MUSICA E POLITICA

Il teatro degli orrori: "Il rock può aiutare a salvare questa Italia allo sfascio"

E' uscito il nuovo album, eponimo, della band guidata da Pierpaolo Capovilla. un affresco impietoso dell'Italia di sottolineato da sonorità genuinamente rock

21 Ott 2015 - 15:50

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Si intitola semplicemente "Il teatro degli orrori" il nuovo album della band guidata da Pierpaolo Capovilla. Dodici tracce violentemente rock dove nei testi viene messa alla berlina l'Italia di oggi, con aperti riferimenti politici al Pd di Matteo Renzi. "Questo Paese ha due anime - dice Capovilla a Tgcom24 -, una sana e una corrotta: non faremo la rivoluzione con le canzonette ma il rock può favorire un mutamento sociale".

Il teatro degli orrori: "Il rock può aiutare a salvare questa Italia allo sfascio"

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Per il gruppo un nuovo inizio. Perché la band si è allargata a sei elementi (Kole Laca e Marcello Batelli si sono aggiunti a Capovilla, Giulio Ragno Favero, Gionata Mirai e Francesco Valente) e anche da un punto di vista stilistico ha allargato i propri orizzonti, mantenendo il rock più viscerale come linea guida. La potenza sonora sottolinea (ed esalta) l'affresco di un'Italia allo sfacelo, tratteggiato con ironia e sarcasmo. Un pugno nello stomaco da una parte e un invito ad accendere il cervello dall'altra. Ma se la scelta di dare al disco lo stesso nome della band è in primis "privata e intima più che politica e pubblica", per sottolineare una nuova ripartenza, si adatta perfettamente all'oggetto dei testi. "Non c'è dubbio che in questo momento, dal punto di vista del decorso storico e delle circostanze culturali e politiche, l'Italia sia un teatro degli orrori - dice Capovilla, cantante, bassista e autore di tutti i testi -. Basta vedere quanta discordia è stata seminata nel corso degli ultimi trent'anni". Trent'anni nel corso dei quali la gente "è cambiata in peggio", rendendo più evidente una spaccatura da sempre presente in Italia. "Sono convinto che nel Paese ci siano due società - spiega -: una sana, analitica, che cerca la verità e l'onestà. E c'è una parte profondamente corrotta. Noi lottiamo contro la seconda".

Ma in una situazione del genere qual è il pubblico di riferimento del gruppo? Quello che già ne condivide le idee, con il rischio di chiudersi in un circolo autarchico, o quello da "redimere"? "Abbiamo smesso di chiederci chi sia il nostro pubblico - spiega il chitarrista Gionata Mirai -. Siamo quello che siamo e arriviamo a chi dobbiamo arrivare. Se dovessimo accondiscendere e avere più gente dovremmo cambiare i nostri obiettivi e anche i nostri contenuti. Noi non siamo qui per confortare nessuno. Se dovesse andare male potrebbe essere la chiusura di un cerchio coerente. Se in Italia nessuno ha voglia di ascoltarci significa che siamo nel posto sbagliato".

Tra gli argomenti trattati nelle canzoni ci sono gli arricchiti, presi a modello da troppa gente ("E' passata l'idea che chi è più furbo, arrivista e ladro è più figo. I nostri ragazzi ammirano questi arricchiti che basano la propria vita sul piacere, sull'autocelebrazione: cosa stiamo insegnando alle nuove generazioni?"); il G8 di Genova del 2001 ("E' una ferita aperta e infetta: è un problema di cui è giusto e puntuale parlarne ogni santo momento, c'è stata una strategia politica tesa al disordine e alla violenza"); e poi il partito democratico di Matteo Renzi, al quale il gruppo dedica una "lettera aperta". "Hanno preso il partito "manu militari" per poi essere svuotato dei suoi valori originari e di sinistra - dice Capovilla -. La parte sana è stata messa in minoranza, se il decorso del Partito continuerà in questa direzione, quella parte dovrà andarsene. C'è un nuovo gruppo dirigente che non rappresenta più i valori della sinistra italiana".

Un partito diviso in buoni contro cattivi, come specchio del Paese. In questo momento storico per Il teatro degli orrori una visione manichea della società è necessaria per perseguire l'obiettivo primario: salvare l'Italia da uno sfascio ormai tangibile. Come farlo? Offrendo il proprio contributo stando comunque ben consci del proprio ruolo. "Una band rock può essere utile per tentare di rimodulare l'immaginario collettivo del Paese - conclude Capovilla -. Il rock è importante perché suscita grande entusiasmo e può favorire un mutamento sociale. Non faremo certo la rivoluzione, che non la si fa a suon di canzonette, ma possiamo contribuire affinché l'Italia sia migliore di prima".

IL TEATRO DEGLI ORRORI IN TOUR
22 ottobre al CSO Pedro di Padova
23 ottobre all'Hiroshima Mon Amour di Torino
24 ottobre a Il Deposito di Pordenone
29 ottobre al Black Out di Roma
30 ottobre alla Casa della Musica di Napoli
31 ottobre al Barbara Disco Lab di Catania
1 novembre al Color Fest di Lamezia Terme (Catanzaro)
6 novembre all'Arci App Colombofili di Parma
7 novembre al Circolo Magnolia di Segrate (Milano)
13 novembre al Karemaski di Arezzo
14 novembre al The Cage Theatre di Livorno
20 novembre alla Latteria Molloy di Brescia
21 novembre al Vidia di Cesena (Forlì-Cesena)
27 novembre al Demodè Club di Modugno (Bari)
28 novembre all'Urban Club di Sant'Andrea delle Fratte (Perugia)
4 dicembre al Teatro Miela di Trieste
5 dicembre al CSO Rivolta di Marghera (Venezia)
7 dicembre al Container Club di Grottammare (Ascoli Piceno)
11 dicembre al TPO di Bologna
12 dicembre all'Auditorium Flog di Firenze
18 dicembre all'Emporio Malkovich di Verona.

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