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Assorbe il petrolio e depura le acque: il successo della super spugna da Brescia alle Canarie

La startup Test1, guidata da Giorgio De Vitalis e Alessandro Taini, ha realizzato FoamFlex200, una schiuma 100% green e riutilizzabile

Flessibilità, innovazione e sostenibilità: sono gli ingredienti che sempre più spesso vengono scelti dalle imprese italiane per essere competitive nel mercato internazionale. Proprio con l’obiettivo di tutelare l’ambiente è nata nel 2014 Test1, la startup bresciana guidata da Giorgio De Vitalis e Alessandro Taini che propone soluzioni per limitare l’impatto di sostanze tossiche e inquinanti. Nel 2015 è arrivato il brevetto per il suo prodotto di maggior successo: FoamFlex200, una spugna in grado di assorbire gli sversamenti di idrocarburi fino a 30 volte il proprio peso. 

Una spugna riutilizzabile 100% green - Si tratta di una spugna fatta di schiuma poliuretanica a celle aperte in grado di assorbire oli, nafta e gasolio fino a decine di volte il proprio peso senza impregnarsi d’acqua. La spugna non è monouso: può essere strizzata - per poi recuperare la sostanza inquinante - e immersa di nuovo in acqua per 200 volte. Per la sua composizione, non crea rifiuti ed è quindi 100% green

 

L’idea di realizzare un prodotto di questo tipo non è nuova: già negli anni ‘70, Antonio Taini e Giuseppe Peroni, il chimico che ha firmato il brevetto, hanno sviluppato una spugna per assorbire le fuoriuscite di idrocarburi a Marghera. Il progetto però non ha avuto seguito fino al 2010, quando tutto il mondo è rimasto colpito dal disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon: lo sversamento di greggio nel mare del Golfo del Messico si è protratto per ben 106 giorni. In questa circostanza è emersa la mancanza di un metodo efficace per contrastare la dispersione in mare di idrocarburi: i 40 miliardi di dollari spesi da BP per le bonifiche, sono serviti a recuperare solo il 20% totale del petrolio sversato. 

 

"È un prodotto che può fare la differenza, che può dare il suo contributo in disastri come quello delle Mauritius" spiega Alessandro Taini a Tgcom24, "In questa occasione abbiamo visto che per un mese hanno utilizzato metodi rudimentali come capelli e paglia: ancora oggi la situazione è più che drammatica. Con la nostra spugna, con una spesa abbastanza limitata rispetto a quanto viene impiegato solitamente per una pulizia completa, si può arrivare a un risultato di bonifica ambientale ottimale".

 

 

I limiti degli altri metodi - Gran parte del petrolio nel Golfo del Messico è stato trattato con disperdenti chimici, utili a nascondere la macchia e a disperdere l’inquinante in acqua, ma non a recuperarlo. Secondo alcuni studi addirittura, il mix disperdente-petrolio aumenta la tossicità dei singoli elementi fino a 54 volte. Per quanto riguarda gli altri metodi, in accordo con i dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), la combustione controllata è sconsigliabile per le conseguenze ambientali, i robottini skimmers perdono la loro efficacia se il mare è mosso, i panni assorbenti catturano un peso pari al loro volume e hanno grossi problemi di costi e smaltimento. La FoamFlex200 ha invece riscosso diversi successi sia in Italia che all’estero. 

 

L’uragano alle Isole Canarie - Nel 2018, l’uragano Emma ha affondato la maggior parte delle  imbarcazioni che si trovavano nel porto di Gran Tarajal, a Fuerteventura. Quando la tempesta si è calmata, nel mare c’erano 150 tonnellate di oli e carburanti di varia natura. Per far fronte alla situazione sono stati utilizzati panni assorbenti, skimmers e pompe: i risultati però sono stati poco soddisfacenti. In particolare gli skimmers erano ostacolati dai detriti solidi in acqua e dalla presenza di oli a elevate densità. La svolta è  arrivata con la scelta di utilizzare FoamFlex200: con 70 kg di spugna e due strizzatori manuali, la pulizia è stata rapida ed efficace. In pochi giorni è stato recuperato oltre il 50% dello sversato, con una spesa decine di volte inferiore rispetto ai preventivi delle maggiori società di oil spill response. 

 

 Test1

 

Lo stagno di Serle e i Vigili del Fuoco di Brescia - Test1 è intervenuta per arginare anche il grave danno ambientale che ha colpito la pozza Meder, in provincia di Brescia. Nel 2018 un uomo, successivamente identificato e arrestato, ha versato nello stagno centinaia di litri di olio per autotrazione esausto. Il delicato ecosistema dell’area, composto prevalentemente da rospi e altri anfibi, rischiava di essere distrutto: fondamentale è stato l’utilizzo della spugna FoamFlex200 per assorbire la sostanza inquinante. 

 

Hanno presto compreso la versatilità di FoamFlex200 anche i Vigili del Fuoco del nucleo Nbcr (Nucleare batteriologico, chimico e radiologico) del comando provinciale di Brescia, che da anni utilizzano il prodotto. Nel bresciano infatti non è rara la dispersione di sostanze che generano schiume o chiazze oleose in acqua: in questi casi la spugna si presta particolarmente perché non assorbe acqua, galleggia e permette il recupero della sostanza. 

 

L'importanza del sostegno economico per le imprese green - "L’Unione Europea, con i vari bandi e progetti, sta andando nella direzione di spingere le aziende sempre di più a investire nel green, a fare investimenti che possano aiutare il pianeta" spiega Alessandro Taini, "Noi ci inseriamo in questo contesto perché chiaramente la sostenibilità ambientale è importante, ma è fondamentale anche sostenere le imprese dal punto di vista economico. Bisogna mantenere delle innovazioni ambientali che portino dei risparmi economici per l’impresa in modo da invogliarla ad applicare tutte queste metodologie virtuose che possano curare l’ambiente e il pianeta, e tutelare di conseguenza la nostra salute".

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