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Ornella Muti: "Ragazza madre a 18 anni, mi chiesero di abortire ma io rifiutai..."

L'attrice a cuore aperto: dal debutto a 14 anni, alla nascita di Naike e al cambio di nome...

sanremo
Italy Photo Press

Il debutto al cinema a soli 14 anni, l'idea di Damiano Damiani, che la scelse per un ruolo nel film "La moglie più bella", di cambiarle nome in Ornella Muti...

Francesca Rivelli si racconta in una lunga intervista al Corriere della Sera ripercorrendo le tappe più significative della sua vita privata e professionale, compresa la sua gravidanza a 18 anni: "Ragazza madre. Non è stato tanto facile...".

Ornella Muti icona del cinema, tra bellezza e talento

Una ragazza madre "coraggiosa" che non ha mai pensato all'aborto: "Mia madre me lo chiese: anche se in Italia l’aborto era illegale, all’estero si poteva fare tranquillamente. Persino il mio agente cinematografico di quel periodo me lo consigliò, perché dovevo girare un film. Avrei dovuto abortire per fare un film? Assolutamente no! Quindi ho deciso di portare a termine la gravidanza, altrimenti il Signore mi avrebbe detto “pussa via!”... ed è nata Naike".


L'inizio della carriera a soli 14 anni, quando, accompagnando la sorella Claudia ad un provino, fu scelta al posto suo, proprio da Damiano Damiani: "Venni scelta io proprio perché avevo l’età del personaggio", aggiunge l'attrice, che ripercorre le tappe più significative della sua vita. 
"È stato Damiani a farmi cambiare nome, da Francesca Rivelli a Ornella Muti, un connubio che si rifà a due opere di Gabriele D’Annunzio: la Ornella della Figlia di Iorio e la Elena Muti del Piacere. Ma a me non è mai piaciuto. Oltretutto, ogni tanto su certi set qualcuno, i primi tempi, mi prendeva in giro, giocando su Muti la muta... vabbé, la cattiveria non manca mai... ci può stare...".

 

 

L'attrice, che è tornata in teatro con lo spettacolo "Mia moglie Penelope", liberamente tratto dal libro "Itaca per sempre" di Luigi Malerba, parla anche di quanto la sua bellezza abbia contraddistinto, nel bene e nel male il suo percorso professionale: "La bellezza mi ha portato avanti, aprendomi molte strade, impossibile negarlo, ma mi ha anche penalizzato, perché esiste il pregiudizio: pensano che sei bella e non brava, quindi devi impegnare il triplo della fatica per dimostrare che non è così. A volte ammetto di aver avuto la sensazione che alcuni registi mi abbiano usato solo per l’aspetto fisico senza preoccuparsi delle mie capacità artistiche".

 

E a proposito di bellezza e degli anni che passano (ne ha compiuti 67 il 9 marzo) la Muti aggiunge: "Il cammino esistenziale è una parabola e occorre farsene una ragione. Ovviamente cerco di mantenermi, faccio yoga facciale, rispetto una dieta seria, ma non è facile stare al passo col tempo che passa. Lo confesso, a volte non mi piaccio, sono molto esigente con me stessa, ma questa sono e non ci posso fare niente...". E sdogana la chirurgia estetica: "Diamoci una calmata, e chi se ne importa se ti sei ritoccata... L’importante è seminare bene gli affetti".

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