"Twin Peaks", dalla serie originale al revival del 2017: le foto
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L'attrice, candidata tre volte agli Oscar, si è spenta all'età di 91 anni
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L'attrice americana Piper Laurie,tre volte candidata agli Oscar per "The Hustler" ("Lo Spaccone") al fianco di Paul Newman, poi per il ruolo in "Carrie - Lo sguardo di Satana" e infine come madre di Marlee Matlin in "Figli di un Dio Minore" è morta a 91 anni nella sua casa di Los Angeles. Lo ha annunciato la portavoce Marion Rosenberg, precisando che l'attrice stava male da qualche tempo.
Vincitrice di un premio Emmy (avendo collezionato un totale di nove candidature), la Laurie aveva rotto il primo contratto con gli studi Universal e a un certo punto era rimasta, per sua sola scelta, quasi 15 anni senza fare film. Era poi tornata al cinema e alla televisione a metà degli anni Settanta.
La partecipazione all'iconica serie televisiva di David Lynch "Twin Peaks", in cui ha interpretato un doppio ruolo, gli era valsa due delle sue nomination agli Emmy (la statuetta le era arrivata per il ruolo nel film della Cbs "Promise" sulla schizofrenia).
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Nella prima stagione di "Twin Peaks" Piper era stata la vendicativa Catherine Martell morta in un incendio e Lynch l'aveva richiamata per la seconda stagione dandole totale carta bianca per recitare la stessa parte da uomo. "Ero al settimo cielo per le possibilità. Decisi che sarei stato un uomo d'affari giapponese", aveva raccontato l'attrice. Baffi e occhiali scuri, Laurie si presentò così sul set fingendo di essere l'attore giapponese Fumio Yamaguchi. Nessuno della troupe, amici o famiglia sapeva di questo sviluppo: "Il cast teneva le distanze: erano pieni di rispetto per un attore che, si diceva, aveva lavorato solo con Akira Kurosawa", aveva raccontato.
Nel 2011 aveva scritto il memoir "Learning to Live Out Loud" in cui aveva raccontato di aver perso la verginità a 18 anni con il 39enne Ronald Reagan nel sul set del suo primo film "Louise del 1950". Starlet riluttante dello studio system, Piper
era stata messa sotto contratto settennale dalla Universal a 17 anni: era apparsa in numerosi film leggeri, ma lei pretendeva qualcosa di più: "Se avessi continuato girando questi ruoli insipidi mi sarei uccisa".
Convinse così il suo agente a rompere il contratto e si trasferì a New York lavorando per quattro anni nella tv 'live' e a teatro in attesa del film giusto. Dopo "Hustler" del 1961 Laurie non girò altri film per quasi 15 anni, essendosi trasferita a Woodstock per studiare scultura e crescere la figlia Anna avuta con l'allora marito Joe Morgenstern, un giornalista di spettacolo.
Tornò sul set nel 1976 dopo aver ceduto alle pressioni di Brain De Palma, che la volle nel ruolo di madre fanatica per "Carrie - Lo sguardo di Satana". Il film ebbe un successo clamoroso e le valse anche una candidatura all'Oscar come miglior attrice non protagonista. A metà degli anni ottanta, dopo 30 anni di carriera cinematografica, virò verso il piccolo schermo con ruoli ne "La signora in giallo" e "Ai confini della realtà", oltre che nella miniserie "Uccelli di rovo", prima di aggiudicarsi un Emmy per il suo ruolo in "La promessa" (1986). Apparve nel film "Figli di un dio minore", per il quale fu candidata per la terza volta all'Oscar. Negli ultimi decenni ha lavorato per molte produzioni televisive importanti come "E.R. - Medici in prima linea", "Law & Order" e "Will & Grace".