Con la Fase 2 cresce lo smaltimento speciale di mascherine e guanti
In Italia gli impianti dedicati in via esclusiva allo smaltimento dei rifiuti sanitari, pericolosi e non pericolosi, agiscono tramite termodistruzione ovvero tramite sterilizzazione
A causa di Covid-19, le aziende che sono già attive e quelle che a breve lo saranno nuovamente, dovranno garantire la massima sicurezza utilizzando, nei propri ambienti di lavoro, mascherine e guanti protettivi. La riapertura causerà un decisivo aumento di DPI che devono essere smaltiti a norma di legge, ovvero seguendo la filiera di smaltimento dei rifiuti speciali: vengono raccolti attraverso appositi contenitori omologati ADR, successivamente vengono raccolti da operatori appositamente formati e portati in impianti dedicati e autorizzati a smaltire questo genere di rifiuti. I dati sulla situazione arrivano dal Gruppo EcoEridania, primo operatore europeo per lo smaltimento di questi articoli, con impianti di stoccaggio, termovalorizzatori e depuratori di proprietà o gestiti direttamente.
Il rischio in questi giorni, causato dall’importante aumento di materiali speciali, è quindi duplice: non solo di inquinamento, dato dall’abbandono per strada di guanti e mascherine, ma - ben più importante e grave infettivo se non verranno prese le corrette precauzioni. “Utilizzare questo livello di precauzioni, consente alle aziende di poter assolvere con la massima attenzione a quanto stabilito dalla normativa in merito allo smaltimento di rifiuti” – afferma il Presidente del Gruppo EcoEridania Andrea Giustini.
I rifiuti speciali si dividono in rifiuti “speciali pericolosi” e rifiuti “speciali non pericolosi”, nella fattispecie per il rifiuto Covid-19 l’ISS indica che la situazione ideale sarebbe riferirsi al DPR 254/2003 “Regolamento recante la disciplina della gestione dei rifiuti sanitari a norma dell’articolo 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179” che nell’art. 2 comma 1, (punto d) “rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”….(lettera 2a). Alla data odierna, in Italia, gli impianti dedicati in via esclusiva allo smaltimento dei rifiuti sanitari, pericolosi e non pericolosi, agiscono tramite termodistruzione ovvero tramite sterilizzazione - uniche due modalità di smaltimento previste dal Regolamento, per una capacità di conferimento complessiva che, a fronte di una produzione ordinaria di detti rifiuti pari complessivamente a circa 150mila tonnellate/anno, è pari a 350mila tonnellate/anno, più che doppia pertanto rispetto al fabbisogno. Per quanto riguarda la situazione contingente, la produzione di rifiuti sanitari è prima sensibilmente diminuita, per poi stabilizzarsi su un più 4% nazionale.
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