850mila yen

Otto funghi matsutake venduti all'asta in Giappone per 4.850 euro

Sono tra i più pregiati della cucina giapponese e saranno serviti ai clienti che pernottano nel ryokan locale. Imbattuto però il record del 2024

12 Ott 2025 - 10:50
 © Ansa

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Otto funghi matsutake, tra i più pregiati della cucina giapponese, sono stati venduti per l'impressionante cifra di 850mila yen, equivalenti a 4.850 euro, durante la prima asta stagionale del mercato cittadino di Tambasasayama, nella prefettura di Hyogo.

La prima asta stagionale del 2025

 La vendita record, spinta in parte dalle tradizionali "tariffe di congratulazioni" riservate al primo raccolto autunnale, è stata aggiudicata dal celebre ryokan Kinmata, locanda tradizionale nota per la cucina giapponese raffinata, radicata nella tradizione locale.

L'asta di apertura è arrivata con sei giorni di anticipo rispetto al 2024, con i funghi messi in vendita ancora allo stadio di bocciolo, e una lunghezza compresa tra i 6,5 e gli 11 centimetri. Il lotto, dal peso complessivo di 263,5 grammi, è risultato il più pesante tra i primi raccolti stagionali registrati dal 2018, anno in cui è stato inaugurato il mercato, raccontano i media locali.

Ottimista a questo riguardo il banditore e direttore del mercato di Tambasasayama, Tomoharu Iseki, secondo cui la stagione si prospetta abbondante grazie alle piogge cadute dopo la festività estiva di Obon, a metà agosto, con il terreno in montagna che ha mantenuto un buon livello di umidità, ideale per questa varietà di funghi.

Sebbene i matsutake siano solitamente venduti a un prezzo compreso tra 100mila e 150mila yen al chilo, pari a un valore di 700 euro in media, il valore del primo raccolto ha subito un'impennata durante l'asta, con il banditore che ha alzato rapidamente le offerte al suono della campana d'apertura.

Noritsugu Yoshimura, chef executive del Kinmata, ha dichiarato con soddisfazione: "Serviamo matsutake provenienti da tutto il Giappone, ma quelli coltivati qui si distinguono per aroma e sapore intensi".

Il ryokan, tradizionale locanda giapponese, nota per offrire oltre alla cucina locale un'esperienza culturale autentica attraverso camere con pavimenti in tatami e letti futon e l'uso di bagni termali (onsen), prevede di servire i funghi alla griglia agli ospiti che vi pernottano.

Imbattuto il record del 2024

 Il 17 ottobre 2024, alla prima asta stagionale nella prefettura occidentale di Hyogo, in Giappone, sei funghi matsutake dal peso complessivo di 193 grammi furono battuti a 960.000 yen, equivalenti a poco più di 5.900 euro.

L'evento si era tenuto nella cittadina di Tamba, conosciuta per la qualità matsutake, considerata una specialità autunnale dell'area. I funghi erano lunghi tra i 5 e i 13 centimetri e sono stati selezionati da Kinmata, un famoso riyokan della zona.

Perché i funghi matsutake sono così costosi

 I funghi matsutake, nome scientifico Tricholoma matsutake, sono funghi micorrizici molto pregiati, apprezzati soprattutto in Giappone per il loro aroma speziato e terroso. Sono costosi (in Giappone, in particolare, sono paragonati a un tesoro nazionale e considerati un bene di lusso) e rari per la loro difficoltà di coltivazione. Crescono in Asia, Europa e Nord America, specialmente sotto i pini e in terreni sabbiosi.

Hanno un cappello che va dal marrone chiaro al marrone scuro, con un diametro che può variare da 6 a 20 centimetri e un gambo solido per consistenza. Dall'odore intenso e fruttato, hanno proprietà nutrizionali e medicinali, perché ricchi di magnesio, potassio e acido folico, e sono considerati benefici per il sistema immunitario e per il controllo di colesterolo e glicemia.

Vengono cucinati al forno, alla griglia, stufati o usati in sughi e zuppe. Secondo gli esperti del mercato di Tamba, i funghi matsutake, tipici della zona, hanno un aroma unico a causa della dispersione termica che avviene nell'area durante la notte, spesso caratterizzata dalla presenza di una coltre di nebbia. A causa di una minore incidenza della pioggia nell'estate 2024 e per via del caldo prolungato la raccolta era iniziata due settimane dopo il tempo previsto. La fragranza tuttavia, spiegavano gli esperti culinari, era inalterata, e non erano "segnalati danni ai funghi provocati dagli insetti".

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