© Francesca Sara Cauli
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Ecco com'è andata la tre giorni all’Hana-Bi di Marina di Ravenna
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Non inseguire l'hype ma reinventarlo. La mission del Beaches Brew è il carattere che lo rende unico e vincente. E uno dei festival più interessanti a livello italiano, per la ricerca e la proposta musicale, unita all'iconica location (la spiaggia dell’Hana-Bi, stabilimento balneare di Marina di Ravenna). La dodicesima edizione, curata da Bronson Produzioni, con la direzione artistica del co-fondatore del festival Chris Angiolini e della collaboratrice di lunga data Jessica Clark (Everything Nice), ha proposto 28 artisti provenienti da 17 Paesi del mondo, per 3 giorni all’insegna della scoperta sonora a cui hanno preso parte più di 10mila persone da tutta Europa.
Come ha spiegato Chris Angiolini: "Quest’anno vogliamo dire innanzitutto grazie a tutta la comunità di Beaches Brew: una comunità multiforme, aperta e traversale, composta dal pubblico (oltre il 30% proveniente dall’estero), dagli artisti e dal team, che con la loro partecipazione contribuiscono alla riuscita di un progetto unico nel suo genere. Un festival che non si fonda sull’hype, ma sulla fiducia tra artisti e pubblico, tra organizzatori e musica, e tra sconosciuti che sono venuti alla ricerca di qualcosa di autentico".
Nella tre giorni si sono distinti il postpunk olandese dei Tramhaus, l’urlo metal di Lord Spikeheart, il post rock angolare dei Moin, il mix di surf, garage e musica tradizionale dei tailandesi Khana Bierbood. "Senza dimenticare la Beaches Brew Parade, progetto inedito ideato dal team del festival e curato da Bruno Dorella, che ha coinvolto centinaia di persona in una indimenticabile carovana lungo il Percorso del Parco Marittimo, attraversando lo spazio tra la pineta e le dune di sabbia naturali nel quale si collocano gli stabilimenti balneari e raccogliendo nuovi partecipanti a ogni tappa, fino a esplodere nella piazza dell'Hana-Bi".