissler. A noi è piaciuto in particolar modo il Müller-Thurgau Quaron 2007, profumi di mela e di fiori bianchi in evidenza e in bocca una acidità senza limiti. Davvero buono anche il Gewürztraminer, che fa i suoi bei 14,5% gradi ma che però, purtroppo non è ancora in vendita. Da provare anche il Pinot nero 2007 e il Merlot Rocol 2006. http://www.borgodeiposseri.com/

Scendiamo a valle e ci dirigiamo verso Calliano, cerchiamo in centro del paese Palazzo Demartin, in via 3 novembre e incontriamo Eugenio Rosi, che si autodefinisce "Viticoltore artigiano". Tenetevi forte perché qui incontrerete una persona che vi racconterà il vino come davvero pochi altri. Fa poco meno di 20mila bottiglie, è considerato un rivoluzionario, un eretico, perché fa il suo Marzemino Poiema facendo appassire un 30% delle sue uve come fosse un Amarone, oltre ad utilizzare tutta una serie di tecniche in produzione che sono quantomeno inusuali. Non ci dilunghiamo, vi racconterà lui di tutti i passaggi necessari per fare questo vino che è letteralmente un capolavoro, di cui presto arriverà la degustazione su Avvinando.
Altrettanto straordinario è l'Esegesi, un taglio bordolese Cabernet e Merlot di grandissima eleganza. Il bello è che Eugenio Rosi ha altri due colpi in canna che abbiamo avuto il privilegio di assaggiare: un bianco, l'Anisos che è composto da Pinot bianco, Chardonnay e Nosiola e un Cabernet Franc in purezza che faranno sicuramente parlare di sé. Da vero Artigiano del vino (la maiuscola non è un errore), Eugenio Rosi non ha (ancora?) un sito internet, ma spesso risponde alla email della moglie tamaramar@virgilio.it. Non mancatelo.

Risaliamo verso Trento e troviamo sulle colline che dominano la città Martignano, sede dell'azienda agricola Maso Martis, 65mila bottiglie all'anno, che tra spumanti e vini bianchi potremmo definire il regno dello Chardonnay. Davvero un posto splendido, con la cantina in mezzo ai vigneti tutti raggruppati attorno ad essa. Al Maso Martis si fa uno Chardonnay base e uno affinato in legno, L'Incanto, morbido e suadente.
Ma come dice Antonio Stelzer, che con la moglie Roberta manda avanti l'azienda, "la bollicina è il nostro vivere, io il vino rosso quasi non lo bevo". E difatti qui gli spumanti Trento Doc, tutti metodo classico, trovano una grazia rara, dal Brut al Brut Riserva fino al Brut Rosé fatto al 100% di pinot nero, la cui lunghissima persistenza garantisce un vero spumante tutto pasto. C'è anche una Riserva delle Riserve, lo spumante Brut Madame Martis. Poche centinaia di bottiglie fatte solo nelle annate in cui il Pinot Nero, lo Chardonnay e il Pinot Meunier sono considerate all'altezza. www.masomartis.it

Torniamo giù a Trento, attraversiamo la città e dall'altra parte della Val d'Adige troviamo Lavis. Qui ci mettiamo a cercare Maso Furli, un'altra piccola azienda vinicola situata nell'omonima via. Anche qui parliamo di meno di 20mila bottiglie all'anno, ma la cantina di Marco Zanoni è un piccolo gioiello per pulizia e funzionalità. La degustazione del suo Souvignon bianco 2007 è la prima della serie dedicata al Trentino di Avvinando, ma essendo fatta alla cieca dal nostro blogger Stefano Tamiglio, aggiungiamo noi una particolarità: questo vino matura per metà in botti di acacia e, soprattutto a bicchiere vuoto, quel profumo particolare che ha il miele di acacia si sente tutto, chiaramente.
Eccellente lo Chardonnay, ma quello che ci ha lasciati letteralmente senza parole è il Traminer, la cui grande acidità assicura una ottima evoluzione in bottiglia. Marco Zanoni è una persona gentile e piacevole, che ha inventato assieme a Mario Poyer (altro Vignaiolo) una rivoluzionaria applicazione per la pressatura delle uve bianche già usata in molte altre aziende e nemmeno lo dice. Lascia parlare i suoi vini, che sono tutti con lo stesso marchio di fabbrica: grande persistenza, profumati e freschi. Insomma, un altro indirizzo da non mancare. L'avete già capito, anche qui niente sito internet. Bisogna cercare Maso Furli a Lavis (TN) sull'elenco telefonico.

Cambiamo completamente realtà produttiva ma restiamo a Lavis per parlare di Maso Poli, Per arrivarci praticamente si scende in paese e si seguono le indicazioni. Ci si arriva in un attimo e ci si imbatte in un antico Maso ristrutturato con di fronte una modernissima cantina dove la tecnologia, anche nei piccoli dettagli, la fa da padrona. Stupendo il pergolato che domina la Piana Rotaliana, da solo vale davvero la visita. Se in più siete interessati al vino buono, qui c'è davvero l'imbarazzo della scelta. Tre sorelle e un genero enologo (Romina, Marina e Valentina Togn col marito Gofredo Pasolli) mandano avanti l'azienda fondata dal padre Luigi Togn.
Qui, visto che sono tra i pochissimi a farlo, non si può non assaggiare il Sorni bianco doc, una delle doc più piccole d'Italia. Il Sorni bianco è composto da uve Chardonnay e Nosiola ed è un vino di grande piacevolezza. Notevole anche il Pinot grigio e lo Chardonnay (se andate chiedete di assaggiare anche una bottiglia del 2004, non ve ne pentirete). Buonissimo anche il Pinot nero, di cui abbiamo apprezzato una degustazione verticale delle annate 03, 04, 05 e 06. Assolutamente da non perdere il Marmoram, ottenuto da uve Lagrain e Teroldego e affinato due anni in barrique. Anche questo presto degustato sul blog Avvinando. http://www.masopoli.com/

Tornando a Lavis serve una sosta per un caffè e un gelato. Ci viene in aiuto la Gelateria Serafini, davvero da non mancare. Poi ci rituffiamo nel vino e in Via Zandonai in centro troviamo Rudi Vindimian, che vi accoglierà direttamente nella sua casa circondato dalle sue splendide bambine con un Müller-Thurgau 2006 che conserva una notevolissima acidità e dei profumi stupendi e che proviene da un vitigno posto a 780 metri di altezza. Da provare senz’altro anche il Gewürztraminer e il Pinot Grigio.

Ultimo vignaiolo dei Vignaioli del Trentino che incontriamo , ma solo per dare una razionalità al giro, è Alessandro Fanti, che da solo manda avanti l'azienda Vignaiolo Giuseppe Fanti, il padre, in quel di Pressano alle porte di Lavis. Anche qui ci troviamo di fronte ad una azienda da 18-19mila bottiglie, a nessun sito internet e ad un innamorato del proprio lavoro. Alessandro racconta della sua passione per il vino e per il lavoro quotidiano in vigna con un entusiasmo che ti contagia in cinque minuti: "Nella natura del vigneto si apre un mondo che lascia veramente incantati", ci ha detto per poi proseguire: "Non faccio vini per andare incontro ai gusti del consumatore, li faccio così perché è l'impostazione che ho cercato io". Ebbene i vini di Alessandro sono assolutamente da non mancare: a cominciare dalla Nosiola, di una piacevolezza unica. Per passare al blend della casa, il Pritianum, 50% Chardonnay, 40% Manzoni bianco e 10% Nosiola e per finire per quello che a nostro parere è un vero capolavoro: il Manzoni bianco 2007, un vino profumatissimo e lunghissimo in bocca del quale non mancherà a breve una degustazione su Avvinando. A proposito del Manzoni, Alessandro Fanti ci ha confidato di voler tenere una parte della produzione per farla affinare ulteriormente in bottiglia e metterla in vendita nel 2011: statene certi, un cartone sarà il nostro.
Sergio Bolzoni