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Facebook, è tempo di farsi pagare per i post?

Quest'anno la condivisione dei contenuti in rete frutterà al social network 6,82 miliardi di dollari d'introiti pubblicitari

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Se state utilizzando Facebook da un po', forse è il caso che iniziate a chiedere un compenso.

Sì, perché è (anche) grazie a voi che il social network continua ad arricchirsi. Grazie ai vostri selfie delle vacanze, ai video delle serate in discoteca, alle massime pubblicate dopo ore di concentrazione. Tutte attività che, nel loro complesso, fruttano a Facebook miliardi di dollari. Lo dimostrano diversi studi universitari, che hanno stimano il valore dei diversi profili online e l'hanno attestato tra gli 11 e i 24 dollari.

Nessuna condivisione

- Quest'anno la società di Menlo Park guadagnerà 6,82 miliardi di dollari d'introiti pubblicitari. Ma non li dividerà con noi, i suoi utenti. Nonostante sia proprio la condivisione continua dei nostri contenuti ad aumentare il traffico del social network permettendogli di vendere sempre più pubblicità.



La polemica

- Un caso di cui si sono occupati, qualche giorno fa, il Guardian e Liberation. Che hanno presentato un fronte unito di sociologi, economisti e attivisti sindacali convinti che anche per chi clicca, scrive e condivide online debba corrispondere un congruo pagamento in denaro. “Esistono valutazioni, pubblicazioni e studi universitari che stimano il valore di un profilo Facebook tra 11 e 24 dollari -afferma il sociologo francese Antonio Casilli- ma si tratta di stime irrisorie, opache e distorte, volute dai social media stessi, che tendono a finanziare questi studi affinché producano modelli economici al ribasso”.



"Lavoro ombra"

- Rincara la dose Craig Lambert, giornalista dell'Harvard Magazine, che arriva a parlare di "lavoro ombra”: "Nelle nostre giornate siamo sempre più indaffarati in piccole attività che a noi non portano nessun reddito, ma che fanno arricchire o risparmiare qualche azienda".