6 DICEMBRE A MILANO

Chilly Gonzales, torna in Italia l'istrionico pianista in vestaglia e pantofole

Lo showman del piano sarà a Milano il 6 dicembre al Teatro Lirico

27 Ott 2022 - 18:01
 © Ufficio stampa

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Chilly Gonzales è una personalità inafferrabile del mondo della musica contemporanea, con una rocambolesca carriera che va da dai piccoli locali punk fino alle grandi sale da concerto. Intrattenitore e showman dall'indicusso carisma, tornerà per una data in Italia all'interno del suo ultimo tour, al Teatro Lirico di Milano il 6 dicembre.

Non è tipo da etichette Chilly Gonzales. Gli sono andate sempre strette da quando arrivò in Europa dal Canada negli anni Novanta: atterrò a Berlino buttandosi a pesce nel sottobosco musicale elaborando un personale mix di hip hop, pop, elettronica. Ha pubblicato quattro album per l’etichetta discografica tedesca Kitty-yo, "Gonzales Über Alles" (1999), "The Entertainist" (2000), "Presidential Suite" (2002) e "Z" (2003).

Oggi a 50 anni, non è cambiato nulla per lui. Il grande successo è arrivato per l'intimo tocco pianistico della sua più venduta trilogia di album di Solo Piano, elogiati dai critici e paragonato al lavoro di Eric Satie. Ma non solo, ha vinto un Grammy con i Daft Punk e per le collaborazioni, da quelli con Drake fino a Peaches, Feist, Jane Birkin, Charles Asznavour. Ha trovato anche il tempo per stabilire il Guinness di performance solista più lunga di sempre: 27 ore, 3 minuti e 44 secondi per un totale di circa 300 brani eseguiti.

Questa è la sua interpretazione personale della "musica totale" mentre riempie le grandi sale filarmoniche del mondo vestito con pantofole e vestaglia con la volontà di arrivare a tutti piuttosto che a pochi esperti, nel suo desiderio di essere pop, di coinvolgere lo spettatore e avvicinarlo alla passione che ha travolto la sua vita. E per assecondare il grande spirito didattico ha dato vita anche a un nuovo, ennesimo progetto: una vera scuola di musica intitolata Gonzervatory, che è un’esperienza immersiva di otto giorni in cui sette artisti provenienti da tutto il mondo partecipano a lezioni con lui e a masterclass con artisti come Peaches e Jarvis Cocker.

Tra gli ultimi progetti il pianista canadese ha inciso il suo album natalizio "Very Chilly Christmas", contenente una serie di rivisitazioni in minore di alcune delle canzoni tradizionali natalizie e ha pubblicato un libro dedicato alla cantante irlandese Enya ("un trattato sui piaceri di cui non vergognarsi").

"Ascoltavo pop anni Ottanta. Frankie goes to Hollywood, gli Smiths, i Pet Shop Boys poi ho avuto una fase dedicata al jazz complicato, cercavo i limiti della bravura in uno strumento, ci ho messo un po’ a capire che non ero interessato a quello che ora chiamo masturbazione musicale. Sono autorizzato a dirlo perché ero così anche io, è musica per musicisti, io voglio che il mio pubblico sia inclusivo. Il cambiamento c’è stato quando ho scoperto il rap. 'Ecco il jazz di oggi', mi dissi. Con il rap puoi essere intelligente e ridicolo allo stesso tempo, come volevo essere io. Ma contemporaneamente c’era la musica classica: ho sempre preso lezioni a singhiozzo" raccontava qualche anno fa, puntualizzando "Nella mia formazione pop ci sono anche Lionel Richie, Billy Joel, cose che ascoltava mia sorella più grande come i Bee Gees. Musica che alcuni definiscono cheesy, dozzinale. E 'guilty pleasure', il che vuol dire che ti provoca un sorriso sul volto".

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