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Andrea Cipolloni: "Non solo a tavola, il cibo è un'esperienza da fare a 360 gradi"

Il Group CEO Eataly racconta a Tgcom24 la continua ricerca di fornitori selezionati per rappresentare il vero Made in Italy in Italia e nel mondo

Eataly è l'azienda del food retail che si pone l’obiettivo di valorizzare l’eccellenza enogastronomica italiana nel mondo.

Attiva nella distribuzione e commercializzazione di prodotti di alta qualità, integra offerta, produzione, vendita, ristorazione e didattica. Dal 2023 il Gruppo è partecipato al 52% da Investindustrial, società di investimento indipendente leader in Europa e oggi conta più di 5mila dipendenti e 50 punti vendita in 15 Paesi fra i quali Italia, Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Svezia, Brasile, Turchia, Arabia Saudita. Sta attuando un significativo piano di nuove aperture in alcune delle principali città del mondo. Andrea Cipolloni, Group CEO di Eataly, racconta a Tgcom24 la continua ricerca di fornitori selezionati per rappresentare il vero Made in Italy in Italia e nel mondo.


Quando inizia il suo percorso in Eataly e come mai questa scelta?
Il mio percorso in Eataly inizia quando Investindustrial ha deciso di acquisire la maggioranza della società. Sono Amministratore Delegato del Gruppo dal dicembre 2022 anche se la mia carriera professionale è iniziata molto prima in Autogrill nel 1991, azienda che ho visto crescere fino al 2022 ricoprendo incarichi che crescevano con il maturare della mia esperienza fino a diventare CEO Europe. Nel frattempo, ho avuto modo di fare altre esperienze lavorative al di fuori di Autogrill con Sapient, Banca Intesa, Unieuro, Limoni e Pittarosso. Ho sempre osservato il modello Eataly con particolare attenzione, riconoscendo nel progetto delle qualità uniche che hanno consentito al patrimonio enogastronomico italiano di affermarsi attraverso il mix di retail e ristorazione in modo ancora più forte nel mondo. Guidare questa prossima fase dello sviluppo di Eataly è una sfida che ho accettato con entusiasmo.

Quali sono i punti di forza di Eataly?
Innanzitutto le esperienze che Eataly rende possibili ai clienti. Fare la spesa, mangiare o frequentare un corso di cucina sono occasioni nelle quali fare un’esperienza a 360° nel mondo del cibo. Nei nostri negozi ogni giorno è possibile, infatti, vedere il pane che nasce dalla farina e dal lievito madre e viene cotto nei nostri forni a legna, si possono osservare i casari all’opera mentre preparano, sotto gli occhi dei nostri clienti, mozzarelle, ricotte e nodini, si può chiedere il taglio al coltello del prosciutto crudo o assistere all’apertura delle forme di Parmigiano Reggiano o Grana Padano. Oltre a questo, Eataly punta da sempre sulla filiera corta, abbiamo infatti 2.300 fornitori di cui 600 fanno meno di 5.000 euro di fatturato annuo con noi. Questo significa ricerca continua di qualità e innovazione. Tutti elementi necessari per allargare sempre di più il valore del brand nel mondo.

L’Italia è il cuore dell’azienda da cui partono e si sviluppano tutti i progetti. Come si declina l’organizzazione?
In Italia abbiamo creato una struttura corporate che rappresenta l’anima del gruppo e da cui partono le iniziative globali. Una differenza sostanziale con il passato è il processo di managerializzazione favorito dall’ingresso di Investindustrial che ha attratto talenti e competenze fondamentali per la realizzazione di un progetto così ambizioso. Parallelamente sono state valorizzate le figure manageriali già presenti in Eataly, che portano avanti il settore di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti.

Di recente ci sono stati avviati due progetti importanti che mettono l’accento nella selezione dei fornitori. Può parlarcene?
A distanza di oltre dieci anni abbiamo reintrodotto nei nostri ristoranti il pregiato tonno rosso del Mediterraneo. Questo perché siamo stati in grado di selezionare un fornitore che potesse consentirci un controllo sulla sostenibilità del metodo di pesca e sulla possibilità di valorizzare tutte le parti del pesce. La selezione del fornitore è stata fondamentale anche per creare il primo whisky interamente Made in Italy che abbiamo lanciato con Villa de Varda. Tutte le fasi di produzione di questo distillato si svolgono in Trentino, tra le Dolomiti del Brenta, con materie prime autoctone come le acque delle sorgenti della Paganella e la filiera di produzione di cereali completamente locale.

Una delle novità sono anche i prodotti a marchio Eataly...
Un brand come il nostro non poteva non avere i suoi prodotti esclusivi da portare con orgoglio in tutti i mercati del mondo. Per questo lo scorso Natale abbiamo lanciato i primi prodotti a marchio Eataly destinati sia al mercato italiano che a quello globale e questo per noi è stato un grande passo per confermare Eataly come ambasciatore e punto di riferimento dei prodotti italiani di alta qualità. Abbiamo deciso di partire con una linea di panettoni e pandoro realizzati in Piemonte, per i quali è stato fatto un attentissimo lavoro di selezione delle materie prime. Ma non ci siamo fermati. Siamo già pronti con pasta, cioccolato e caffè. Per realizzare queste novità abbiamo selezionato i migliori fornitori in grado di darci garanzie su filiera italiana, ingredienti e processi e con loro stiamo realizzando dei prodotti iconici che desideriamo conquistino la fiducia dei nostri clienti.

Dando uno sguardo al mercato internazionale, come cambia il mercato rispetto all’Italia?
Cambia, ma i tratti comuni per i quali siamo scelti dai nostri clienti sono sempre gli stessi: semplicità, autenticità e tradizione. All’estero i clienti vengono principalmente per sperimentare in prima persona il Made in Italy e poi ci sono gli italiani che sono certi di trovare "aria di casa". Così come in Italia, anche all’estero proponiamo corsi didattici per comprendere le tradizioni, le ricette e gli ingredienti di altissima qualità che vendiamo nei nostri negozi. Sicuramente queste esperienze sono molto apprezzate dalla clientela straniera.

Eataly è da sempre sinonimo di sostenibilità e impegno sociale.
Investindustrial, il nostro attuale azionista di maggioranza, è molto attento alle tematiche ESG. Eataly storicamente ha una filiera molto corta con piccoli produttori di eccellenza che operano con logiche locali e grazie a noi possono farsi conoscere all’estero. Anche quest’anno lanceremo importanti progetti di filiera corta che avranno un impatto positivo immediato nei nostri ristoranti e incidendo nelle opportunità di scelta dei nostri clienti e puntando sempre di più su sostenibilità e consapevolezza alimentare.

Progetti futuri?
Ne abbiamo tanti, a partire dalle nuove aperture. Nel Nord America l’obiettivo è aprire una ventina di nuovi punti vendita nei prossimi cinque anni. Il programma è già partito con l’apertura del secondo Eataly di Toronto in Canada e il terzo Eataly di New York, a SoHo. Abbiamo in previsione poi di aprire un Eataly a Philadelphia, all’interno del mall King of Prussia, uno dei più iconici della Pennsylvania, e due punti vendita a Miami. In Italia abbiamo aperto un nuovo e importante punto vendita all’interno della stazione ferroviaria di Roma Termini e partiremo presto con il rinnovo dei punti vendita esistenti, in un’ottica di miglioramento continuo. In Europa puntiamo a città come Dresda, in Germania, dove apriremo un punto vendita all’interno di un hub importante come la stazione e poi abbiamo in cantiere uno store a Bruxelles.

Quali sono le sue passioni extra lavorative?
Sono molto appassionato di ciclismo, ma tutte le volte che cambio azienda per il primo anno non riesco a dedicarmi alla bici. Il mio sogno nel cassetto è appunto ricominciare a pedalare perché, oltre a rendermi felice, significa che il mio periodo di "apprendistato" è definitivamente finito!

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