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Cristina D'Avena e Fratelli d'Italia, la cantante risponde alle critiche: "Non porto ideologie ma solo musica"

Dopo le polemiche social per la sua partecipazione alla festa del partito di Giorgia Meloni, la cantante ha detto la sua con un post su Facebook


Cristina D'Avena e Fratelli d'Italia, la cantante risponde alle critiche: "Non porto ideologie ma solo musica" - foto 1
Facebook

Cristina D'Avena risponde alle critiche social per la sua partecipazione alla festa di Roma di Fratelli d'Italia.

La cantante, dopo aver fatto passare alcune ore per affrontare la cosa a mente fredda ha fatto un post Facebook in cui ha espresso la sua posizione, spiegando perché la sua presenza alla manifestazione non sia in contrasto con il suo impegno per i diritti civili. "Da quarant’anni canto in tutti i posti dove sono ben voluta e accolta - scrive la D'Avena -. Le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza. Non porto ideologie, ma musica. Non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso".

 

 

Cristina D'Avena non si aspettava certo le critiche che le sono state mosse per un concerto che lei reputa al pari di tante altre esibizioni. E ha voluto spiegare la cosa. "Ho letto nel pomeriggio di ieri, sul web, commenti e considerazioni feroci sulla mia partecipazione alla festa di questa sera, in Piazza del Popolo a Roma - scrive -. Non credo serva spiegare come mi sia sentita; preferisco ricordare a chi mi ha giudicato, forse con un po’ troppa fretta, chi sono. Da quarant’anni canto in tutti i posti dove sono ben voluta e accolta. Nelle piazze dei paesi, nei palazzetti delle città, nei teatri, in televisione, nelle feste LGBTQ+ e anche alle Feste dell’Unità. Nei Pride e al Vaticano. E sempre e ovunque con tutto l’impegno e la gratitudine possibili. Perché le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza a chi è cresciuto con loro e a chi le canta assieme a me. Tutti, nessuno escluso. E questo non è qualunquismo, ma libertà".

 

"Stasera, come tutte le altre, non porto ideologie, ma musica - prosegue -. Non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso. Ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera. E se posso trasformare una polemica in qualcosa di più utile, vorrei fosse - questa - un’ottima occasione per dimostrare (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la musica unisce, include, conforta. Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l'amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano. Canto Pollon, i Puffi, Memole, Occhi di Gatto, Mila e Shiro…. Sono inni di leggerezza e di fantasia… e di nessuna altra natura o pretesa. Vi voglio bene".

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