Telebestiario di Francesco Specchia
Il Saccà 2- la vendetta, il nuovo, straordinario capitolo Rai sulle intercettazioni è indubitabilmente e giornalisticamente- più bello ascoltato, che letto sui giornali. Per esempio, ascoltare Guido De Angelis, indimenticato autore (con lo pseudonimo di Oliver Onions) delle sigle di Sandokan, Orzowei e Spazio 1999, ci riempie il cuore di nostalgia. Ma non è questo il tema di discussione. Il tema è che - per una di quelle circostanze irripetibili e non strategicamente pianificate che in gergo tecnico i giornalisti chiamano botte di culo- chi scrive si è ritrovato a pranzo con Agostino Saccà esattamente nellattimo in cui le agenzie battevano lanticipazione dello scoop dell Espresso che pubblicava unaltra tranche delle intercettazioni Rai. Per inciso Saccà, beccato su un tavolino à la page di un ristorantino della Capitale, era più abbronzato di un indiano Lakota, smagrito in un lino Bluette, placido come un bonzo.
Tanto che alla notizia, in diretta, del nuovo scandaletto i suoi due telefoni trillavano impazziti, ma lui si spazzolava tranquillamente due piattoni di cous cous, un litrozzo di vinello, insalata caffè e ammazzacaffè (Come vede, non mi è passata la fame ). Da cronista abbiamo registrato il tutto, compresa unintervista incazzosetta uscita su Libero. Ma non divaghiamo. Ora, talk show e giornali sul tema Saccà-intercettazioni, ci hanno già ravanato abbastanza. Tutto sappiamo sullormai leggendaria attrice Antonella Troise detta la pazza o la cagna spaziale (a seconda dellintercettato). Tutto sè scritto sul vischio delle segnalazioni, sugli imbarazzi di destra e sinistra in perfetta par condicio; su Giuditta Saltarini, su Marta Flavi, sul cowboy Tex Willer Bordon e la mandrie di vacche e vitelli portate più o meno al pascolo di Saxa Rubra ; sulla rilevanza etica e sullirrilevanza penale delle telefonate catturate nellaria.
Non si è rilevato, invece, un curioso cambio datteggiamento che i mass media stanno gradualmente adottando verso lex direttore di RaiFiction finito sospeso per unimbarazzante (nella forma, qui bisogna ammetterlo) telefonata con Silvio Berlusconi prima delle elezioni. Cavolo. Per quelli come noi- convinti che quando uno è terra sia cristianamente e montenellianamente doveroso porgergli una mano, il fatto che tutti - da Raitre al quotidiano di Rifondazione Comunista (pur con ironia)- oggi tendano a riabilitare Saccà, bè, un po stranizza. Per chi come noi- riteneva, impopolarmente, che Saccà fosse prima di tutto lautore dei più grandi risultati televisivi Rai degli ultimi anni e del taglio di costi Rai del 300% ; e, solo poi, l oggetto di una stranissima persecuzione, bè, la cosa un po ruga. Certo si dirà- è cambiato il clima politico; e la lotta a buttarsi sul carro del vincitore è da sempre in Rai unattività olimpica. Ma non è solo questo.
Al di là lo ripetiamo- dellineleganza del gesto (molto inelegante), le telefonate del dirigente Rai per antonomasia, rivelano, però, dati incontrovertibili: a) Saccà è, soprattutto, un paraculissimo, e forse è così che in Rai si sopravvive. A chiunque gli raccomandava attrici premier compreso- diceva sì sì, ma poi nessuna passava il provino. Addirittura ad una Letizia Moratti incazzatissima per lesclusione della moglie del suo braccio d estro Glisenti, Eliana Miglio, Saccà rispondeva: Questo rigore, Letizia, me lhai insegnato tu . Più paraculo di così; b) In Rai, diavolo, è faticosissimo: si passa metà più tempo nel ricevere le raccomandazioni degli altri che nel lavoro effettivo. Per inciso, laltra metà del tempo si consuma a beccarsi i cazziatoni di chi non riesci a raccomandare; c) il nuovo attacco a Saccà è avvenuto il giorno prima che il Giudice del Lavoro si pronunciasse sul suo reintegro ex art. 700. Reintegro puntualmente, in seguito, avvenuto (ovvio). A pensar male si fa peccato ma sazzecca...; d) a scorrere le vere cifre si scopre che nei risultati operativi del gruppo degli ultimi otto anni, la Rai del 2000 del primo Cappon faceva 28 milioni di euro. Saccà la prese nel 2001 annus horribilis e la portò a 200 milioni, tracciando le linee-guida per il successore Cattaneo che raggiunse quota 223. Poi, con Meocci ci fu il calo a 106 fino ad arrivare allabisso dellattuale Cappon, tornato a 25. E questi sono dati Rai, occhio. Tenete conto che Saccà è un pignoratore, uno che è riuscito a risparmiare 2 milioni sulle auto blu e un altro paio tagliando le telecamere inutili degli show; e) ora tutti siamo curiosi di conoscere il giudizio, l8 luglio, ultimo del Tribunale di Napoli sullaccusa di corruzione al nostro (che non cè).
Tenete conto che Saccà ha già pronta una richiesta di risarcimento danni per 5 milioni di euro. Ora, senza annoiare ulteriormente il lettore, da tutta questa sporca faccenda abbiamo desunto e lo diciamo da vecchi liberali assai poco berlusconiani- che il problema non era affatto attaccare Berlusconi. Quello è solo il primo livello interpretativo. Il secondo è più raffinato. Con i costi tagliati allosso e la Rai competitiva come unazienda privata, gli stessi affezionati politici del partito Rai non potevano più avere margini (in tutti i sensi). Saccà , insomma, era un vero, pericoloso rompicoglioni. (Naturalmente, se avessimo sbagliato lanalisi del caso e delluomo, riconosceremo lerrore. Ma, presuntuosamente, non crediamo ad oggi la circostanza verificabile .)