L'INTERVISTA A TGCOM24

Da Fantozzi a Charlie Chaplin, Fabio Berruti fa rivivere le icone del cinema con statue da collezione

"Sono opere irripetibili - racconta a Tgcom24 - perché una volta esaurita la tiratura limitata, persino gli stampi vengono distrutti, in modo che quelle opere rimangano per sempre uniche"

31 Mag 2019 - 14:18
 © ufficio-stampa

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C'è Charlie Chaplin con il "suo" monello, Steve McQueen con la celebre tuta di “Le 24 ore di Le Mans” e Fantozzi nella sua classica posa, in canottiera e pantaloni ascellari, come se stesse dicendo: "Come è umano lei!". Icone intramontabili e maschere dei nostri tempi conosciute sul grande schermo che oggi rivivono diventando delle statue da collezione. Dopo il successo, infatti, delle action figure di film e fumetti prodotte negli Stati Uniti o in Cina, anche l'Italia entra a pieno titolo in questa fetta di mercato che coinvolge collezionisti da tutto il mondo. E così le star di casa nostra diventano opere d’arte, esportate anche all'estero, dalla Francia al Nord America. Non c'è solo Paolo Villaggio nei panni del tragico e servile ragioniere: tra qualche mese verrà lanciata anche una statua di Bud Spencer tratto dal film "Altrimenti ci arrabbiamo". E sarà solo il primo di una lunga serie di attori italiani che diventano dei veri pezzi d'arte. L'intuizione è stata del savonese Fabio Berruti che nel 2007 ha trasformato la sua passione in un lavoro, lanciando la sua azienda specializzata nella realizzazione di statue di cinema, dipinte a mano e scolpite esclusivamente da artisti italiani. Sono statue irripetibili, ci spiegano, perché una volta esaurita la tiratura limitata, persino gli stampi vengono distrutti, in modo che quelle opere rimangano per sempre uniche.

Fabio Berruti fa rivivere icone del cinema con statue da collezione

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Fabio Berruti, perché ha deciso di produrre statue di cinema e di fumetti?
Dodici anni fa, quando "inventai" Infinite Statue questo settore era dominato da prodotti di origine statunitense, supereroi e blockbuster del momento, mentre qui nulla del genere. Il mio primo approccio fu verso il cinema italiano che ritenevo meritasse di essere omaggiato con dei 3D, ma trovai talmente tante difficoltà nel reperire le licenze che decisi allora di iniziare dal mondo del fumetto (anch'esso all'oscuro da questo tipo di sfruttamento).

Un mercato che in Italia non è molto conosciuto, tanto che le statue e le action dolls più belle vengono prodotte principalmente in Asia. È semplice farsi spazio tra i colossi stranieri e farsi conoscere dai collezionisti?
Per assurdo fu più facile all'inizio, quando producevamo soggetti solo (e molto) italiani. Ora che lavoro su personaggi internazionali tutto si amplia anche a livello mediatico. I grandi colossi di questo settore sono molto agguerriti e con produzioni spesso faraoniche, ma per potersi distinguere ci vuole originalità e soprattutto tanta, tanta qualità. È la grande cura dei dettagli, la maniacale lavorazione artistica e produttiva che fa si che i collezionisti (molto attenti e sensibili a questo aspetto) ti seguano e apprezzano.

Qual è il processo di realizzazione di una statua?
È un percorso lungo e complesso. Mediamente, dal momento che si inizia a lavorare ad un soggetto, servono tra i 6 e i 9 mesi, qualche volta anche un anno. Prima c'è un grande lavoro di ricerca ed approfondimento del personaggio e dell'attore studiandone particolarità fisiche, aspetti determinanti del viso ma anche la postura, lo sguardo. Serve creare un grande archivio di immagini focalizzato sul vestiario, gli accessori, i materiali, l'ambiente della scena o situazione che si è scelto. Spesso tutto questo con film di oltre 80 anni fa non è impresa facile! Se da parte di chi concede la licenza vi è collaborazione allora può diventare meno complesso. Per esempio per Steve McQueen suo figlio Chad ci ha aiutato molto con foto inedite e consigli diretti da chi lo conosceva molto bene. Altre volte è veramente difficile trovare fonti che possano aiutare veramente a "carpire" l'essenza di un personaggio.

C’è anche Fantozzi. Come nasce l’idea di proporre questo personaggio e soprattutto come nasce l’idea di proporlo in quella posa?
Il mio amore per i grandi del cinema comico è evidente se si da uno sguardo a cosa ho scelto negli ultimi anni con la linea "Old & Rare", e il cinema italiano possiede molte icone e personaggi intramontabili. Fantozzi ritengo si meriti il podio. Ogni volta che devo affrontare "mostro sacro" del cinema la prima reazione è una sorta di panico pensando che ognuno di noi ha in mente e nel cuore una certa visione del personaggio, così il lavoro di sintesi necessario per una statua è spesso complesso e stressante. Per Fantozzi tutto nasce da una delle sue tipiche frasi "com'è umano lei" che racchiude l'essenza del personaggio, le sue paure, la sudditanza e la comicità surreale che lo distingueva. Così è nata quella posizione che ne identifica a pieno la sua natura. Per realizzarla insieme allo scultore Daniele Angelozzi abbiamo lavorato moltissimo su centinaia di frame dei film e ricerche iconografiche oltre a fotografarci noi stessi nella stessa posa! (uno dei momenti più comici della lavorazione!).

Ultimamente state proponendo i mostri sacri del cinema americano, da Humphrey Bogart a Charlie Chaplin. C’è davvero interesse in Italia? O avete avuto delle sorprese soprattutto all’estero?
Grazie a queste scelte del tutto contro corrente, sono riuscito a creare un'alternativa unica nel suo genere a livello internazionale. I grandi player di questo settore sono fortemente concentrati sui blockbuster del momento o comunque su personaggi molto pop nel loro genere. Nessuno prima d'ora aveva pensato a tutti i grandi del cinema che hanno fatto la storia di quest'arte. È bene ricordare che dietro tutto questo vi è anche la complessa questione delle licenze necessarie per utilizzare l'immagine di artisti di questo calibro e soprattutto riuscire a spiegare la bontà a qualità dl progetto. Spesso dietro vi sono delle situazioni legali piuttosto complesse, per esempio dopo quasi due anni di lavoro sono riuscito ad ottenere la licenza per la famosa coppia americana "Abbott & Costello" (da noi Gianni e Pinotto) mettendo insieme i rappresentanti legali delle due famiglie in questione. Devo dire che questa linea di prodotti è venduta quasi all'ottanta per cento all'estero, soprattutto USA, Asia e Paesi Arabi ma anche UK e Germania. Un'altra grande sfida è stata quella sul mercato francese, realizzando un loro autentico mostro sacro come Louis De Funès, una statua che ci ha impegnato per oltre un anno ma che ora dopo il lancio sta riscuotendo un notevole successo.

Avete in mente di tornare anche su personaggi italiani?
Certo! E sono in piena azione, tra poco annunceremo finalmente la seconda licenza di un grande personaggio italiano: il mitico Bud Spencer (Carlo Pedersoli). Inizieremo con una collaborazione come è stata la Bianchina di Fantozzi, ovviamente sarà lui sulla famosa Dune Buggy! Idee poi ne ho moltissime, ma mi scontro con una grande reticenza (e qualche volta indifferenza) da parte degli eredi di questi grandi del cinema, così che tutto si blocca prima di nascere. È un vero dispiacere non poter realizzare personaggi come il Conte Mascetti di Ugo Tognazzi, Oronzo Canà di Lino Banfi, o Artemio di Renato Pozzetto... ma io non demordo e spero prima o poi di far apprezzare quello che stiamo facendo proprio per il cinema italiano, dato che lo ritengo un grande omaggio alla loro intramontabile arte.

Qual è la statua che sogna di realizzare e che non ha ancora fatto?
Ce ne sarebbero tante! Alcune devo dire non impossibili ma probabilmente inserite dentro una nicchia ristretta di appassionati e una certa vendibilità è ovviamente indispensabile. In cantiere metterei Orson Wells in "Citizen Kane", Clint Eastwood da un qualsiasi film di Sergio Leone, Totò, Jerry Lewis, Vittorio Gassman in "Brancaleone alle crociate", Alberto Sordi....

Quando dà l’incarico allo scultore, come vi confrontate? Come trovate la sintesi?
Devo dire che il rapporto art director-scultore è veramente degno di una telenovela, passando dal migliore intesa al peggiore scontro di idee,ma alla fine si arriva sempre ad un risultato fantastico che spesso mi lascia perfino stupito. La cosa più difficile quando si crea una scultura è riuscirsi ad immaginarsela prima, visualizzarla anche tramite disegni spesso non serve perché in 3D cambia tutto. Come dico sempre la magia è nei particolari, pochissimi millimetri in un occhio, la minima piega di un labbro possono cambiare tutto. Poi arriva il giorno che la "vedi". Allora vuol dire che ci siamo riusciti.

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