televisione

Colò: "Sogno un programma folle"

30 Apr 2010 - 09:40

A volte gli animali possono essere degli angeli che illuminano la vita delle persone. Lo dimostrano le storie che Licia Colò ha raccolto in "C'era una volta una gatta", il nuovo libro in cui racconti di vita vera riescono a commuovere o far sorridere il lettore. "Spero sempre che questi libri possano far cambiare idea a chi non ama gli animali" dice la Colò a Tgcom. E sul fronte televisivo afferma: "Sogno qualcosa di completamente folle".

Il nuovo libro è la diretta conseguenza di "Cuore di gatta" (2007): "Quello è stato l'inizio di tutto - spiega -. Una sorta di autobiografia in cui raccontavo il rapporto che può nascere tra me e un animale, la gatta Pupina, attraverso i vari episodi della vita. Poi "L'ottava vita" è stato un po' il seguito. Tra l'altro tengo al fatto che i proventi dei libri sono andati tutti al 'Fondo Pupina', perché mi piace l'idea di aiutare gli animali e le persone che li aiutano".

Con "C'era una volta la gatta" è come se avessi allargato la visione dalla tua vita al mondo che ti circonda...
Sì. Dopo i primi libri ho ricevuto migliaia di mail di persone che non facevano il classico complimento ma che mi volevano rendere partecipe di qualcosa che era accaduto a loro. Ho messo tutte queste mail da parte e ho deciso di raccogliere in un terzo libro le esperienze di tutte quelle persone per cui gli animali hanno valore inestimabile.

Hai la speranza che le storie che racconti facciano cambiare idea a qualcuno di quelli che non riescono a capire l'amore per gli animali?
In realtà io scrivo proprio per queste persone, non per chi già la pensa come me, altrimenti finisce con l'essere un circuto chiuso dal quale non si esce. Forse aprendo le proprie orecchie e la propria testa alle sensazioni che ti racconta un'altra persona anche chi è scettico o chiuso potrebbe a sua volta aprirsi a una nuova visione per gli animali. Però temo che fino ad oggi questo sia rimasto un sogno.

Da oltre dieci anni conduci "Alle falde del Kilimagiaro", che è una sorta di riserva protetta. Ormai è la tua casa...
Intanto devo dire che le riserve non mi appassionano, mi piacerebbe muovermi libera per tutto il pianeta. Sicuramente è un programma che amo, ma dopo tanti anni non mi dispiacerebbe un po' di innovazione. Questo è un momento televisivo molto delicato. Con satellite e digitale la tv sta cambiando molto velocemente, con cali d'ascolto un po' generali che hanno toccato anche noi. Mi è di stimolo per andare avanti in questo il fatto che ci sia molta affezione.

Come vedi il futuro prossimo della televisione generalista? 
Quando c'è stato l'avvento della tv si pensava decretasse la fine della radio. E invece non è stato così. Allo stesso modo non credo sia la fine della tv generalista. Si andrà avanti anche se i numeri non saranno gli stessi. Tutta questa scelta, che è giusta, personalmente non la amo. Cosa me ne faccio di trecento canali? Perdo più tempo a scegliere qualcosa che a guardarlo.

Qual è la trasmissione alla quale sei più affezionata?
Sicuramente "L'arca di Noè", che ho iniziato a Canale 5 nel 1989. E' stato un programma che ho fortemente voluto io e in cui mi sono dedicata per la prima volta nell'interazione uomo-animale. E poi è diventata la strada della mia vita. Questi miei interessi da sempre, ma in quell'anno è come se avessi deciso cosa volevo fare da grande. Ho avuto l'opportunità di fare una puntata zero, che è andata molto bene, e poi il programma è andato avanti per molto tempo.

Sei stata anche un volto amatissimo della tv dei ragazzi con "Bim Bum Bam". Che ricordi hai di quel periodo?
Bellissimi. Eravamo tutti molto giovani. C'era Giancarlo Muratori, che dava la voce a Uan, che era un attore di teatro straordinario. Ho un ricordo sereno di una giovane ragazza che faceva un programma per bambini. Ho un po' di rimorso per le migliaia di lettere che scrivevano i bambini e alle quali nessuno rispondeva, perché non c'era proprio la possibilità. Una cosa tristissima...

E invece qual è il tuo sogno professionale per il futuro?
Mi piacerebbe fare un programma che ha poco o niente a che vedere con il mio campo, però divertente, allegro e solare. Una cosa  temporanea, diciamo come fosse un'ora di ricreazione nella quale fare una cosa diversa e completamente folle, per divertirmi per un po' di mesi.

Massimo Longoni

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