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Elena Sofia Ricci: "Sono una mamma rompiscatole"

Lʼattrice racconta a "Verissimo" le sue gioie familiari: "Ai giovani dobbiamo insegnare lʼautostima"

"Io non sono mai venuta qui e adesso ci vengo per due settimane di fila". Dopo aver raccontato i suoi ricordi, la sua famiglia allargata, il rapporto con la fede e gli abusi subiti a 12 anni nella puntata di settimana scorsa, Elena Sofia Ricci torna nel salotto di "Verissimo", ospite di Silvia Toffanin, questa volta per parlare di amore e figli. Attrice poliedrica che non ha mai smesso di cercare e di sperimentare, Elena Sofia ha festeggiato da poco i 40 anni di carriera. "Da ragazza avevo un rapporto conflittuale con gli uomini, me li sceglievo tutti sbagliati. Trovavo sempre quello che ti molla, con qualche rara eccezione. Ma molto meno in percentuale. Ero una ragazza complicata e mi trovavo ragazzi da curare. Avevo la sindrome della crocerossina. Una fesseria, perché non possiamo salvare nessuno; ognuno si salva da solo", dichiara Elena Sofia. Da ragazza fumavo le sigarette. Ho smesso da 30 anni. Sono diventata salutista, mangio bene, faccio ginnastica... una noia mortale", scherza Elena Sofia, che poi lancia un messaggio ai giovani: "Mollate le sigarette". Ricci, che è sposata con il musicista Stefano Mainetti, ha appena terminato di girare una fiction dedicata a Maria Levi Montalcini. "Interpretando la professoressa Montalcini ho capito l'amore per i giovani. Sono i nostri figli che devono fare la rivoluzione e cambiare questo Paese. La cultura è l'unica arma che può cambiare il mondo, renderci migliori. Ed è questo che provo a trasmettere alle mie figlie". A proposito di famiglia e figlie, Elena Sofia spiega: "Sono una mamma classica, italiana. Sono una rompiscatole, anche se esiste una zona di privacy che deve essere rispettata. Oggi i social riempiono la vita dei ragazzi, che così sono controllati a vista. Non possono più nemmeno bigiare da scuola. Noi dobbiamo mettere loro in mano gli strumenti per capire cosa sia giusto e sbagliato, dobbiamo dare loro l'autostima. Poi devono camminare con le loro gambe, perché stiamo consegnando un mondo che non è bellissimo. E io ho paura per loro".