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Beppe Carletti: "Siamo tornati quelli di un tempo, perché siamo Nomadi dentro"

Esce il nuovo album del gruppo emiliano. Una nuova voce e firme storiche come Francesco Guccini e Alberto Salerno. Tgcom24 ne ha parlato con Beppe Carletti

Beppe Carletti:
andrea-colzani

Un disco che è una dichiarazione di intenti a partire dal titolo.

E' "Nomadi dentro", il disco in uscita venerdì 27 ottobre e che segna il ritorno della band emiliana. Un lavoro che unisce il passato, il presente e il futuro del gruppo. "Ci sono autori storici, ci siamo noi e c'è un nuovo cantante - spiega Beppe Carletti a Tgcom24 -. E' un bel trait d'union. La gente ai concerti ci ha detto: sono tornati i Nomadi".

Beppe Carletti è un fiume in piena. L'entusiamo è incontenibile e a sentirlo parlare, tra il felice e l'emozionato, si stenterebbe a credere che sia alla guida di questo gruppo da oltre 50 anni. Ma proprio questo è il segreto dei Nomadi: la verità della loro passione, che passa senza filtri da loro al pubblico, che li segue sempre fedelmente. "Quando facciamo un disco è perché ci credo, non certo per obblighi contrattuali, essendo indipendenti - spiega -. E' questo è un lavoro particolare per più motivi. Casualmente cade anche a 25 anni dalla morte di Augusto, che è scomparso il 7 ottobre del 1992 mentre l'album esce il 27". 

Un disco nato sull'onda dell'entusiamo dei concerti dell'estate scorsa.
Sembra ovvio dire che siamo soddisfatti ma ci siamo ritrovati come Nomadi veramente, con lo spirito giusto. L'avvento di Yuri Cilloni, il nuovo cantante, ha portato nuova linfa. L'arrivo di una persona nuova porta sempre stimoli. E lo abbiamo verificato già in quei concerti. E io sono 50 anni che salgo sul palco, non mi entusiasmo per nulla...

Beppe Carletti:
ufficio-stampa

Il disco contiente brani con il vostro marchio di fabbrica, anche perché sono presenti autori legati alla vostra storia. Partiamo da Francesco Guccini...
Lui ha scritto "Nomadi", una vera e propria dedica che ci ha fatto. Qualche anno fa gli ho chiesto un pezzo e lui ci ha dato questa canzone che abbiamo tenuto da parte per un po'. Questo era il momento giusto di usarla. La frase più significativa è quando dice che viviamo il presente con un occhio al futuro: è proprio così che siamo! E poi le sue canzoni, anche le più semplici, non sono mai banali. Per noi è stato un regalo.

C'è poi Alberto Salerno, autore di "Io vagabondo". Come è nata "Terra di nessuno"? 
Quello è un altro testo che avevamo da qualche anno, tanto che lui si era un po' indispettito perché non lo avevamo usato. Ma dovevamo trovare la musica adatta, costruire una melodia su un testo già esistente non è sempre facile. Anche lui è riuscito a entrare nella nostra essenza. Non sarà "Io vagabondo" ma sono passati 45 anni, sono cambiate tante cose, il modo di scrivere, la gente...

Credi che oggi una canzone, per quanto buona, possa avere ancora un impatto sulla gente tale da farla diventare un classico che duri 50 anni?
Sarà il tempo a decidere. Oggi si consuma tutto così facilmente, siamo nell'era dell'usa e getta e anche brani molto belli vengono purtroppo affrontati con superficialità. 

Però il vostro pubblico è diverso, vive tutto quello che vi riguarda come una cosa di famiglia.
Quando vedi arrivare un ragazzino, magari con il nonno, che poi va via soddisfatto, è bellissimo. Abbiamo un pubblico davvero speciale, credo che i nostri fan abbiano ancora il gusto di apprezzare le canzoni e farle crescere con il tempo. E' un rapporto fondato sul rispetto e sullo scambio reciproco. Noi riceviamo tanto e ci sentiamo di dare tutto indietro. Ma non è uno sforzo, è nel nostro dna. D'altronde è grazie alla gente che ci segue che siamo ancora qui dopo 50 anni, altrimenti ci canteremmo addosso.

Yuri è intervenuto anche nella scrittura delle canzoni?
Per il momento poco perché, giustamente, il ragazzone deve crescere. Ma il suo segno c'è ed è forte. Ha portato freschezza e nei concerti è stato accolto a braccia aperta. La gente si è lasciata andare a frasi del tipo "sono tornati i Nomadi". Sai, è emiliano come noi e pronuncia le parole come le pronunciava Augusto. I Nomadi non se ne sono mai andati ma forse ora siamo un po' più vicini al nostro cuore.

Autori storici, tu che sei l'anima del gruppo sempre presente e Yuri la voce nuova: "Nomadi dentro" mette insieme il passato, il presente e il futuro del gruppo?
Si, è un trait d'union molto bello. Che penso e spero porti bene. Se questo cd ci darà le soddisfazioni, a livello di reazione del pubblico, pari a quelli dei concerti di questa estate, saremo davvero contenti.