Irama: "Non guardo i numeri, ma sogno di portare la mia musica all'estero"
Il cantautore presenta a Tgcom24 il nuovo Ep "Crepe" che esce il 28 agosto
La sua "Mediterranea" è la canzone più ascoltata su Spotify in Italia. Ma Irama non è un artista che guarda ai numeri, certo la soddisfazione è grande, ma quello che è più importante per il cantautore è continuare a fare musica, sperimentando sempre. Così il 28 agosto arriva "Crepe", il nuovo Ep che contiene 7 brani che Filippo - come racconta a Tgcom24 - ha curato nei minimi dettagli.
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Perché lo hai chiamato “Crepe” e perché hai inserito pochi brani?
Crepe racconta le crepe che abbiamo tutti noi. Mi piace usare la metafora del Kintsugi, una pratica che consiste nell'utilizzo di oro o argento liquido per la riparazione di oggetti in ceramica che si rompono e che, una volta riparati, acquistano un valore maggiore. Metafora del come da una ferita o un'imperfezione possa nascere qualcosa di prezioso ed unico. Ognuno di noi ha delle crepe dentro che vanno raccontate, non tenute nascoste. Crepe che ci rendono diversi, unici.
Perché solo 7 brani?
Sono dell'idea del poco ma buono. C'è un inquinamento acustico, siamo pieni di pezzi e mi piace concentrare l'attenzione su pochi brani ma che raccontano quello che sono io oggi.
Ti aspettavi questo successo di Mediterranea?
Non ho mai delle aspettative infinite sulle cose. Anche perché un pezzo che va meno bene non vale di meno. Non mi baso sui numeri. Ho avuto la fortuna di fare tanto, ho ottenuto 16 dischi di platino, la bellezza della musica sta nel fare quello che vuoi e la bellezza è non fare sempre grandi numeri, ma fregarsene.
Una cosa da incollare nella tua vita?
Mi piace così, imperfetta, e la rincollerei così come è, anche perché altrimenti non sarebbe più la mia vita ma quella di un altro.
Anche ad Amici Speciali sei spiccato su tutti...
Mi sono fatto un mazzo tanto, non dormivo la notte, lavoravo. Per la prima volta mi sono cimentato in un monologo. Era una necessità, è stato un salto nel vuoto perché ho mollato tutto e mi sono dedicato aquello, all'insaputa di tutti. Neanche il mio team sapeva. Ci tenevo ad essere il più sincero possibile, non ho fatto neanche le prove.
Modificherai la tua forma di scrittura?
Può darsi. E' una crepa che si è creata. Mi sono accorto che è bello uscire dalla propria comfort zone, ci vuole un impegno e un coraggio pazzesco. La forma del dialogo è molto particolare, magari in futuro farò uno stacco recitato...
Ti piace giocare con il look...
E' una passione che ho da piccolo, mi è sempre piaciuto esprimermi attraverso i vestiti. E' importante come ti poni, è una forma di comunicazione visiva molto importante. Va di pari passo con la musica. Mi piacciono i brand, la loro storia, il lavoro e l'arte che c'è dietro.
Sei tra i pochi cantanti italiani che ha quell'allure internazionale, quando lo facciamo questo salto?
Adesso uscirà 'Mediterranea' in SudAmerica con De La Ghetto che è un artista molto conosciuto lì. E' il primo passo per raccontare la mia musica fuori. Piano piano spero di riuscirci. Mi piace il mondo latino. È uno dei generi più affini a me.
Live quando ti vedremo?
Speriamo il più presto possibile, di sicuro farò un tour nel 2021. Ci sarà però un sorpresa legata alla forma live che stiamo organizzando, ma non posso anticipare niente.
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