NUOVO ALBUM

Gatto Panceri: "Per i cantautori sono saltati gli schemi, ora spazio alla creatività"

E' uscito l'album "Pelle d'oca e lividi", 19 brani tra sperimentazione e tradizione. Tgcom24 ne ha parlato con il cantautore

26 Giu 2018 - 14:54
 © ufficio-stampa

© ufficio-stampa

Si intitola "Pelle d'oca e lividi" l'album che segna il ritorno di Gatto Panceri. Un lavoro di ben 19 brani che spaziano dal cantautorato classico allo sperimentale, lasciando minor spazio che in passato alle ballate d'amore. "E’ un disco imperniato sul noi, meno sull’io e te - spiega Panceri a Tgcom24 -. Oggigiorno non c’è una corrente prevalente per i cantautori, allora forse è il momento di tirare fuori la creatività".

Autore molto prolifico e apprezzato tra gli anni 90 e i primi 2000, Gatto Panceri si è costruito una nicchia di fedelissimi che ha prontamente risposto all'uscita del suo dodicesimo lavoro di inediti: primo nella classifica "rock" di iTunes, a un passo dalla top ten della classifica generale e in prima posizione degli album più venduti su Amazon. "Per me è stata una grande gioia - dice -. Quando lavori tanto su un album non vedi l'ora che venga alla luce. E tutte le convinzioni con cui hai lavorato possono trovare riscontri".

Riscontri che sono stati positivi...
La filosofia con cui ho realizzato questo lavoro mi sta ripagando. Questo è un disco che si può ascoltare tutto, non è costruito su un paio di singoli e tanti riempitivi. Mi ci è voluto del tempo per portarlo a termine, perché ho voluto curare i dettagli. E questa cosa sembra essere stata apprezzata. Il che mi conforta perché significa che la gente ha voglia di ascoltare musica fatta in un determinato modo.

© ufficio-stampa

© ufficio-stampa

L'album oltre che essere ricco di brani sorprende per la varietà stilistica. Hai voluto staccarti dal tuo passato?
Ho voluto muovermi in molte direzioni. E’ un disco che per un verso affonda nella mia tradizione cantautorale e per l’altro potremmo definire futurista, senza vincoli. Per anni mi hanno etichettato come quello delle "ballate d’amore". Essendo qui editore di me stesso ho potuto dare spazio a tutti i miei gusti. Ma devo dire che anche alcune bizzarrie che caratterizzano alcuni brani sono state accolte positivamente.

La gente ha voglia di qualcosa di diverso da quello che si sente in radio?
Sicuramente c’è bisogno di una musica più coraggiosa, più libera dagli schemi. Sento in giro canzoni tutte uguali. In passato i grandi maestri hanno sfondato con cose spesso fuori di testa, coraggiose. Sentite oggi ci sembrano normali ma all’epoca Battiato, alcune cose di Bennato, per non parlare dei Pink Floyd o altri, erano lucide follie.

Da cantautore come giudichi questo momento storico per la musica?
Un’opportunità. Una volta cercavamo di scrivere la canzone d’amore perfetta, che facesse innamorare. Oggi qual è la moda? Non c’è una corrente principale per i cantautori. Allora forse è il momento di tirare fuori la creatività superando le barriere di quello che viene considerato commerciale. Per esempio "La sola al mondo", realizzata in gran parte solo con le voci, è sicuramente strana ma non ho avuto riscontri negativi.

Cosa pensi della nuova leva di cantautori che sta spopolando da almeno un anno a questa parte?
I nuovi cantautori sono interessanti, soprattutto a livello di testi. L’importante è che non trascurino la parte musicale e che nei loro dischi ogni tanto si senta una chitarra suonata veramente e non solo preset elettronici. E in qualche caso consiglierei anche di alzare il livello del canto.

Come è stata la reazione delle radio al tuo nuovo disco?
Non è il periodo migliore per far breccia nelle radio, visto che stanno arrivando i tormentoni estivi. Voglio portare in giro questo lavoro il più possibile ma c’è molto da fare. E soprattutto c’è da invertire un po’ la rotta. Spero che questo album porti bene non solo a me ma a tutto il cantautorato, sia quello classico che quello nuovo.

Avevi tentato di entrare nell'ultimo Festival di Sanremo proponendo proprio la canzone "Pelle d'oca e lividi"...
A distanza di tre mesi la gente può decidere se meritava o meno un posto a Sanremo visto che ormai conosciamo le canzoni che sono andate e che storia hanno avuto dopo. Ora si può fare un bilancio. Credo sarebbe stato un bel pezzo rock in un Sanremo dove di rock c’era ben poco.

Credi di riprovare con il prossimo Festival?
Se mi invita Baglioni... Io di canzoni ne scrivo in continuazione, è la mia esigenza quotidiana! Non parlerò mai male di Sanremo, non sputo nel piatto in cui ho mangiato. Non rinnego e lascio le porte aperte.