Le parole di Sanae Takaichi hanno fatto il giro del mondo. Non solo perché a dirlo è stata una leader di governo, ma soprattutto perché hanno toccato una verità che riguarda milioni di donne: dormire bene, per molte, è ancora un’impresa
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Il sonno è un diritto, non un lusso. Per questo quando la premier giapponese Sanae Takaichi ha ammesso pubblicamente di dormire "solo dalle due alle quattro ore per notte", la notizia ha fatto il giro del mondo. Non solo perché a dirlo è stata una leader di governo, ma soprattutto perché quelle parole hanno toccato una verità che riguarda milioni di donne: dormire bene, per molte, è ancora un’impresa.
Il sonno femminile è un tema di salute pubblica - Il caso giapponese ha un valore simbolico importante. In un contesto politico e culturale che spesso celebra la produttività a discapito del benessere, la premier ha portato alla luce una realtà universale: la privazione di sonno non è un segno di forza, ma un fattore di rischio per la salute. E per le donne, molto più che per gli uomini, questo rischio è amplificato da fattori biologici, sociali e familiari. Dormire non significa semplicemente “riposarsi”: è un processo fisiologico che permette al cervello e al corpo di rigenerarsi. Nelle donne, però, la qualità del sonno è spesso influenzata da variabili specifiche come oscillazioni ormonali (ciclo mestruale, gravidanza, perimenopausa e menopausa); carico mentale e organizzativo (la gestione della casa, della famiglia, dei genitori anziani ricade ancora in larga parte sulle donne); stress lavorativo. La combinazione di questi elementi può rendere il sonno irregolare, frammentato o insufficiente.
I numeri in Italia parlano chiaro - Le dichiarazioni della premier giapponese trovano un’eco preoccupante anche in Italia. Secondo l’Aims (Associazione Italiana di Medicina del Sonno) ci sono 13,4 milioni di italiani che soffrono di insonnia (cronica + transitoria) e di questi il 60% sono donne. I dati del settore mostrano molte donne dormono meno di 6 ore per notte, ben al di sotto delle 7-9 consigliate per un adulto sano. Quasi 8 donne su 10 riferiscono di aver avuto almeno occasionalmente disturbi del sonno nel corso dell’anno. Le difficoltà del sonno aumentano nelle fasi biologiche critiche: gravidanza, post-partum, perimenopausa. Ansia, responsabilità familiari e lavoro sono indicate come le principali cause della scarsa qualità del sonno femminile. - Se le donne italiane dormono meno e peggio, non si tratta di una semplice abitudine: è un segnale sanitario da non ignorare.
Un segnale da non sottovalutare - Dormire 2-4 ore a notte, dunque, non è solo sconsigliabile: è potenzialmente pericoloso. La mancanza di sonno, soprattutto se cronica, è associata a maggiore rischio di malattie cardiovascolari; disturbi dell’umore, ansia e irritabilità; calo delle difese immunitarie; difficoltà di concentrazione e memoria; squilibri metabolici, aumento di peso, alterazioni del cortisolo; peggioramento della salute della pelle (come ha ammesso la premier stessa). Per le donne in particolare, uno scarso riposo può influenzare il ciclo mestruale, la fertilità e i sintomi della menopausa.
Dormire è un diritto, non un lusso - Le parole di Sanae Takaichi hanno riacceso il dibattito perché mostrano un paradosso: più si sale nella scala delle responsabilità, più si è portati a sacrificare il riposo. Ma il corpo non fa sconti. La salute ha bisogno di ore, di quiete, di spazi.E questo vale soprattutto per le donne, che più spesso si trovano a combattere una battaglia invisibile contro il tempo: lavoro, casa, famiglia, impegni. E infine il sonno, quando rimane. Riconoscere l’importanza del sonno femminile significa prendersi cura della salute oggi e prevenire malattie domani