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Promos: "A marzo e aprile un'azienda su quattro ha perso l’80% del fatturato"

Secondo lʼagenzia per lʼinternazionalizzazione del sistema camerale italiano, su circa 600 operatori di tutto il paese per il 9% il danno del Coronavirus è lieve e per il 18% medio. Ma in due mesi la maggior parte delle imprese indica una perdita di fatturato dell'80%

Il blocco delle attività per contenere il Coronavirus ha ripercussioni molto pesanti sul business secondo il 70% delle imprese. Emerge da un'indagine su circa 600 operatori di tutto il paese condotta da Promos Italia, l'agenzia per l'internazionalizzazione del sistema camerale italiano. Per il 9% degli intervistati il danno è lieve e per il 18% medio. In due mesi la maggior parte delle imprese indica però una perdita di fatturato pari a oltre l’80%.

"L'impatto del Coronavirus sulle Pmi, come prevedibile, è significativo - spiega Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia - Un quarto di coloro che hanno risposto alla nostra indagine sostiene di aver perso oltre l'80% del fatturato negli ultimi 2 mesi, vedendo precipitare le proprie vendite. C'è però un aspetto positivo legato all'export, una su cinque è già ripartita sul fronte del business internazionale".

 

Per oltre la metà delle imprese indagate, e-commerce, lavoro smart e tecnologie a distanza non hanno permesso di attutire il colpo, ma nonostante ciò sostiene che investirà maggiormente sul digitale sia per la commercializzazione dei prodotti sia per i processi di export.

 

"Questa crisi spingerà le Pmi a investire sul digitale e sarà fondamentale la capacità del Sistema Italia di supportarle in questa transizione epocale – prosegue Giovanni Da Pozzo - La capacità di ripartire e di affermarsi del nostro sistema economico, in Italia e all'estero, sarà infatti direttamente proporzionale alla sua capacità di innovarsi".

 

Le principali conseguenze della pandemia sono nelle vendite (secondo il 47,5% degli intervistati), seguite dal problema del blocco totale (37%). La difficoltà nei rapporti internazionali e negli approvvigionamenti seguono rispettivamente con 27,5% e 17%. Proprio queste difficoltà porta il 40,9% delle imprese indagate a considerare fondamentale poter ripartire, seguito dal tentativo di contenere le perdite (40,6%). C’è purtroppo anche chi (10,1%) è già certo di dover fare dei tagli, mentre il 19,1% è ancora più drastico nella previsione: temiamo la chiusura entro fine anno se non ci saranno aiuti concreti.

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