Buon compleanno a "Lo squalo": 50 anni di terrore d'autore
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E in libreria esce l'omonimo romanzo di Peter Benchley in una speciale edizione rivista e ampliata con materiali inediti dall'archivio personale dell'autore
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"Lo Squalo" di Steven Spielberg compie 50 anni. Era il 20 giugno 1975 quando la pellicola uscì nelle sale degli Stati Uniti (in Italia nel dicembre dello stesso anno) e rivoluzionò completamente Hollywood, diventando il prototipo del blockbuster. Basato sull'omonimo romanzo di Peter Benchley il film vantava nel suo cast grandi nomi da Roy Scheider nel ruolo del capo della polizia Martin Brody, Richard Dreyfuss in quello dell'oceanografo Matt Hooper, Robert Shaw nei panni del cacciatore di squali Quint, Murray Hamilton in quelli del sindaco dell'isola di Amity e Lorraine Gary nel ruolo della moglie di Brody, Ellen.
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Per celebrare l'anniversario, Spielberg ha girato un'introduzione speciale che sarà trasmessa da Nbc, assieme al film, esattamente il 20 giugno. "The Jaws", titolo originale della pellicola, racconta di un grande squalo bianco che fa strage di bagnanti sull'isola immaginaria di Amity. Girato soprattutto in esterni a Martha's Vineyard, "Lo Squalo" fu il primo grande film realizzato in mare aperto e la produzione fu un continuo percorso ad ostacoli, a cominciare dagli stessi squali meccanici, spesso malfunzionanti, al punto da costringere l'allora 28enne Spielberg a suggerire in molte scene solo la presenza dello squalo, impiegando un tema minaccioso per indicare il suo avvicinamento, con un tocco alla Hitchcock.
È qui che entrò in gioco la colonna sonora composta da John Williams. Il tema principale, un semplice motivo giocato soprattutto sull'alternanza di due note, mi e fa, è diventato un classico della suspense e sinonimo di pericolo imminente. Quelle due note valsero al compositore statunitense un Oscar per la miglior colonna sonora; il film vinse la statuetta anche per il miglior montaggio e per il miglior sonoro.
Eppure prima che diventasse un fenomeno culturale, la stessa squadra di produzione dubitò che il film potesse avere successo. "Pensai che il pubblico si mettesse a ridere - ha ricordato di recente il designer di produzione Joe Alves a proposito di un test screening nel 1975 - e invece si mise ad urlare". Le capacità di Spielberg furono invece spinte al limite e la sua carriera rischiò di finire. "L'esperienza dello Squalo fu orrenda per me", ha ammesso il regista l'anno scorso in un'intervista.
E invece il film rivoluzionò Hollywood, come ha dichiarato Jonathan Kuntz, docente all'Università della California: fu il primo ad avere una massiccia distribuzione iniziale nelle sale, mentre prima i film venivano lanciati su un numero limitato di schermi e principalmente nelle grandi città. Lo Squalo è inoltre considerato pioniere per la massiccia strategia di marketing: Universal investì ben due milioni di dollari, una cifra sproporzionata per quei tempi. Il film costò 9 milioni di dollari a fronte di un budget di 4 milioni e incassò quasi 480 milioni a livello globale, conservando il record al botteghino fino all'uscita di Guerre Stellari due anni dopo.
Nel 1998 l'American Film Institute lo ha inserito al 48esimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi. Lo Squalo ha avuto anche tre sequel, nessuno dei
quali però è riuscito a ripetere il successo dell'originale: Lo squalo 2 (1978), Lo squalo 3-D (1983) e Lo squalo 4 - La vendetta (1987). Nessuno di questi è stato diretto da Spielberg.
Intanto Magazzini Salani ha appena rilanciato in libreria l'omonimo romanzo di Peter Benchley - 20 milioni di copie vendute, per mesi in cima alle classifiche di tutto il mondo -in una speciale edizione rivista e ampliata con materiali inediti dall'archivio personale dell'autore pronta ad appassionare e terrorizzare una nuova generazione di lettori.
Negli ultimi anni il film è stato accusato di aver rappresentato nel modo sbagliato gli squali, demonizzandoli eccessivamente e favorendone la caccia. Dall’inizio degli anni Settanta, la popolazione mondiale di squali e razze è diminuita del 71% a causa della pesca eccessiva e il regista statunitense si è sentito in parte responsabile e, nel tempo, ha maturato una visione diversa del film del 1975. In un'intervista rilasciata alla Bbc qualche anno fa, ha dichiarato: "Mi dispiace davvero e fino ad oggi rimpiango la decimazione della popolazione di squali a causa del libro e del film. Me ne pento molto... Questa è una delle cose che ancora temo. Non di essere mangiato da uno squalo, ma che gli squali siano in qualche modo arrabbiati con me per la frenesia dei folli pescatori sportivi avvenuta dopo il 1975”.