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Syria: "Orgogliosa di essere un'interprete al servizio della musica"

Eʼ uscito "I0 + I0", album che raccoglie alcuni inediti e la registrazione del concerto per festeggiare i 20 anni di carriera, con tanti ospiti

Syria:
ufficio-stampa

Dal Festival di Sanremo al pop rock di Biagio Antonacci, da Jovanotti all'elettronica di Ayris passando per il teatro e il feeling con il rock.

Il percorso di Syria è uno dei più variegati del panorama musicale italiano e ora viene celebrato in "I0+I0", album che alcuni dei i brani interpretati nel concerto evento "Vent'anni in una notte" più alcuni inediti. "Dopo tanto tempo sono ancora qui a fare musica, non potrei chiedere di più" dice lei.

Tutto è in quel titolo che gioca graficamente sull'ambiguità "io più io" o "10 più 10". Perché in questo album ci sono le diverse personalità di Syria espresse in una carriera che, a parte continui aggiustamenti di rotta, ha visto un prima un dopo, i primi dieci anni in un modo, e i secondi in un altro. "Credo di avere inciso in questi vent'anni più di 100 canzoni - sottolinea lei -. È una soddisfazione. In più l'ho fatto con la voglia di tentare strade sempre diverse. Sono un'interprete, mi metto al servizio della musica".

L'occasione per racchiudere questo percorso è stato il concerto al Teatro Grande di Brescia fatto l'anno scorso per celebrare il ventennale, che cadeva appunto nel 2016. In quell'occasione Syria ha avuto modo di presentare il meglio della sua carriera in una veste speciale, con un'orchestra di 50 elementi, e tanti ospiti (ma sarebbe meglio dire amici) accanto a lei: da Emma a Paola Turci, da Francesca Michielin a Noemi. Con anche qualche audiomessaggio particolare, come quello ricevuto da Mina... "E' stata un'emozione incredibile - dice lei -. Ho cercato dagli esordi di fare i miei passi essendo sempre più autonoma nelle mie decisioni. E questo è il risultato di oggi".

Syria:
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Si diceva di una carriera divisa in due momenti. Ma qual è stato il momento di cesura? "Il confine è stata la mia esperienza teatrale con Paolo Rossi in 'Chiamatemi Kowalski, il ritorno' - racconta la cantante -. Quella esperienza ha cambiato tutto, per me è stato come tornare a scuola e mettersi tra i banchi. Alla fine delle cento repliche è come se avessi ricominciato da capo". Dopo quell'esperienza sono il disco con i protagonisti della scena indie e l'esperimento elettronico con lo pseudonimo di Ayris. E poi ancora l'esperienza come dj. "Il tributo alle band indipendenti è stato uno dei momenti più belli della mia carriera - dice -. Anche perché è stata l'occasione per rompere qualche pregiudizio e poi ora l'indie è diventato molto pop quindi in qualche modo abbiamo anticipato una tendenza".

Guardando al futuro Syria fa un pensierino al Festival di Sanremo ("Ci ho provato anche quest'anno e ci riproverò") e ha un sogno nel cassetto. "E' quello di portare in scena Gabriella Ferri - svela -. È un'artista da ricordare. Sarebbe bello. Penso a uno spettacolo di teatro-canzone, dove interpretare le sue canzoni e leggere le sue poesie. Non sarà facile. Anche perché secondo me lei va affrontata con estrema delicatezza". Ma progetti a parte, dopo tanta strada fatta il bilancio resta comunque positivo: "Non scalerò le classifiche di vendita ma sono qui a fare musica e mi permettono di farlo. Cosa potrei chiedere di più?".