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Psicologia,"Total Recall" diventa realtà: ecco come creare finti ricordi

Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Psychological Science gli adulti possono essere convinti di aver perpetrato crimini da ragazzi

salute, cervello, neurologia, psicologia, intelligenza
-afp

La memoria si può perdere, allenare, e ora anche costruire. Come nel film con Colin Farrell "Total Recall", è possibile creare falsi ricordi fino a convincere degli adulti di aver commesso dei crimini durante la loro adolescenza. A rivelarlo è una ricerca condotta dalla dottoressa Julia Shaw, dell'Università del Bedfordshire, insieme al dottor Stephen Porter dell'Università canadese della British Columbia, e pubblicata sulla rivista Psychological Science.

Secondo gli autori dello studio, le persone hanno la tendenza a interiorizzare le storie che ascoltano, rielaborandole e arricchendole con aneddoti e dettagli che in realtà non hanno mai avuto luogo. I ricercatori hanno coinvolto 60 studenti universitari senza precedenti penali in un esperimento sulle finte memorie.

Gli studenti hanno partecipato a tre interviste da 40 minuti, effettuate a intervalli di una settimana fra l'una e l'altra. Nei giorni di intermezzo fra le interviste, i ricercatori hanno interrogato amici e familiari dei partecipanti all'esperimento per conoscere con precisione alcuni dettagli della loro adolescenza.

Nel primo colloquio allo studente è stato raccontato un paio di eventi di cui è stato protagonista in passato, di cui uno falso e uno realmente accaduto. Il finto ricordo era diverso per ogni studente: poteva essere un crimine per il quale il ragazzo aveva avuto problemi giudiziari, o un fatto di natura emotiva, una ferita, una perdita economica, un incidente. Tutti questi falsi ricordi avevano però un elemento in comune: erano collegati con una parte reale della vita della "cavia".

A questo punto gli studenti hanno dovuto rammentare ognuno dei due avvenimenti. Quando incontravano difficoltà a raccontare cosa fosse successo nel falso evento, il ricercatore li stimolava a ritentare, sforzandosi di andare più nel dettaglio. Nella seconda e terza intervista ai giovani è stato richiesto di spiegare ancora più approfonditamente i due eventi, sia quello vero sia quello falso.

I risultati sono andati oltre le aspettative, al limite della fantascienza: su 30 partecipanti a cui era stato detto di aver perpetrato un crimine durante l'adolescenza, il 71% aveva sviluppato una falsa memoria dell'evento, mai realmente accaduto; dei 20 a cui invece era stato detto di aver partecipato a una rapina, 11 avevano ricordavano falsi aneddoti del loro arresto. Ben il 76,67% degli studenti aveva interiorizzato una finta memoria degli eventi emotivi che gli erano stati raccontati.

Una prima conclusione che i ricercatori hanno tratto dallo studio riguarda la percezione dell'evento: gli studenti hanno considerato altrettanto plausibili sia un evento criminale sia uno emozionale. Per entrambi gli eventi, i giovani hanno fornito la stessa quantità di dettagli, manifestando un identico livello di confidenza, chiarezza del ricordo e percezioni sensoriali. Il cervello non agisce però nello stesso modo quando si trova a gestire memorie vere e false: le prime sono ricordate in modo più chiaro e definito.

"Questa ricerca - commenta la dottoressa Shaw - spiega come la maggior parte di noi possa tranquillamente generare falsi ricordi con ricchezza e dovizia di particolari, sia che essi siano eventi emotivi o criminali".