Chiusi oltre 16mila Internet cafè
Le azioni di disturbo del governo cinese per rallentare la diffusione del Web continuano. Secondo quanto comunicato dalle stesse autorità di Pechino, infatti, con la scusa di combattere pubblicità menzognere, nel Paese sono stati chiusi 16mila Internet caffè.
Nel mirino dell'esecutivo, nonostante la Cina rappresenti da qualche tempo una delle nazioni con la più alta crescita di navigatori, ci sarebbero soprattutto il controllo di Internet e il rallentamento della sua espansione in tutto il Paese.
Più nello specifico, Pechino sembra temere l'eccessiva libertà che la Rete rappresenta. L'ultima scusa dietro cui si trincera la censura governativa parla di pubblicità ingannevoli via e-mail, ma i reali motivi del bavaglio telematico cinese hanno radici più profonde. I timori maggiori sono legati al miliado e mezzo di abitanti, facile preda di imprenditori web di mezzo mondo e straordinario bacino d'utenza per concorrenti sparsi ovunque.
Prima della maxiretata che ha portato alla chiusura di 16mila Internet cafè, per salvaguardare i più giovani dai pericoli e dalle tentazioni virtuali, le autorità hanno vietato l'apertura di qualsiasi centro Web nei pressi dele scuole. Un'iniziativa che mostra quanto le autorità temano la Rete e i suoi ideali.
Ma in Cina le restrizioni che riguardano Internet sono moltissime. Per avere la licenza governativa ad operare, i siti esistenti, entro due mesi devono comunicare identità dei gestori e contenuti trattati alle autorità competenti. Senza le necessarie approvazioni, qualsiasi portale fuori dalle regole rischia pesanti multe o l'oscuramento. Stessa linea politica, infine, anche per i provider cinesi, costretti a limitare l'accesso degli utenti perché responsabili dei "contenuti illegali".
Nonostante ciò l'uso di Internet in Cina appare in forte crescita. I numeri ufficiali del 2003 parlano di quasi 80 milioni di cybernauti cinesi, con un incremento del 34,5% rispetto al 2002. Il governo sta tentando in tutte le maniere di arginare il fenomeno, ma il muro telematico scricchiola da ogni parte. Le risorse infinite del Web scavalcano anche la censura più intransigente.