Spesso le seconde occasioni per le coppie sono destinate a fallire: si rivelano un'illusione romantica che difficilmente recupera il sapore originario
© Tgcom24
I ritorni di fiamma sono tra i temi più affascinanti e ricorrenti nel racconto popolare delle relazioni. L’idea che “se è vero amore, ritorna” alimenta romanzi, film, canzoni e, inevitabilmente, anche il gossip. Ma spesso le seconde occasioni sono destinate a fallire: molti ritorni si rivelano un'illusione romantica, una minestra riscaldata che difficilmente recupera il sapore originario. E la vicenda di Álvaro Morata e Alice Campello (tornati sotto i riflettori per una nuova crisi) è uno degli esempi di una dinamica complessa che non sempre trova il lieto fine.
L’amore a intermittenza: un fenomeno diffuso ma spesso dannoso - Gli psicologi parlano di on-again/off-again relationships, un modello caratterizzato da periodi di rottura seguiti da riavvicinamenti più o meno stabili. E, stando ai numeri, qeusta intermittenza è molto più diffusa di quanto si pensi. Circa il 60% delle coppie vive almeno un breve periodo di allontanamento e circa un terzo torna insieme in modo esplicito.Ma solo una minoranza trasforma quel ritorno in una relazione stabile. Il dato interessante è che le coppie a intermittenza mostrano, nel tempo, livelli inferiori di soddisfazione, benessere e stabilità rispetto alle coppie “lineari”, cioè quelle che restano insieme senza interruzioni significative. Questo perché il ciclo di separazione-riconciliazione crea un modello instabile che, alla lunga, logora. fatto di più litigi, meno fiducia, maggiore ambivalenza emotiva, difficoltà di comunicazione.
Perché è complicato far funzionare un ritorno di fiamma? - Molti ritorni nascono dal desiderio di ritrovare i momenti felici del passato. Ma i motivi che hanno portato alla rottura non svaniscono: se non vengono affrontati, riaffiorano identici ,o amplificati. Anche quando la coppia prova a ricominciare da capo, infatti, resta il ricordo della delusione vissuta: si perde spontaneità, si instaura una sorta di cautela permanente. È come riparare un vetro rotto: anche dopo il restauro, le crepe rimangono. Molti ritorni nascono in momenti di fragilità personale: fine di un ciclo, cambi di vita, insicurezza, bisogno di conforto. Ma tornare insieme perché si sta male da soli non aiuta a stare meglio insieme. Oppure, soprattutto nel caso di coppie sposate o con bambini, la pressione sociale o il desiderio di proteggere la famiglia può spingere a tentare una riconciliazione. Un motivo comprensibile, ma non sempre sufficiente.
Morata e Campello, un esempio tra tanti - La nuova crisi tra Morata e Campello non è il primo o l'ultimo caso di fallimento di riconciliazione di coppia. Tra i più "appassionati" impossibile non citare Belèn Rodríguez e Stefano De Martino. I De Martinez, così ribattezzati, hanno fatto appassionare i loro fan tra separazioni, ritorni, convivenza, fino a nuovo addio definitivo. Anche i Ferragnez (Fedez e Chiara Ferragni) hanno attraversato diverse crisi e riavvicinamenti, fino alla rottura finale. Così come una coppia che sembrava solidissima, Claudio Amendola – Francesca Neri: dopo un tentativo di ricucire è arrivata la separazione definitiva. E tra i vip internazionali la statistica diciamo che non aiuta.
Come far funzionare le "seconde volte" - Un ritorno può davvero trasformarsi in una seconda storia d’amore solida solo quando avvengono due cambiamenti fondamentali, e cioè quello personale autentico e quello della relazione. Bisogna lavorare prima su se stessi attraverso una terapia che insegni la maturazione emotiva, la comprensione dei propri limiti e delle proprie responsabilità. Non basta “mancarsi”: serve evolvere. E per la coppia servono nuove regole, una nuova comunicazione e dei nuovi confini. La coppia non può riprendere “da dove aveva lasciato”: deve rigenerarsi. Se anche uno solo di questi elementi manca, il ritorno rischia di essere un déjà-vu emotivo.