Pentatonix, il potere della voce: "Grazie alla Rete arriviamo ovunque"
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Si sono messi in mostra con un talent, hanno vinto un Grammy e i loro video spopolano su YouTube. Ora in esclusiva per l'Italia esce l'album "Ptx - Italian edition"
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E' uscito "Ptx - Italian Edition", album esclusivo per l'Italia dei Pentatonix. Il gruppo vocale, che ha vinto il Grammy 2015 come "Best Arrangement, Instrumental Or A Cappella", è reduce da un concerto sold out a Milano. "Il pubblico italiano è fantastico - dicono a Tgcom24 -. Grazie ai social e alla Rete superiamo le barriere linguistiche e geografiche e la gente ai nostri concerti canta con noi".
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L'album raccoglie 17 grandi successi del quintetto texano, inseriti finora solo nei loro Ep digitali. La specialità dei Pentatonix è riprodurre con straordinarie versioni a cappella i più grandi successi del momento. Il talento di Scott Hoying, Kirstie Maldonado, Mitch Grassi (le voci principali), Avi Kaplan (basso vocale) e Kevin "K.O." Olusola (beatboxer), è fuori dal comune, capace di travalicare barriere generazionali. Bastava dare un'occhiata al pubblico del concerto milanese del 14 aprile: la sala gremita raccoglieva ragazzi giovanissimi così come persone più mature. Il potere della voce: quello che ha fatto raggiungere ai Pentatonix 650 milioni di visualizzazioni totali su YouTube e oltre 2milioni di seguaci su Facebook, dischi di platino negli Stati uniti e un talent per gruppi a cappella vinto, "The Sing-Off".
La loro fama ormai, grazie alla Rete, corre più veloce di loro, facendo andare esauriti concerti prima ancora dell'uscita dell'album. "E' incredibile - dice Hoying -, i fan italiani sono così appassionati e dolci che ti tolgono il fiato. E' pazzesco come il nostro nome abbia attraversato il mondo e speriamo che questo album piaccia". In tutto questo i Pentatonix sono un emblema dell'importanza dei nuovo mezzi tecnologici nella diffusione odierna della musica. "Le nuove tecnologie per noi sono fondamentali - continua il cantante -. Il nostro nome è cresciuto nel tempo grazie a YouTube e ai social media. Grazie a questi abbiamo mantenuto un contatto costante con i nostri fan e credo che sia il motivo principale del nostro successo". "Soprattutto c'è un collegamento diretto con il pubblico - aggiunge Kirstie Maldonado -. Anche se spesso c'è una barriera linguistica a dividerci, la Rete ci ha permesso di farci conoscere senza che arrivassero i nostri dischi. La gente viene così ai nostri concerti e conosce le nostre versioni delle canzoni, e canta con noi. E' molto bello".
Spesso l'interazione con i fan in Rete è decisiva anche nella scelta delle canzoni da interpretare. "Siamo molto diversi tra noi e abbiamo diversi gusti - dice Avi Kaplan -. Quando sentiamo un pezzo ci viene naturale pensare come potrebbe venire con le nostre voci, e allo stesso tempo ci sono canzoni che piacciono ai nostri fan e che ci chiedono di cantare". Se i fan italiani ora hanno a disposizione una propria uscita in cd esclusiva, fino a ora il mezzo preferito dai Pentatonix è stato quello dell'Ep digitale. "Credo che la cosa che i fan desiderano più di tutto sia avere sempre musica nuova dall'artista che ama - spiega Kaplan. Noi utilizziamo molto Youtube, ma anche la pubblicazione di Ep, con 7 o 8 brani alla volta, ci permette di essere sempre freschi e non lasciare aspettare il pubblico come fanno altri che magari pubblicano un disco ogni tre anni".
I Pentatonix, insomma, sembrano uno di quei casi dove, dietro a una realtà uscita da un talent, oltre al fumo c'è un arrosto bello sostanzioso. Forse anche perché loro stessi di fronte al mezzo talent si sono posti con maturità, cercando di sfruttarne le potenzialità senza pensare potesse essere la soluzione definitiva verso il successo. "Noi dobbiamo a un talent la nostra popolarità, ma credo ci siano pro e contro - dice Scott Hoyling -. Questo genere di spettacoli sono preziosi per chi cerca un'opportunità per mettersi in mostra, ma bisogna stare attenti a non farsi stritolare. Ti trovi in una gara, con molti altri cantanti in competizione ed è importantissimo restare quello che sei anche dopo lo spettacolo. Partecipare a un talent non ti garantisce il successo perciò devi essere abbastanza forte da rimanere te stesso. In definitiva è un ottimo modo per farsi notare, ma fare un disco dopo è tutta un'altra storia".