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"Sponz all'osso", in Irpinia il festival di Vinicio Capossela con Marc Ribot e Matt Elliott

Dal 25 al 29 agosto la nona edizione: cinque giorni di concerti, spettacoli, incontri con grandi ospiti nazionali e internazionali

Saranno le aree interne, le terre dell’osso, le protagoniste di "Sponz All'Osso - Per un manifesto delle aree interne", la nona edizione del Fest ideato e diretto da Vinicio Capossela, dal 25 al 29 agosto a Calitri e in Alta Irpinia. Dopo un’edizione 2020 dedicata all’acqua come elemento di purificazione e rigenerazione, realizzata lungo il corso dei fiumi Ofanto e Sele, lo Sponz 2021 propone una riflessione sulle cosiddette terre dell’osso. Dichiara il direttore artistico: "Sarà un’edizione inserita in un più ampio dibattito per ripensare le aree interne in una visione verticale della geografia, che non distingue tra nord e sud ma tra spina dorsale e aree urbanizzate". Tra gli ospiti oltre allo stesso Capossela, ci sono Marc Ribot, Iosonouncane, Matt Elliott, Daniel Blumberg, Dome La Muerte.

Questa nona edizione è concepita come un campo base, un laboratorio a cielo aperto in cui fare confluire le esperienze e il pensiero. Il campo è allestito sopra al paese di Calitri, in località Gagliano, di fronte alla pietra su cui poggia il paese di Cairano. Cinque giorni di concerti, spettacoli, incontri con grandi ospiti nazionali e internazionali. 

 

"Dal 2013 in Alta Irpinia, uno di quei luoghi interni che Manlio Rossi Doria definì terre dell’osso' in contraltare alla polpa delle coste e delle pianure urbanizzate, si è tenuta una esperienza che ha cercato di fare del vuoto una risorsa. La storia di Sponz Fest è quella di una comunità non geograficamente localizzata che ha cercato di farsi laboratorio di un’idea del mondo più vicina a quella che si vorrebbe. Non esattamente un festival, più invece una festa intesa come sovvertimento dell’ordine, interruzione del tempo dell’utile, il cui basso continuo fosse il paesaggio fisico e umano, e il cui motore fosse l’arte dell’incontro", racconta Capossela.

 

 

A inaugurare la prima serata della nona edizione mercoledì 25 agosto sarà uno degli artisti italiani più interessanti e originali in circolazione: Iosonouncane, che arriva a Calitri con il suo IRA tour. Prima di lui il live “Sine pulpa” dei Friestk, quaterna rurale di corde e pellami che già dal nome esprime un’appartenenza a quelle terre dell’osso che l’ha generata.

 

Giovedì 26 agosto il programma della notte è affidato a Jacopo Leone, eclettico artista che si definisce disillusionista e descrittore, che mette insieme un duo straordinario per dare suono alle ossa dei fantasmi in Efestiade night: Matt Elliott, multiforme musicista inglese, cantautore folk malinconico e a tratti oscuro, delicato ma intenso (ma anche la mente dietro al progetto cult Third Eye Foundation); e il musicista e visual artist londinese Daniel Blumberg, esploratore delle intersezioni tra cantautorato e improvvisazione e sempre alla ricerca di nuovi territori sonori; il concerto sarà aperto da Pietro Brunello con la performance musicale Bob Dylan all’osso: dal Bootleg "More Blood, More Tracks". 

 

 

La notte di venerdì 27 agosto è notte di frontiera e deserto. Dust and Bones è una serata che vede salire sul palco una leggenda vivente: Marc Ribot armato della sua inconfondibile chitarra. E poi Dome La Muerte E.X.P., nuovo progetto della leggenda del punk italiano Dome La Muerte con A Psychedelic Spaghetti Western Experience: uno show prevalentemente strumentale con sonorità acide e desertiche alternate a brani cantati, tributi a eroi e pistoleri che si sono battuti contro l'ingiustizia e l'arroganza e alla cultura e la spiritualità dei nativi americani.

 

Sabato 28 agosto è la volta del concerto di Vinicio Capossela che quest’anno è all’Osso! Una specie di dedica alle terre interne, ma anche a un modo di prendere la vita. Sul palco una banda d’eccezione: Alessandro Stefana, Vincenzo Vasi, Raffaele Tiseo, Giovannangelo De Gennaro e Andrea Lamacchia. A dividersi l’osso alcuni ospiti speciali: Paolo Simonazzi con le sue zampogne e gli strumenti antichi; Peppe Leone con un set di percussioni di pietra e di ossa; e Marc Ribot.

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