Telebestiario di Francesco Specchia
Veni, vidi, Vinci. Vinci nel senso di Alessio. Cioè, qui si parla del ragazzone dalla mascella quadra e dallocchio ceruleo che parrebbe uscito da un film americano e che invece sostituisce, da pochi giorni, Chicco Mentana alla conduzione di Matrix. Dellesordio intimidito di Vinci in giacca chiara e cravatta celeste, del suo eloquio toscano impastato dalluso quotidiano dellinglese (Vinci è stato per anni corrispondente del sud Europa per la Cnn, mica cavoli), della puntata desordio col ministro Carfagna che lo cazziava brutalmente, del suo distacco dagli eventi e anche un po dagli ascolti (Vespa al primo scontro ha vinto sullo share 30 a 10, ma aveva ospite il Paolobonolissimo di Sanremo ); ecco, di tutto ciò, non discuteremo.
Né entreremo nel merito delle accuse di sovietizzazione di Mediaset che Mentana va propalando in ogni trasmissione che lo ospita da quando non ha più la sua. Non lo faremo un po perché checchè ne dica Santoro che ha fatto di Chicco un partigiano della resistenza antiberlusconiana anzitempo- sono beghe da cortile tra editori e giornalisti; avvenne, per dire, la stessa cosa tra Dan Rather e la Cbs e se la videro fra editore e conduttore senza sentire il bisogno dinformare lopinione pubblica.
Non sfruculieremo i fatti anche perché, siamo carichi di dubbi. Per dire. Se fosse vero che a Cologno Monzese regna un Soviet supremo che manipola linformazione attraverso luso improprio di Emilio Fede, non capiamo perché lottimo Mentana che in quel Soviet ci ha sguazzato da ventanni (da pluridirettore e anchorman di punta) se ne sia accorto solo adesso. Se ben ricordiamo, tra laltro, lunico screzio tecnico che avemmo su queste colonne col direttore Paolo Liguori fu proprio su Mentana, che era tutto tranne che un perseguitato. Non faremo neppure un accenno agli ultimi ascolti di Matrix, alle sovrapposizioni con la Gialappa e con Chiambretti, alle puntate coi comici e col cinepanettone ; tanto più non parleremo di politica. No.
Parleremo di Alessio Vinci, giustappunto. Vinci è Jas Gawronski da giovane. Stessa educazione (la prima cosa che ha fatto è ringraziare Mentana), stesso aplomb, identico approccio internazionale col pubblico e le notizie : saluta con Goodnight , see you soon, Buonanotte arrivederci a presto che ricorda il Good Night and Good Luck di Ed Murrow. Speriamo che Vinci mantenga tutto questo, privilegiando la cronaca, senza infilarsi nel cul de sac dei soliti ospiti logorroici (sempre gli stessi), delle stesse polemiche, delle medesime compagnie di giro politico che affollano i talk di seconda-terza serata.
Vero che il ragazzo è un neofita e condurre è cosa differente rispetto al mero servizio televisivo. Ma è anche vero che Matrix può contare sullesperienza del vicedirettore Alessandro Banfi in grado di aggiustare tutto in corsa; e che pure Mentana, allesordio di Matrix, mai aveva presidiato un programma, anzi per i primi mesi quasi beccheggiava davanti alla telecamera come fosse stato sulla prua dun piroscafo. La scelta di Vinci, poi, strategicamente, è stata astutissima. Fuori Mentana, si poteva alimentare la polemica con lomologazione avanzante nel Biscione, con Mediaset fa fuori il dissenso, con si ascolta solo la voce del padrone e via tambureggiando; e uneventuale sostituzione di Chicco con Belpietro o Mulè o Brachino solidi aziendalistii- poteva, in questo senso, peggiorare le cose.
Pescare da fuori azienda e arruolare un professionista stimato che viene dalla stampa estera, uno ancora intonso dalle beghe di potere tutte interne a Mediaset, ha messo ogni polemica a tacere. Vinci ha iniziato discretamente, né bene né male. Si tratta, ora, di fare ascolti.
Francesco Specchia