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Jim Morrison: cinquant'anni fa moriva il mito ribelle del rock

Genio e sregolatezza, poesia e trasgressione: l'eredità del Re Lucertola risuona ancora

Jim Morrison, 50 anni fa moriva il carismatico leader dei Doors

Cinquant’anni fa si è spenta la fiamma di Jim Morrison. Il 3 luglio 1971 il cantante dei Doors era stato trovato morto nella vasca da bagno dell’appartamento di Parigi che divideva con Pamela Courson, storica compagna nonché unica erede. Aveva 27 anni, la stessa età di Jimi Hendrix, morto nel settembre dell'anno prima, e di Janis Joplin, scomparsa nell’ottobre del 1970. Tutti artisti appartenenti al tragico Club 27, come Kurt Cobain e Amy Winehouse.

 

 

Forse perché per molti era un dio, forse perché stelle di quel calibro sembrano destinate a non spegnersi mai, la morte di Jim Morrison continua a far discutere. C’è addirittura chi, non volendola accettare, pensa che sia ancora vivo.

Del resto, all’epoca del suo ritrovamento non fu effettuata nessuna autopsia e la Courson, morta tre anni dopo per overdose, ha portato con sé gli ultimi segreti sul Re Lucertola, come lui stesso si era definito durante una celebre performance: “Sono il Re Lucertola, posso fare tutto ciò che voglio”.

 

Una vita ribelle che lo ha reso un mito assoluto per la sua generazione e quelle successive: la sua tomba al cimitero degli artisti di Parigi, il Père Lachaise, continua a essere uno dei luoghi più visitati della città, tanto da essere transennata per contenere gli eccessi dei fan. Nemmeno i 50 anni trascorsi dalla scomparsa sono riusciti a ridurre il suo mito, anzi. Se possibile è cresciuto ulteriormente.

 

Originario della Florida, ha vissuto la California degli anni '60, laboratorio di idee, musica e sperimentazioni sociali ma anche chimico-lisergiche che ha offerto a Morrison, all'epoca studente di cinema, il terreno ideale per sviluppare la sua complessa personalità, fatta di trasgressioni e fragilità.
 

 

Tra i suoi idoli Elvis e Sinatra ma anche Rimbaud e Baudelaire, i poeti maledetti ai quali è riuscito ad avvicinarsi, e il visionario William Blake. Tra le sue passioni anche il cinema e la filosofia con una predilezione per Nietzsche. Dalle sue teorie ha preso il gusto per il dionisiaco, il raptus creativo, l’istinto, l’ebbrezza. Morrison ha saputo trasformare tutti i suoi riferimenti culturali in qualcosa di inedito. Proprio in quegli anni il rock stava assumendo una nuova fisionomia che, dalla fase eroica dei padri fondatori, con la spinta della British Invasion, è arrivata fino alla musica di oggi.

 

È stato il primo frontman a portare sul palco il misticismo dello sregolamento dei sensi. Basti pensare che è proprio assistendo a un concerto dei Doors che Iggy Pop - vuole la leggenda - è stato fulminato sulla via del rock'n'roll. La sua voce e la sua personalità si sono fuse perfettamente nella musica dei Doors, una della band più influenti e originali della storia. Un fenomeno impressionante, se si pensa che si sono formati nel 1965 e che il primo disco è uscito nel 1967, l'ultimo con Morrison nel '71. Complessivamente hanno inciso sei album in studio e un live leggendario. Una parabola interrotta molto presto ma che ha lasciato un segno indelebile nella storia del rock. E il mito di Jim Morrison continua a risuonare.

 

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