Nel documentario in onda venerdì 7 novembre alle 22:20 su Focus l'avventura imprenditoriale del presidente dell'Eni "ridimensionata" dal Caso Mattei
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Alle 18:45 del 27 ottobre 1962 nel cielo sopra Linate, India Alfa Papa, il bireattore dell'Eni che stava riportando dalla Sicilia a Milano il presidente Enrico Mattei e che oltre al pilota aveva a bordo anche il reporter statunitense William McHale, precipita nella campagna pavese di Bascapè, a pochi chilometri dalla destinazione. Iniziava il "caso Mattei". Secondo alcuni un "mistero". Per altri un "segreto" ben custodito. Una polemica, paradossale, che continua ai giorni nostri. Anche perché il "caso Mattei" ha anticipato e incrociato le più drammatiche, oscure e complesse vicende della Repubblica italiana. Come dirà il 26 ottobre 1986 l'allora presidente del Senato Amintore Fanfani, "forse l'abbattimento dell'aereo di Mattei più di venti anni fa è stato il primo gesto terroristico nel nostro paese. Il primo atto della piaga che ci perseguita"...
Il "caso Mattei" è, dunque, il "paradosso Mattei". Come scrissero i più accreditati biografi di Mattei, in quel rogo sopra Linate scompariva l'uomo che era stato definito "l'imperatore della Repubblica", che era stato paragonato a Hitler e a Castro, a Rockefeller e a Garibaldi, a Napoleone e ai condottieri del Rinascimento. Ma la straordinaria vicenda del manager di Stato Enrico Mattei rimane drammaticamente schiacciata dal tenebroso "giallo" della sua morte, attirando attenzioni curiose, se non addirittura morbose, lasciando in secondo piano gli incredibili risultati economici, sociali e diplomatici ottenuti dal padre padrone dell'Eni.
A oltre 60 anni dalla sua morte, la biografia di Enrico Mattei ricostruisce lo scenario di fondo dell'Italia di quegli anni. Quando prendono forma le strutture, le responsabilità, le coincidenze, gli egoismi, che caratterizzano il nostro presente. Senza l'Eni e senza Enrico Mattei, una delle figure storiche più importanti della Prima Repubblica, il boom economico non ci sarebbe stato, perlomeno non nella misura in cui si è realizzato nel tessuto economico e industriale italiano. Gli idrocarburi furono l'ossigeno vitale dell'industria nascente o rinnovata. Il fondatore e presidente dell'Eni aveva avuto un'intuizione fondamentale che gli sarebbe costata la vita: senza un'indipendenza energetica nazionale e una chiara politica a tale scopo, lo sviluppo economico di uno Stato risulta irrimediabilmente compromesso.
Per indagare questa complessa vicenda - a metà strada tra un giallo di Dan Brown e la realtà del boom economico italiano - Paradosso Mattei. I misteri di una vita irripetibile propone, tra le altre e in una serrata altalena di emozione e di storia, di depistaggi e di reticenze, le testimonianze di Sabino Cassese giovane collaboratore del fondatore dell'Eni; quelle della gente di Bascapé, passate fedelmente di generazione in generazione; di Vincenzo Calia, il pm di Pavia che grazie al riesame tecnico-scientifico dei reperti della tragedia ha accertato la natura dolosa dello schianto dell'aereo di Mattei e quella di Lupo Rattazzi, nipote di Gianni Agnelli e presidente della compagnia aerea Neos, che contesta la tesi dell’attentato a Mattei. E si attiene alle due inchieste che nel 1962 esclusero la possibilità di un'esplosione in volo.
Alla fine, quello che appare indiscutibile è che le polemiche sugli ultimi istanti di vita di un personaggio della caratura internazionale, economica, geopolitica e imprenditoriale di Enrico Mattei non hanno la forza di ridurre, avvilire o minimizzare l’impatto che la sua straordinaria e irripetibile azione di manager di Stato ha prodotto. A livello storico, industriale e diplomatico, in ogni quadrante del pianeta, si trattò di una parabola, come dicono negli Stati Uniti, larger than life. Molto più grande di una vita intera...
di Gianluca Mazzini