Omotransfobia, Fedez a Pillon: "Mio figlio gioca con le bambole, voglio uno Stato che lo tuteli"
L'ostruzionismo sul disegno di legge Zan è ancora al centro delle polemiche
Dopo Elodie anche Fedez esce allo scoperto sul tema dei diritti civili attaccando il senatore Pillon e la Lega per l'ostruzionismo con cui è stato bloccato il ddl Zan sull'omotransfobia. Fedez, in una serie di storie su Instagram si è rivolto al senatore partendo dal fatto che questi ha definito non essere "una priorità" l'approvazione del ddl.
Dopo aver ricordato e riassunto l'obiettivo della legge, ha contestato la prima dichiarazione di Pillon, che avrebbe detto che questa è una legge che non va bene perché darebbe il via agli uteri in affitto. "Che è un bel titolo - ha commentato Fedez -, il problema è che nel ddl Zan non si parla di questo". Poi ha attaccato sulla questione delle priorità, ricordando al senatore che su questi argomenti ci ha costruito una carriera politica. "Lei è famoso per essere quello del Family Day e oggi si toglie dal dibattito così? - lo ha punzecchiato -. Non è da lei!".
E poi Fedez è passato a parlare di altre priorità. Se non lo è il tema dei diritti civili allora cosa? Fedez ha quindi attaccato la Lega sul piano vaccinale lombardo e sulla terapia intensiva in Fiera per la quale alcuni donatori starebbero chiedendo indietro i soldi. E poi tira fuori una vecchia polemica dell'anno scorso, quando Pillon lo aveva definito un personaggio blasfemo per via di un tatuaggio di Gesù. "Quando io e mia moglie invitavamo a indossare le mascherine per lei era una priorità dire 'Fedez è un personaggio blasfemo che uccide la nostra civilità e non può fare appelli di questo tipo'?".
E infine, dopo aver mostrato un pezzetto tratto dal Family Day in cui Pillon affermava che la società è impazzita perché "i bambini si truccano, si mettono il rossetto" Fedez chiude il suo intervento: "Le dico una cosa da padre signor Pillon - ha detto -. Io ho un bambino di tre anni che gioca con le bambole e la cosa non mi desta nessun turbamento. Come non me ne desterebbe se un giorno volesse mettersi un rossetto, uno smalto o una gonna. Mio figlio deve essere libero di esprimersi. La cosa che mi destabilizzerebbe un po' è sapere che vive in uno Stato che non tutela il suo sacrosanto diritto di esprimersi in piena libertà, cercando di arginare le dinamiche discriminatorie e violente che molto spesso si verificano in questo Paese. Questo per me è una priorità".
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