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Verdena, rock formato Italia: "La scintilla questa volta è nata da un incidente"

Il gruppo bergamasco pubblica il volume 1 di "Endkadenz", un album di quasi trenta canzoni diviso in due uscite

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Si intitola "Endkadenz Vol. 1" l'album con il quale i Verdena tornano sulla scena. Un lavoro ricco di canzoni che ha richiesto una pubblicazione spezzata in due uscite a pochi mesi di distanza l'una dall'altra. Un disco dalle sonorità particolari, molto rock e distorte. "Stiamo diventando amanti della distorsione - dice Alberto Ferrari -, lo faremo così anche dal vivo. Cos'è il rock per noi? Non possiamo definirlo ma è come siamo cresciuti".

Verdena, rock formato Italia: "La scintilla questa volta è nata da un incidente"

A quattro anni di distanza da "Wow", il trio bergamasco composto da Alberto Ferrari (voce e chitarra), Roberta Sammarelli (basso e tastiere) e Luca Ferrari (batteria), si presenta con un lavoro importante, nato da un periodo di grande ispirazione ma anche quasi per caso. O meglio, a causa di un intoppo tecnico. "Il disco era praticamente finito un anno e mezzo fa - racconta Roberta - ma siccome si è rotto il registratore, in attesa che venisse riparato siamo andati avanti a scrivere nuove canzoni, con il pianoforte e la chitarra acustica". Il risultato è stato un'altra raccolta di brani dal sapore leggermente diverso da quelli già realizzati ma che comunque con quelli andavano a costituire un corpus organico.

A quel punto che fare? "Siamo arrivati ad avere 27 canzoni - dice Alberto -. L'idea iniziale era quella di registrare tutto e poi sceglierne la metà. Lavorando però abbiamo capito che non era possibile scartare così tanto materiale che per noi era davvero buono. D'altro canto non era nemmeno possibile fare un album doppio, per vari motivi". E così è arrivata la soluzione della doppia uscita: "E' stata la casa discografica a proporci di dividere in due uscite. Ma noi abbiamo comunque urgenza che il volume due esca al più presto perché abbiamo lavorato su tutti i pezzi come fosse un lavoro singolo. E' come se una madre partorisse due gemelli a sei mesi di distanza l'uno dall'altro".

Due lavori gemelli quindi, ma che arriveranno ai fan in tempi (leggermente) diversi. Come sono state divise le canzoni? "La divisione è stata fatta solo alla fine di tutte le registrazioni - spiega Roberta -, con principi quasi matematici: abbiamo diviso in maniera equanime i pezzi veloci, lenti, basati sulla chitarra o sul piano, un po' di qua e un po' di là...".

Endkadenz suona particolarmente distorto nelle sonorità, dalla voce alla batteria. "C'è molta distorsione e soprattutto fuzz - precisa Alberto -, merito di una serie di pedalini per gli effetti che ci hanno regalato e che abbiamo voluto provare. Anche la voce è diversa, è usata sempre in maniera organica, come fosse parte dell'arrangiamento. In Italia la voce è sempre in primissimo piano e il resto sotto ma a noi viene naturale mettere tutto insieme. Abbiamo registrato tutto così, nessun effetto è stato aggiunto in fase di postproduzione".

Il primo singolo "Un po' esageri" ha un taglio decisamente rock. "Abbiamo voluto un singolo nel quale le chitarre fossero preminenti - dice Roberta -. Non abbiamo niente contro il pop, ma a quanto pare non scriviamo singoli che piacciono. Ci piacerebbe ma le strutture dei nostri pezzi sono troppo anomale e complicate, le nostre canzoni cambiano molto". Ma per i Verdena cos'è il rock? " E' quello con cui siamo cresciuti - rispondono all'unisono -, è un'attitudine. Ma non si può definire".