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Raoul Casadei è morto, il re del liscio stroncato dal Covid

Era ricoverato a Cesena da inizio marzo. Aveva 83 anni. Ha portato al successo "Romagna Mia"

E' morto all'ospedale di Cesena Raoul Casadei, conosciuto dal grande pubblico come il re del liscio. Aveva 83 anni e, dopo aver contratto il Covid, era stato ricoverato all'ospedale Bufalini di Cesena il 2 marzo. Le sue condizioni si sono progressivamente aggravate. E' stato un protagonista del folklore italiano: "Romagna Mia" (scritto dallo zio Secondo) è un brano-manifesto da oltre 4 milioni di copie vendute.

Addio a Raoul Casadei, il re del liscio

 

Quasi tutti gli altri familiari della "dinastia" romagnola erano stati contagiati e ora si trovano in quarantena fiduciaria. In quell'occasione, la figlia Carolina aveva espresso ottimismo: "Forte com’è con una tempra da leone, è entrato in ambulanza da solo, con le sue gambe, senza barella, in quanto non accusava affanno". Dopo una decina di giorni di lotta contro il virus e l'aggravarsi delle condizioni, Raoul invece si è spento.

 

 

Casadei ha fatto innamorare e ballare intere generazioni di italiani, trasformando il folklore romagnolo in un genere riconosciuto. Da vero artista, Raoul si è lasciato influenzare da altre sonorità provenienti dalla Francia e dalla Spagna. Su quella sorta di 'inno nazionale' "Romagna Mia" (scritto dallo zio Secondo), un brano-manifesto da oltre 4 milioni di copie vendute, ha costruito una carriera leggendaria. 

 

 

Raoul antesignano degli anchormen - Il pubblico si è lasciato conquistare dalle canzoni, che hanno preso il posto della musica "solo suonata" dello zio, e da questo artista che sul palco ha sempre amato parlare, intrattenere il pubblico, interagire, raccontando i valori romagnoli della famiglia, dell'amore e dell'amicizia. "Sono stato l'antesignano degli anchormen di oggi. A differenza degli altri che salivano sul palco, cantavano e se ne andavano, io intrattenevo con racconti e aneddoti, con il linguaggio semplice e immediato che avevo imparato ad usare con i bambini a scuola. E poi facevo ballare. Soprattutto quelli che non sapevano farlo, oggi lo chiamerei social-ballo. In tanti si sono innamorati con la nostra musica. E in quegli anni sono nati tanti Raoul!".

 

Tra successi e contestazioni - "Soprattutto in Romagna tra gli anni Settanta e gli Ottanta sono stato contestato. La mia 'musica solare' non è stata accettata.", ha raccontato Casadei con un pizzico di amarezza. "Con il successo era arrivata anche un'inflazione del liscio, nascevano locali e orchestre ovunque - e in questo posso dire di avere creato posti di lavoro -, e io non potevo restare fermo".

 

In una vita piena, appagante, avventurosa , ha avuto come unico cruccio il  non essere stato pienamente apprezzato proprio dalla sua terra. "Mi hanno chiamato a festeggiare ovunque, solo a Cesenatico e Gatteo Mare, dove vivo, non hanno organizzato niente. La nostra musica è sempre stata considerata figlia di un dio minore. E alla fine sono più amato in Lombardia o in Piemonte che in Romagna".

 

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