© Tgcom24
© Tgcom24
Il Brand Manager di Sparco racconta a Tgcom24 come l’azienda sia passata dalla sicurezza in pista all’antinfortunistica e alla produzione OEM, puntando su sostenibilità, design e una forte strategia di internazionalizzazione per affrontare le sfide future
di Paola Coppola© Tgcom24
© Tgcom24
Fondata nel 1977, Sparco è diventata un punto di riferimento mondiale nel settore dell’equipaggiamento di sicurezza per il motorsport, simbolo di innovazione, stile e affidabilità Made in Italy. Negli ultimi anni, l’azienda ha ampliato la propria attività al settore dell’antinfortunistica, portando nei luoghi di lavoro lo stesso livello di protezione e prestazioni sviluppato sulle piste. Con un catalogo di oltre 10mila articoli, una presenza in più di 100 Paesi e una rete di 4mila rivenditori, Sparco continua a crescere mantenendo salda la propria vocazione all’eccellenza. Niccolò Bellazzini, Brand Manager Sparco, racconta a Tgcom24 come l’azienda abbia saputo evolversi dal mondo delle corse all’antinfortunistica e alla produzione OEM (Original equipment Manifacturing, cioè la produzione di componenti in composito per il segmento luxury automotive), puntando su innovazione, sostenibilità e identità di brand per affrontare le sfide globali dei prossimi anni.
Sparco nasce nel 1977 da un sogno e oggi è un punto di riferimento globale. Qual è la chiave di questo successo?
Innovazione, tecnologia, valorizzazione del brand e diversificazione aziendale sono i quattro concetti che hanno permesso a una startup di diventare un player globale in segmenti di business eterogenei. Tutto parte da un’idea geniale e innovativa: rendere il motorsport una disciplina più sicura e, allo stesso tempo, garantire il miglior comfort e le migliori performance ai piloti e alle vetture da competizione.
La prima tuta ignifuga omologata dalla FIA e il primo sedile racing in composito, agli inizi degli anni ’80, portano la firma di Sparco. Ancora oggi l’azienda è market leader nel settore merceologico che ha inventato. Oggi è fortemente proiettata verso il futuro e ha ampliato i propri orizzonti in nuovi segmenti, sempre mantenendo un legame con il punto di partenza e con il proprio DNA.
Dalla pista al mondo del lavoro: cosa ha spinto Sparco a lanciare la linea Teamwork e quali settori rappresentano oggi i principali driver di crescita?
Sparco ha sempre prodotto dispositivi di sicurezza per la disciplina sportiva più pericolosa al mondo: l’automobilismo. Abbiamo così trasferito il nostro imponente know-how originario in un business mass market come quello dei DPI. Se ci si pensa, oggi le caratteristiche richieste a una tuta da pilota e a una scarpa da lavoro sono molto simili: leggerezza, comfort, traspirabilità, design accattivante e miglioramento delle performance per l’utente finale, che sia un pilota o un lavoratore.
Come riuscite a coniugare il vostro DNA racing con le nuove aree di business?
La nostra presenza nel motorsport e in Formula 1 da oltre 45 anni ci garantisce un heritage e una popolarità che ci agevolano fortemente nell’approccio a nuovi segmenti. A patto, però, che ci sia sempre un collegamento tra il nostro business storico e quelli che introduciamo. La brand awareness è un trampolino di lancio molto potente e un vantaggio competitivo significativo, che deve però essere supportato da tutti quegli elementi che permettono a un’azienda di diventare un player rilevante in nuovi mercati.
Nel motorsport siete pionieri nell’uso di materiali come il carbonio e nelle soluzioni ultraleggere. Come state trasferendo questo know-how nelle vostre linee OEM, sedute e calzature tecniche?
Nei “new business” abbiamo convogliato tutte le competenze e il know-how consolidati nel settore racing. Per quanto riguarda l’OEM, cioè la produzione di componentistica in carbonio per le auto di lusso, abbiamo trasferito la nostra expertise nella produzione di sedili racing in carbonio e vetroresina alla realizzazione di componenti di carrozzeria per supercar stradali come Ferrari, Lamborghini, Porsche, Bugatti, Aston Martin, ecc.
Lo stesso vale per le scarpe antinfortunistiche: produciamo scarpe racing da oltre 40 anni, con una forte attività di ricerca e sviluppo (e numerosi brevetti) su materiali, forme, suole, design e creatività. Tutto ciò che facciamo “in piccolo” sulle calzature racing, oggi lo realizziamo “in grande” per le scarpe da lavoro. Cambia la dimensione della gamma e del mercato, ma i fondamenti sono gli stessi.
Avete sviluppato una linea racing realizzata con materiali rigenerati e a scarto zero. Qual è la visione di Sparco per un motorsport e un'industria più sostenibili?
Sparco è una società ESG-driven. Abbiamo approvato con soddisfazione i nostri bilanci di sostenibilità già a partire dall’esercizio 2021 e ci apprestiamo ad approvare a breve quello del 2024. Le produzioni sostenibili e il raggiungimento dello scarto zero (obiettivo completato nel 2024) per tutte le produzioni tessili sono solo uno degli aspetti di quella che definiamo “responsabilità sociale d’impresa”.
Il secondo pilastro è rappresentato dal welfare aziendale di secondo livello, con importanti iniziative a sostegno dei dipendenti, come il bonus bebè da 3.000 euro per ogni figlio nato o adottato, il bonus scuola da 500 euro per l’acquisto di libri scolastici (per le scuole superiori e l’università), e il bonus “cum laude” da 1.500 euro per i figli che conseguono diploma o laurea a pieni voti. A ciò si aggiungono la biblioteca e l’emeroteca aziendale, il cineforum, il sostegno psicologico e molto altro.
Dalle sedie da gaming ai capi da lavoro, lo stile Sparco è inconfondibile. Quanto conta oggi il design nei prodotti tecnici e come lo bilanciate con la funzionalità?
Il design è oggi un aspetto fondamentale per i prodotti a nostro marchio. Un prodotto che sia funzionale, tecnologico e innovativo ma che, allo stesso tempo, non risulti bello, accattivante e glamour, perde oltre il 70% del suo appeal sul mercato. Per questo è strategico saper comunicare tutto ciò che sta dietro a un brand, per rendere i nostri prodotti unici e soprattutto desiderabili.
Con una presenza in oltre 100 Paesi e più di 2mila dipendenti, quali sono le strategie di internazionalizzazione su cui state puntando per i prossimi anni?
Nel motorsport l’export rappresenta il 90% del nostro fatturato. Il nostro impegno oggi è quello di rafforzare la presenza nei mercati emergenti della regione APAC. Per quanto riguarda l’OEM, la strategia di diversificazione ci sta portando ad approcciare nuovi settori, oltre all’automotive, sempre più orientati all’uso della componentistica in carbonio, come l’aerospazio e l’aeronautica. Nel settore dell’antinfortunistica siamo molto presenti nell’Europa mediterranea e l’obiettivo, nel medio periodo, è crescere rapidamente nel Centro-Nord Europa. Lo sbarco oltreoceano è un obiettivo di lungo periodo, su cui stiamo oggi gettando le basi.
Siete licenziatari ufficiali di brand iconici come Gulf, Martini Racing, Lancia HF. Come nasce una collaborazione di successo per Sparco?
La strategia di co-branding di Sparco è quella di legarsi a brand iconici che condividono la nostra storia, in modo che la somma sia superiore alle singole parti. Sono collaborazioni in cui il denominatore comune è risvegliare nei nostri clienti ed enthusiast un sentimento di passione e desiderabilità che parte dal passato (Martini Racing e Lancia HF con i rally, Gulf con l’endurance e la 24 Ore di Le Mans) e si reinventa nel presente con prodotti di forte impatto, che diventano icone di stile e contemporaneità per un pubblico trasversale.
Guardando al futuro, quali sono i progetti più ambiziosi che avete in cantiere per il mondo Sparco Teamwork e per il gruppo nel suo complesso?
Nel 2027 Sparco compirà 50 anni. In occasione di questo importante traguardo ci siamo posti l’obiettivo di raggiungere i 200 milioni di euro di fatturato di gruppo. È un obiettivo ambizioso ma assolutamente alla nostra portata. Per raggiungerlo, il contributo di tutte le business unit sarà strategico, ma quella in cui vediamo il maggiore potenziale è senza dubbio l’antinfortunistica, un segmento in cui cresciamo, anno su anno, con ritmi del 40%. Insomma: il meglio deve ancora venire. Basta spingere sull’acceleratore!