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Continua la marcia di "Nomadland" verso gli Oscar tra premi e polemiche

Il film ha trionfato alla Mostra di Venezia e ai Golden Globe. Ma ora la regista di origini cinesi Chloé Zhao è passata da essere orgoglio di Pechino a "traditrice", per una vecchia intervista dove attacava la censura del suo Paese

Tgcom24

Dopo la vittoria ai Golden Globe, "Nomadland" marcia spedito verso gli Oscar. Anche perché il film della regista Chloe Zhao ha appena portato a casa anche quattro importanti premi dell'associazione dei critici nord-americani. Ma a rovinare i festeggiamenti dei Critics' Choice Award sono arrivati i feroci attacchi di "tradimento" da Pechino, oltre alla notizia che il tecnico del suono del film, Michael Wolf Snyder, si è tolto la vita qualche giorno fa a 35 anni, dopo una lunga lotta contro la depressione.

Il successo di Zhao, seconda donna a vincere i Globe come regista e la prima di origini asiatiche essendo nata a Pechino 38 anni fa, è stato inizialmente lodato come esempio di "orgoglio nazionale" con grande enfasi dai media ufficiali cinesi. Ma poi la cineasta, nata a Pechino ma che ha studiato in Gran Bretagna e negli Usa, è stata attaccata sui social media in mandarino per aver "insultato" il suo Paese di origine con commenti sulla censura che risalgono a qualche anno fa. Al centro delle critiche c'è un'intervista rilasciata dalla Zhao nel 2013 alla rivista Filmmaker, durante la quale la regista descrive la Cina come "un posto dove ci sono bugie ovunque".

 

La scorsa settimana sono apparsi sui social media pesanti commenti, alcuni dei quali l'hanno accusata di "diffamare la Cina" e di "tradimento" con la chiamata al boicottaggio del suo film. Le critiche sono state anche alimentate da una citazione errata apparsa in una recente intervista ai media australiani in merito ai temi sulle origini e sull'identità: Zhao aveva detto che gli Stati Uniti "non sono il mio Paese, in definitiva", mentre la frase era stata riportata in origine come "gli Usa sono ora il mio Paese". Uno svarione che ha funzionato come benzina sul fuoco. E tra appelli al boicottaggio, sono sparite da un giorno all'altro le pubblicità del film. Adesso è addirittura in dubbio l'uscita di "Nomadland" nelle sale cinesi, prevista inizialmente per il 23 aprile. Intanto la data è stata  cancellata, in attesa di ulteriori sviluppi.

 

Il film è incentrato su Fern (Frances McDormand) che, dopo il collasso economico di una città aziendale nel Nevada rurale, carica i bagagli sul proprio furgone e si mette in strada alla ricerca di una vita fuori dalla società convenzionale, come una nomade moderna. Dopo il successo alla Mostra di Venezia 2020, ha vinto molti premi nei festival internazionali (ai Critics' Choice Awards ha conquistando 4 premi: film, regia, sceneggiatura adattata e fotografia) e ha fatto la storia ai Golden Globe portando a casa il riconoscimento come Miglior film drammatico e Miglior regia. Ora è tra i super favoriti agli Oscar 2021.

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