spettacolo

Monicelli, messaggi di cordoglio

30 Nov 2010 - 00:04

Molti volti dello spettacolo e dalla vita pubblica hanno ricordato il regista Mario Monicelli ed espresso dolore per la sua scomparsa. "La sua arguzia, la sua ironia erano uniche", dice Ezio Greggio. Michele Placido afferma: ''Il suicidio non me l'aspettavo, ma bisogna rispettare questa sua decisione". E ancora Berlusconi: "Esprimo il dolore mio e del Governo italiano per la tragica scomparsa".

Leonardo Pieraccioni
"Lo chiamai per fare la voce fuori campo di Gino, il nonno del Ciclone, e lui mi chiese di vedere il film appena montato per capire cosa avrebbe dovuto fare. Lo vedemmo insieme in una saletta privata, a me sembrava un po' troppo confidenziale mettermi proprio accanto a lui e cosi' mi sedetti in una fila dietro, anche perche' volevo vedere se ogni tanto rideva e poi il vero spettacolo per me era guardare Monicelli che guardava il mio film! Finita la proiezione mi fece dei complimenti sinceri che fatti da lui per me valsero come sei David di Donatello".

Ferzan Ozpetek
"Con Mario Monicelli scompare un maestro di cinema e di vita. La sua morte per me, è stata un enorme dolore. Per un anno durante le riprese di 'Cuore sacro', ho abitato vicino al Colosseo. Ci incontravamo molto spesso a cena. Facevamo lunghe chiacchierate: aveva una dote particolare, quella di non dire mai cose banali. Soprattutto per me, regista piu' giovane di lui, le cose che Monicelli diceva erano molto importanti. Ricordo quelle serate con molta gioia e malinconia".

Maurizio Costanzo
"Ora Monicelli e gli altri, da Renato Salvatori a Tiberio Murgia, potranno rifare i Soliti ignoti. Avrà raggiunto Steno. Mi raccomando, divertitevi. Abbiamo perso davvero un grandissimo regista. Forse ormai era stanco di vivere, e soprattutto era un po' solo. Forse ha giocato anche questo"

Pupi Avati
"Monicelli l'avevo incontrato l'ultima volta sette mesi fa, davanti ad una farmacia, e gli avevo chiesto: 'Mario ma quanti film hai fatto?'. E alla sua risposta, ben 62 film, avevo sentenziato: non ti batterò mai. Nel 1988 ci trovammo insieme in due stanze contigue dello stesso Ospedale, il Gemelli. Lui aveva avuto un brutto incidente stradale e aveva riportato 27 fratture, e io un infarto. Mi ricordo che la sera andavo nella sua stanza ed entravamo in grande confidenza, perché entrambi avevamo paura, non sapevamo se saremmo potuti tornare a lavorare. Quando ci penso mi commuovo ancora. Poi, invece, il lavoro del cinema terapeuticamente ci ha riportati alla vita"

Massimo Ranieri
"Ho amato molto il cinema meraviglioso di Mario Monicelli, invidiatoci da tutto il mondo: era un immenso regista e uomo di cinema. Era difficile lavorare con Monicelli".

Franca Valeri
"Un suicidio come il suo richiede un grande coraggio e forse anche una buona dose di cinismo, che Mario aveva. Ha rifiutato la decadenza. Di questi tempi in questo Paese per un uomo molto vecchio, anche se forte e rappresentativo come lui, lavorare non è facile. In altri Paesi ad artisti amati dal pubblico come Monicelli si offrono le glorie. Qui uno come lui per fare un film avrebbe dovuto faticare, non tanto per girarlo, quanto invece per ottenere di farlo".

(Nella pagina seguente i messaggi di altri colleghi, vip e amici del regista e dei politici da Napolitano a Berlusconi)

Giovanni Veronesi
''Non so che cosa si dira' domani di quello che e' successo, ma una cosa va detta: non ho mai sentito nessuno che si suicida a novantacinque anni. Era davvero speciale''. ''Sono davvero scombussolato, l'avevo sentito poco tempo fa e pur sapendo che era all'ospedale, non lo sono mai andato a trovare. Peccato''.

Fabio Fazio
Nel gioco a due tra Fabio Fazio e Roberto Saviano 'resto perche'/vado via perche'', che chiude l'ultima puntata di Vieni via con me, c'e' spazio ancora per un ricordo di Mario Monicelli. ''Resto perche' voglio rivedere tanti film di Monicelli'', dice Fazio, che elenca tutti i titoli piu' celebri, da I soliti ignoti alla Grande guerra, dall'Armata Brancaleone a Speriamo che sia femmina, dal Marchese del grillo a Parenti serpenti.

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
"L'opera di Mario Monicelli si è caratterizzata per la straordinaria finezza, acutezza e capacità di penetrazione nel rappresentare comportamenti umani e costumi del nostro tempo e del nostro paese. Egli è stato tra le personalità più originali, operose e creative del cinema del Novecento e sarà ricordato da milioni di italiani per come ha saputo farli sorridere, commuovere e riflettere"

Silvio Berlusconi
"Esprimo il dolore mio e del Governo italiano per la tragica scomparsa di Mario Monicelli maestro della cinematografia italiana. Con partecipazione". Questo il testo del telegramma che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha inviato alla famiglia Monicelli.

Nicola Zingaretti
"Provo un grande dolore. Non conosco i motivi che lo hanno portato a compiere questo gesto, ma con Mario Monicelli perdiamo non solo uno dei più grandi registi, ma anche un grande italiano che con la sua arte ha portato lustro al nostro Paese. Voglio esprimere ai familiari le più sentite condoglianze in questo momento di dolore. Addio Maestro".

Il Presidente della Camera Gianfranco Fini
"Il suo eccezionale talento gli ha permesso di realizzare grandi pellicole della storia cinematografica entrate nell'immaginario di tante famiglie italiane e che lo hanno reso celebre. Sono certo che l'arte, la dignita' e lo stile di questo grande maestro contribuiranno ad ispirare i giovani professionisti dello spettacolo e saranno sempre ricordati dagli spettatori che continueranno ad ammirarne soprattutto il genio inventivo e l'ironia. A voi giungano i sinceri sentimenti di cordoglio, miei personali, e della Camera dei deputati"

Il Presidente del Senato Renato Schifani
"E' con profondo dolore che ho appreso la notizia della tragica scomparsa di Mario Monicelli. Il mondo del cinema e l'intero Paese hanno perso uno dei piu' grandi protagonisti della vita artistica e culturale degli ultimi decenni. La sua lunga carriera di regista e sceneggiatore annovera alcuni tra i grandi capolavori di sempre del cinema italiano e internazionale: a partire dagli anni Trenta Monicelli ha fatto la storia del cinema girando commedie indimenticabili consacrando, con la sua magistrale regia, la fama dei nostri piu' grandi attori".

Renata Polverini
''La tragica morte di Mario Monicelli ci lascia sgomenti e ci addolora profondamente". "Monicelli lascia un grande vuoto - aggiunge - perdiamo uno straordinario regista, autore di indimenticabili film della commedia all'italiana. Il suo suicidio ci lascia tutti attoniti, alla sua famiglia va il profondo cordoglio mio e della Regione Lazio".

Walter Veltroni
''E' una notizia terribile: Monicelli se ne va e ci lascia in modo cosi' doloroso. Era un uomo straordinario, coi suoi 95 anni portati con aspra ironia, con la voglia di dire ancora qualcosa, con la rabbia e l'autorevolezza di chi, senza volerlo perche' questo era fuori dal suo carattere schivo e scontroso, era considerato da tutti il gran vecchio del cinema italiano''.

(Nella pagina seguente i messaggi di altri colleghi, vip e amici del regista)

Stefania Sandrelli
"Di Mario potrei dire mille cose, anche solo perché era di Viareggio come me, ci mancherà tanto. Oggi come nella commedia all'italiana, grande genere del cinema di Monicelli, per me prevale il dramma, anche se, conoscendo Mario, questo per lui è stato un estremo gesto di libertà, di anticonformismo, di curiosità. Nelle sue certezze ferree c'era il dubbio, nel suo sorriso sempre più compassione. Mario è stato un po' come Capannelle della banda dei Soliti Ignoti, ha fatto il buco per stupirsi nel trovare al di là tutti i suoi amici".

Ezio Greggio
"Mario ci mancherà troppo. Lo abbiamo provato varie volte: la gente, il pubblico lo adorava. Io lo veneravo come tante persone che fanno il nostro mestiere. La sua arguzia, la sua ironia erano uniche. Non riuscivo a vederlo come una persona normale: quando parlava vedevo i suoi attori sempre attorno a lui. Deve aver capito che non ce la faceva più a girare film, la cosa più importante della sua vita e ha deciso di uscire di scena con il coraggio che viene a chi è disperato e la dignità di chi sa che non può più sognare e far sognare. Ciao Mario, salutaci Totò, Sordi e Manfredi".

Michele Placido
''Il suicidio non me l'aspettavo, ma bisogna rispettare questa sua decisione, Mario era uno che aveva insegnato a tutti il rispetto delle regole e della tolleranza e cosi' se qualcuno gli avesse chiesto perche' il suicidio avrebbe risposto: saranno pure i fatti miei''. ''Me la ricordo bene quell'esperienza con Monicelli. Era una persona di grande energia sul set e nessuno riusciva a stargli dietro''. ''Cinque giorni fa lo avevo chiamato e mi aveva invitato a fare uno spettacolo per i terremotati de L'Aquila, perche' lui era cosi', anche molto generoso''

Carlo Vanzina
"E' uscito di scena da uomo di cinema, cioe' con un colpo di scena. Gli ho fatto da aiuto regista in 7 film quindi per me e' un pezzo di vita e di insegnamento che va via. Quello che so l'ho imparato da lui. Era un uomo che non avrebbe amato sentire frasi sentimentali perche' aveva questo modo ruvido e anche scanzonato e disincantato di affrontare la vita, tutto mi sarei aspettato da lui tranne che il suicidio anche se poi in realta' non potevo pensare a Monicelli come una persona che si sarebbe lentamente spenta, magari a causa di una malattia che l'avrebbe privato di lanciare quegli aforismi, quelle battute fulminanti che sapeva dire solamente lui"

Mimmo Calopresti
"L'ho sentito meno di una settimana fa. Gli ho chiesto: 'Come Stai Mario?' e lui mi ha risposto: 'Come cazzo vuoi che sto, ho 95 anni, sono molto vecchio. Sto male perche' sono vecchio. La sua scelta di andare via cosi' va assolutamente rispettata, perche' probabilmente e' quello che voleva. Non siamo sorpresi, perche' questa idea che era troppo vecchio, che non voleva essere aiutato da nessuno, che voleva essere indipendente, se l'e' portata sempre nella sua vita. L'indipendenza era il centro della sua vita''.

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