televisione

Fazio-Saviano:no a puntata pro-vita

25 Nov 2010 - 19:03

Fabio Fazio, Roberto Saviano e gli autori di Vieni via con me ritengono "inaccettabile" la richiesta del cda Rai di ospitare, nell'ultima puntata, "le associazioni pro-vita per replicare al racconto di Roberto Saviano su Piergiorgio e Mina Welby, e all'elenco letto da Beppino Englaro e Fazio nella 2° puntata". Ciò significherebbe definire come "pro-morte" una trasmissione che "non ha né il dovere né la presunzione di rappresentare tutte le opinioni".

Inaccettabile. Così Fabio Fazio e Roberto Saviano e il gruppo di autori di 'Vieniviaconme', il programma di Raitre  in onda il lunedì in prima serata, bolla la decisione - adottata a maggioranza - del Consiglio di amministrazione della Rai di chiedere ospitalità, nella quarta e ultima puntata della trasmissione, per le associazioni pro-vita per replicare al racconto di Roberto Saviano nella seconda puntata, quella del 15 novembre, dedicato a Piergiorgio e Mina Welby, e all'elenco letto da Beppino Englaro e dallo stesso Fazio.

Richiesta inaccettabile "per una ragione specifica e per una ragione di principio", dicono i conduttori e gli autori in una nota arrivata a stretto giro di posta come risposta al Cda di viale Mazzini. La ragione specifica: "concedere un cosiddetto diritto di replica alle associazioni pro-vita, significherebbe avallare l'idea, inaccettabile, che la nostra trasmissione sia stata "pro-morte", mentre abbiamo raccontato due storie di vita, sottolineando la pari dignita', di fronte alla prosecuzione artificiale della vita, di chi sceglie di accettarla e di chi sceglie di rifiutarla".

Per la precisione - sottolinea la risposta -, è stata letta da Beppino Englaro questa pronuncia del 2007 della Corte di Cassazione: "Accanto a chi ritiene che sia nel proprio migliore interesse essere tenuto in vita artificialmente il più a lungo possibile, anche privo di coscienza, c'è chi, legando la propria dignità alla vita di esperienza e questa alla coscienza, ritiene che sia assolutamente contrario ai propri convincimenti sopravvivere indefinitamente in una condizione di vita priva di percezione del mondo esterno".

Fazio, Saviano e il gruppo di autori del programma ricordano che queste "sono parole della Corte di Cassazione della Repubblica italiana: rappresentano tutti, nessuno escluso". Quanto alla ragione di principio, "un programma di racconti, come il nostro, non ha la pretesa ne' il dovere ne' la presunzione di rappresentare tutte le opinioni. Non siamo un talk-show, non siamo una tribuna politica. Se ogni associazione o movimento che non si sente rappresentato da quanto viene detto in trasmissione chiedesse di dire la sua, non basterebbero mille puntate di "Vieniviaconme'. La Rai dispone di spazi adatti per dare voce alle posizioni del movimento pro-vita, che del resto gia' ne usufruisce ampiamente". L'idea che "ogni opinione, ogni racconto, ogni punto di vista, ogni storia umana debba essere sottoposta a un obbligo di replica ci pare lesiva della libertà autorale, della libertà di scelta del Pubblico, e soprattutto della libertà di espressione".

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