Il governo britannico torna all'attacco: bollire vive aragoste e crostacei potrebbe diventare illegale perché secondo la scienza provano dolore
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L'Inghilterra dice stop alle aragoste vive nell'acqua bollente per mettere fine a una pratica culinaria considerata sempre più crudele e anacronistica. Torna prepotentemente sul tavolo la proposta di vietare la bollitura da vivi dei crostacei perché non sono semplici ingredienti, ma esseri senzienti, capaci di provare dolore. Ed è proprio da questa consapevolezza che la Gran Bretagna vuole ripartire. Un'idea che non nasce oggi, ma che si inserisce in una strategia più ampia di riforma delle leggi sul benessere animale. A rilanciarla sono i laburisti, sostenuti dalle associazioni animaliste, con l'obiettivo di colmare un vuoto normativo che, nonostante i proclami, continua a lasciare spazio a pratiche considerate inaccettabili.
Già quattro anni fa il governo britannico aveva commissionato uno studio a un gruppo di esperti della London School of Economics. La conclusione era stata netta: esistono solide prove scientifiche che dimostrano come i crostacei decapodi e i molluschi cefalopodi siano esseri senzienti. Una verità riconosciuta anche dal Parlamento, ma mai tradotta fino in fondo in tutele concrete nelle cucine. La nuova proposta mira a vietare l'uccisione dei crostacei quando sono ancora coscienti. In pratica, stop all'immersione diretta nell'acqua bollente.
Al suo posto, l'obbligo di ricorrere a tecniche considerate meno dolorose: stordimento elettrico, raffreddamento con aria fredda o immersione nel ghiaccio prima della cottura. Secondo i promotori della riforma, continuare a tollerare la bollitura da vivi è incompatibile con il riconoscimento giuridico dei crostacei come esseri senzienti. Un paradosso che la Gran Bretagna vuole finalmente risolvere.
Il Regno Unito non sarebbe un caso isolato. Nel mondo, seppur lentamente, qualcosa si muove. Norvegia, Nuova Zelanda, Svizzera e Olanda hanno già vietato la bollitura dei crostacei vivi, imponendo l'uso di tecniche di stordimento prima della cottura. E anche in Italia, seppur senza una legge nazionale, si registrano segnali importanti. Nel 2017 la Corte di Cassazione ha stabilito che esporre aragoste vive con le chele legate sul ghiaccio può configurare il reato di maltrattamento di animali. Sulla scia di quella sentenza, nel 2021 il Comune di Parma ha introdotto un regolamento che vieta di cucinare crostacei da vivi e di legarne le chele.