Boris nonostante il nome trozkysta, di rosso ha solo il colore: è un pesciolino portafortuna che scodinzola senza costrutto nella boccia per pesci rossi, appunto- di un regista un po' sfigato, tal Renè Ferretti, Romolo Siena dei poveri. Dalla boccia e pure dal regista- la realtà appare allegramente deformata. E da Boris si dipana, in una matassa ingarbugliatissima ma dalla perfetta narrazione ad incastro, proprio il telefilm omonimo della Fox (a raffiche di repliche su Sky Cielo, digitale terrestre) in attesa della sua versione filmica.
Boris, da tre anni, è un oggettino di culto e, al contempo, una piccola rivoluzione dei palinsesti. Narra del dietro le quinte di un set dove si sta girando una serie tv dal terrificante titolo Gli occhi del cuore quindi meta televisione -; sviluppa dialoghi al fulmicotone impreziositi dalla musica di Elio e le Storie Tese; e incastra fra loro soggetti più disparati, che a loro volta interpretano un ruolo: l'attore stronzo Stanis La Rochelle che interpreta il protagonista intagliato nell'egolatria, l'attrice Corinna ancora peggio di Stanis, il capo elettricista Biascica, l'assistente alla regia Arianna, il produttore spietato, una troupe che pare uscita dall'Armata Brancaleone, un comico detto Martellone che termina il suo numero con una parolaccia Bucio di culo!, e tutti ridono.
Ne risulta un mix raffinato e assai snob, tant'è che i maggiori attori, da Valerio Mastandrea a Corrado Guzzanti, si scazzottano per esservi presenti in un cameo. Intendiamoci, Boris non è un'idea originale. Rubacchia un po' a un grande film corale del '76 Signore e signori, buonanotte scritto da Age, e un po' a Soapdish-Bolle di sapone ('91) ambientato nel regno delle telenovelas dove Sally Field non aveva nulla da invidiare a Caterina Guzzanti. Però Boris trasuda una satira ferocissima sulla tv, sull'aridità famelica degli autori che scrivono basandosi sul mercato delle vacche dei sentimenti e sui sentimenti delle vacche intese nel senso di starlette raccomandate. Roba che nessun canale generalista potrebbe mai trasmettere.
Francesco Specchia