Cannes 76, il ritorno di Nanni Moretti sulla Croisette: "C'è bisogno di utopia"
Il regista ha presentato "Il sol dell'avvenire", in gara per la Palma d'oro

Dopo l'ottima accoglienza per "Rapito" di Marco Bellocchio a Cannes 76 l'Italia è ancora protagonista con "Il Sol dell'avvenire" di Nanni Moretti, in gara per la Palma d'oro.
Moretti è amato dal festival (è il suo ottavo film consecutivo a essere presentato qua), dagli spettatori francesi e in generale dalla stampa internazionale che lo ha messo sulla carta tra i favoriti. "Secondo me c'è bisogno di utopia, ma è sempre il percorso quello che conta, non bisogna mai considerare il cammino concluso", ha spiegato in conferenza stampa.
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Moretti sulla Croisette
"Il sol dell'avvenire" è una summa del Moretti pensiero, tanto amato quanto detestato, quasi a voler regalare al suo pubblico quello che si aspettano da lui in termine di battute, situazioni, tematiche. Intanto Nanni in un film pieno di malinconie (un tema ricorrente dopo aver visto "Les fuilles mortes" di Aki Kaurismaki adorato dalla critica), nostalgia senile nella sua storia agrodolce e commovente di un regista che non comprende più i metodi di lavoro dei suoi coetanei, viene lasciato dalla moglie e abbandonato dalla figlia. Un film in cui, ha ammesso Moretti, "mi metto a nudo".
Cannes per Nanni è abitudine ma non senza ricordi speciali come quando nel 1978 per "Ecce bombo", "venni con una giacca gialla a quadretti comprata in un negozio dell'usato. Allora c'era la proiezione sulla spiaggia e nessuna etichetta e io ero nella più totale inconsapevolezza". Il regista e attore sull'attualità politica ha detto solo che "la sinistra piano piano ricomincerà a fare la sinistra" e sull'alluvione in Emilia Romagna ha sottolineato: "Sono stato colpito dall'energia e dall'intelligenza della gente, dalla loro mancanza di vittimismo e dal loro buonumore". Sulla Montee des Marches della sera è stato con Margherita Buy, Mathieu Amalric, Barbora Bobulova.
Scarlett Johannson tra le star di Anderson
La star del giorno è stata Scarlett Johannson, tra i protagonisti del corale "Asteroid City" di Wes Anderson, in cui sono sullo stesso piano attori del calibro di Tom Hanks, Margot Robbie, Tilda Swinton, Edward Norton, Adrien Brody, Steve Carell e Jeff Goldblum. Il film, in sala con Universal dal 14 settembre, è un effetto collaterale della pandemia come ha ammesso il regista. "Durante il Covid stavamo scrivendo la sceneggiatura, non credo che ci sarebbe una quarantena nella storia se non la stessimo vivendo", ha detto riferendosi allo sviluppo della trama in cui a un certo punto nella città del deserto che dà il titolo al film, e in cui si riuniscono ogni anno giovani appassionati scienziati, si ipotizza una presenza aliena che costringe le autorità a bloccare entrate e uscite del posto e a mettere tutti in quarantena.
Scarlett Johannson, due volte candidata al premio Oscar e attrice record d'incassi, ha raccontato l'avventura di entrare nel mondo di Wes Anderson, un universo a se stante fatto di set curatissimi, storie surreali, divertenti, fredde, una sorta di quadri animati che ami o odi, commedie plastiche spesso drammaturgicamente ferme. "Lavoro nel cinema da tanti anni, interpretare un personaggio è un po' un prolungamento di me stessa, da tempo penso che per me il cinema è diventato un complesso mix tra vita reale e sogno, diciamo che è un'estensione del mio subconscio e dai miei sogni traggo spesso ispirazione e sostanza per i personaggi che interpreto", ha detto l'ex Black Widow che in "Asteroid City" interpreta una attrice famosa degli anni '50.
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