Eliminati anche Venuti & Arancia Sonora
dal nostro inviato Domenico Catagnano
Primi verdetti e prime sorprese: fuori dal Festival Anna Oxa, Gianluca Grignani e Mario Venuti e Arancia Sonora. I primi due erano già ultimi nelle graduatorie delle loro categorie, l'ex Denovo invece perde una posizione e viene eliminato. Peccato, la sua era una delle canzoni più belle ascoltate sull'Ariston. Le giurie, insomma, l'hanno ancora fatta grossa. Vanno avanti Povia, Ron, Nicky Nicolai, Anna Tatangelo, Gigi Finizio e i Ragazzi di Scampia e gli Sugarfree. Sotto le aspettative i giovani. Passano Simone Cristicchi, Helena Hellwig e Monia Russo. Fuori Deasonika, Antonello e Virginio.
Spettacolo molto più fluido ed equilibrato rispetto alla prima serata, Giorgio Panariello è più sicuro, fa il conduttore. Si scioglie anche Ilary Blasi, le ha fatto bene trovare il marito Totti in platea. Meno straripante ma sempre pimpante Victoria Cabello, anche se i suoi intermezzi comici a volte sembrano venire dal peggior avanspettacolo.
LA CRONACA DELLA SERATA
Approfittando del martedì grasso di Carnevale, Giorgio e Victoria arrivano all'Ariston su un carro addobato con oltre 5mila fiori, fiori che si erano visti pochino, e i sanremesi l'avevano presa davvero male. Ingresso in teatro, Cabello spumeggiante e monologo di Panariello. Più breve e un po' più graffiante rispetto alla prima serata (ci voleva poco a farlo meglio), il comico si butta sugli "effetti devastanti" della par condicio. Entra anche Ilary Blasi con una scollatura meno pericolosa. Tutto è pronto, si parte.
Buio sul palco, poi una luce leggera. C'è Anna Oxa, stasera in nero, se vogliamo ancor più funerea della prima esibizione. A prenderla sul serio si apprezza il suo coraggio, in caso contrario risulta una via di mezzo tra Morticia Addams e la protagonista di "The Ring". Alla fine dell'esibizione si emoziona e piange. Impagabile.
Un paio di intermezzi comici (comici si fa per dire, anche se Vic è brava e ce la mette tutta: la colpa è di chi le scrive certe cose) introducono gli Sugarfree, al momento ultimi tra i gruppi. Manca il carattere, il loro rock gira a vuoto, e l'impressione è che il cantante stoni ancora. "Liberi di sognare" è suggestiva nel titolo, e Gianluca Grignani ce la mette davvero tutta. Ma straborda un po' troppo nel "vascorossismo", anche nei movimenti. Tuttavia non merita l'ultimo posto. Il cantautore milanese era stato presentato da Marta Cecchetto, con una scollatura sulla schiena mozzafiato: "Avresti dovuto entrare a marcia indietro", le dice Panariello.
La serata scorre più velocemente rispetto all'esordio, gli ingranaggi sono più oleati, Panariello è più sicuro. Intanto in prima fila spunta Francesco Totti, Ilary dice di non ne sapeva nulla, ma c'è da crederle? Del Pupone all'Ariston si parlava da tempo...
Panariello lo intervista, lo stuzzica, parlano dei pannolini del figlio, di barzellette, di quelle che Berlusconi gli ha raccontato quando è andato a trovarlo dopo l'infortunio, ma Totti è televisivamente imperturbabile. Della scollatura galeotta non si parla. Il giocatore giallorosso si scioglie quando intona qualche nota da curva sud (lo avrebbe fatto, lo aveva anticipato) e poi il coro dell'Ariston canta "Questo piccolo grande amore", la canzone di Francesco e Ilary.
La melodia di Anna Tatangelo sembra fatta apposta per continuare il quadretto da libro Cuore. Porta addosso il marchio Gigi D'Alessio, però, considerato che ha 19 anni, considerata l'improponibilità di alcune sue canzoni all'Ariston negli anni scorsi, fa passi avanti. Diamole tempo. La luce si accende (in tutti i sensi) con Mario Venuti e gli Arancia sonora. La classe non si discute, magari non scalerà la classifica, però che stile. La canzone guadagna ascolto dopo ascolto. Si candida per il Premio della Critica. Gran classe anche quella di Ron, che sarà pur sempre un melodico classico, ma della miglior scuola. Sopraffino l'ukulele che accompagna la sua canzone.
Ultima terna di "big" in gara, apre Nicky Nicolai di piume vestita. Delicato nel testo, che dà dignità al mestiere più antico del mondo, un po' meno nella musica. Si è sanremizzata troppo. Break col primo ospite musicale straniero. E' il momento del pop per teen-agers di Jesse McCartney, 18 anni. Oggi va forte, domani chissà. Certo, ha un cognome importante e benaugurante, anche se non c'è parentela con l'originale. Tocca a Gigi Finizio e ai Ragazzi di Scampia, che cantano in napoletano, cosa che sarebbe vietata dal regolamento. Classica melodia partenopea, sa di già sentito. La canzoncina di Povia è pericolosamente gradevole, il suo piccione monogamo ha conquistato la giuria, e il verso del volatile lui lo ripete, incessantemente. Farà strada.
Incursione (inutile) di Vic in platea, quindi è il turno del premio città di Sanremo, assegnato a Riccardo Cocciante, che rispolvera due evergreen, "Bella senz'anima" e "Margherita".
Un paio di inutili siparietti e finalmente si riprende con le canzoni. Dopo circa sei ore e mezzo (tra ieri e oggi) dall'inizio del Festival, sale sull'Ariston il primo giovane in gara, Simone Cristicchi, che uno stile se l'è ritagliato, anche se, senza andare molto indietro nel tempo, ricorda troppo Caparezza. "Che bella gente" potrebbe piazzarsi bene. Interviene dalla platea Giorgio Faletti, e Panariello fa uno spottone al suo film. Inutile. E' il turno di Monia Russo, la prima sanremese a esibirsi da solista nella storia del Festival. E per una nata qui, la canzone non poteva che essere... sanremese. "Un mondo senza parole" dice poco, e lei, forse tradita dall'emozione, stecca pure. Anche "Davvero" di Virginio non entusiasma. Lontanissimo, ma proprio lontanissimo parente dello stile Tiziano Ferro. Pubblico freddino, Panariello chiama l'applauso.
Helena Hellwig, mamma milanese e papà tedesco, presenta "Di luna morirei", firmato anche da Mango. La voce soffoca negli archi, poche, pochissime ventate di nuovo. I Deasonika, secondo quanto hanno detto alla vigilia del Festival, hanno sacrificato per il Sanremo la loro passione, il rock duro. "Non dimentico più" è intimista, a tratti sofferta, meglio di altre cose sentite. Chiude il sestetto dei Giovani Antonello. Titolo pericolosissimo, "Capirò crescerai", canzone new romantic dalle sonorità a tratti melense. Lascia perplessi.
Finale con Hilary Duff che presenta la sua hit e dopo prova a improvvisare qualcosa con Panariello. Il duetto non si fa, il tempo stringe ed è il momento del verdetto delle giurie. Che, come sempre, ne combina di cotte e di crude.