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Canale 5 dedica uno speciale a Nino Manfredi: "Cinema, tv, Musica - 100 anni fa Nino"

In onda sabato 20 marzo in occasione del centenario della nascita del grande attore

IPA

In occasione del centenario della nascita di Nino Manfredi, sabato 20 marzo, in seconda serata, su Canale 5, lo speciale TG5 affidato ad Anna Praderio ricorda il grande attore capace di alternare ruoli comici e drammatici, l’eroe umanissimo della commedia italiana, amatissimo da famiglia e amici, e ammiratissimo da colleghi di tutte le generazioni.
 

Per gli italiani è stato una sorta di persona di famiglia, un artista completo, dal cinema al teatro, dalla musica alla tv alla pubblicità, con le famose campagne del caffè. E sono molti i testimoni delle sue qualità umane e professionali riuniti nell’approfondimento della testata diretta da Clemente Mimun, "Cinema, TV, Musica - 100 anni fa Nino".

 

C'è la moglie Erminia, che mostrando l’immagine di un giovane Nino, svela: "È una foto che amo tantissimo, la tengo davanti al letto e parlo con lui ogni giorno». E Luca, il figlio, che racconta:"Papà ha dedicato la sua vita al lavoro, che amava più di ogni altra cosa". Per Roberta, la figlia, il padre è costantemente "nel mio cuore e il suo lavoro lo rende sempre presente".

 

E poi ci sono i colleghi e gli amici. Secondo Carlo Verdone, Manfredi è stato "un’artista pieno di grazia e stile, un mito della sua generazione". Lino Banfi lo pensa come un "fratello maggiore" e Sabrina Ferilli come "il più grande Rugantino". Edoardo Leo, che ha lavorato con lui, parla di un "gigante che ha attraversato tutti i generi, dalla commedia al dramma, da Pinocchio a Girolimoni".

Per Enrico Vanzina, Nino ha regalato agli italiani "il suo dialetto, il suo modo di parlare, di un attore venuto dalla provincia, che faceva molto ridere, semplice ma al tempo stesso molto complesso". Renzo Arbore conferma che "con Tanto pe’ canta’ Nino è entrato nel mito". Leo Gullotta, infine, lo descrive come "molto attento sul lavoro, pignolo, sempre preparatissimo, dotato di una struttura interpretativa forte", così come Catherine Spaak ne rammenta l’essere "puntiglioso e un compagno di lavoro rispettoso e riservato".

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