"Non volevo fare cinema - ricordava l'attrice - fu un incidente, mi nominarono l'italiana più bella di Tunisi senza che fossi iscritta al concorso"
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"La meraviglia di questo mestiere è che puoi vivere cento vite, non solo una. L'importante è trasformarti e diventare l'altra, affidandoti completamente al regista. È lui che fa la differenza", raccontava Claudia Cardinale, la ragazza quasi muta de I soliti ignoti, l'Angelica bella da togliere il fiato de Il Gattopardo, La ragazza con la valigia, la peccatrice del Gesù di Nazareth, morta all'età di 87 anni.
Musa dei più grandi registi, ne custodiva aneddoti memorabili: "Visconti voleva provare tutto - ricordava - Con Delon e Mastroianni ci siamo così divertiti. Omar Sharif fu il primo con cui recitai. Bolognini aveva un tocco dolcissimo. Leone ci faceva ascoltare la musica di Morricone già sul set, meraviglioso". E poi Fellini, Germi, Zurlini, Comencini, Fellini, Zeffirelli, Squitieri. Ma forse la frase della sua carriera la scrisse Pasolini. "Mi fece notare il mio sguardo, mai diretto, sempre un po' di lato. Mi veniva per caso, ma non l'ho mai dimenticato".
"Non ho mai nascosto la mia età, non sono mai stata e mai sarò una diva. Sono una donna normale, come tutte le altre", aveva rivendicato incontrando la stampa al teatro San Carlo di Napoli, festeggiata in occasione per gli 80 anni. E da lì un tuffo nei ricordi: dagli inizi suo malgrado ("non volevo fare cinema, fu un incidente, mi nominarono italiana più bella di Tunisi senza che fossi iscritta al concorso"), alla prima volta a Venezia ("presi l'aereo con i miei e c'erano le locandine che dicevano ecco la ragazza che ha detto no al cinema").
E poi l'impatto traumatico col Centro Sperimentale: "Sbattei la porta e fui promossa per il mio temperamento". E il successo prorompente con I soliti ignoti e Otto 1/2, Il Gattopardo e Il bell'Antonio. Tanti i ricordi legati ai compagni di set. Da Alain Delon ("quando finivamo di girare c'era la coda di uomini e donne per andare a letto con lui") a Marcello Mastroianni, le cui intenzioni non prese mai sul serio: "Non ci sono mai cascata. E poi io ho amato un solo uomo, Pasquale Squitieri, l'uomo della mia vita".
Passando per David Niven ("Quando andai a Hollywood lui mi fece un gran complimento, disse che ero la più bella invenzione italiana dopo gli spaghetti") e Sergio Leone ("In C'era una volta il west ero l'unica donna del set e ancora oggi i tassisti quando mi vedono fanno il verso dell'armonica che suonava Charles Bronson") fino ad Alberto Sordi: "Con lui mi divertii molto in Australia a girare 'Bello onesto emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata', dove io - ricordò scoppiando in una fragorosa risata - non ero illibata ma una p.... Lui non voleva estranei in casa, solo io ero ammessa". Erano i tempi in cui CC era opposta alla bellezza francese di BB, Brigitte Bardot: "Eravamo la mora e la bionda, ma fummo molto complici sul set de 'Le Pistolere'".