Il campione di basket racconta a "Le Iene" la lotta contro la leucemia mieloide acuta
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Tornare a vivere una vita normale. È il desiderio più grande del campione di basket Achille Polonara che, a pochi giorni dal trapianto di midollo osseo per combattere la leucemia mieloide acuta, ha trascorso 48 ore con Nicolò De Devitiis. Nel servizio in onda durante la prima puntata de "Le Iene", al via domenica 14 settembre con la nuova stagione, l'atleta ha accolto l'inviato a Valencia e si è aperto confidando le emozioni che lo hanno maggiormente accompagnato negli ultimi mesi.
"Quando ti viene comunicata una patologia così importante, ti crolla il mondo addosso - ha raccontato Polonara, che ha ricostruito l'intera vicenda -. In quel momento io ho pensato solo ed esclusivamente ai miei figli e a mia moglie. E se non avessi avuto loro sarebbe stata molto dura, perché vedevo tutto nero. Giorni difficilissimi in cui stavo in un letto di ospedale in cui urlavo dal dolore".
Durante il servizio de "Le Iene", Achille Polonara è tornato anche sul tumore al testicolo che nel 2023 lo aveva costretto a un intervento chirurgico. E spiega: "Dopo il tumore ho fatto un ciclo di chemioterapia e i cicli di chemio e di radio possono portare alla leucemia".
"Se non avessi fatto quel ciclo avevo il 50% di recidiva, mentre facendolo si abbassava al 3%", riflette ancora.
"Ho anche pensato di farla finita, di aprire la finestra e buttarmi di sotto - non nasconde, pensando alle prime reazioni dopo il verdetto dei medici -. Poi ho pensato di combattere per la mia famiglia, per i miei figli, per mia moglie che mi stanno sempre vicino e mi supportano. Un domani non possono pensare che non abbia combattuto così prima di iniziare le cure".
Quindi, Polonara si sofferma sul trapianto di midollo osseo che lo attende a breve: "Mi spaventa l'idea che ci siano delle complicanze, che possa prendere delle infezioni".
Grazie però alle buone notizie arrivate attraverso l'esito degli ultimi esami svolti e alla compagnia di Nicolò De Devitiis, il cestista della Dinamo Sassari ritrova subito il sorriso. "Sono una persona che si lascia contagiare facilmente, quindi se sto insieme a persone che ridono, viene naturale anche a me fare così", spiega ancora, augurandosi di poter essere un esempio per tutte le persone che stanno combattendo la sua stessa battaglia.