spettacolo

Tricky, camaleonte del trip hop

16 Nov 2010 - 15:40

Il trip hop è morto? Sì, potrebbe essere vero. Però Tricky non si discute, e quando è lui in persona sul palco a far ciò che "non è più trip hop" lo si giustifica sempre e comunque. Perché vederlo è sempre un bello spettacolo. Così è stato infatti a Milano, Firenze e Bologna, durante le tappe italiane del suo nuovo tour. Adrian Thaws, come risulta all'anagrafe il cantante e producer inglese, ha presentato, con il suo mood da ragazzaccio di strada, "Mixed Race", una nuova raccolta di brani inediti arrangiati in chiave più "pop". Tocco che, però, ha fatto storcere il naso a buona parte della critica.

Adrian è proprio indomabile. Come leggenda narra, infatti, per affrontare i live non bada a regole di comportamento. Leggenda che è divenuta realtà anche nel concerto ai Magazzini generali di MIlano. Torso nudo, spalle quasi sempre rivolte al pubblico, birra e sigaretta a portata di mano, il tutto su un palco quasi totalmente buio. A schiarire la scena poche luci soffuse, cangianti dal blu al rosso, capaci di illuminare esclusivamente la sua silhouette e quella di Franky Riley, la meravigliosa voce femminile che lo accompagna da un po' di anni. A destra e a sinistra, si intravedono a mala pena, chitarrista e bassista (donne), e dietro batterista e tastierista. L'effetto scenico, un po' da discesa negli inferi, è quello di creare, più o meno consapevolmente, uno stato empatico tra il pioniere del trip hop e il suo pubblico.

Nelle atmosfere intime, la protagonista in assoluto della serata diventa, così, la voce dell'anima del cantante, voce umile e cruda che strappa il cuore. Una voce che narra storie travagliate di vita vissuta e di salvezza. Tricky non ha avuto un'infanzia facile, le uniche figure di riferimento sin da piccolo sono state la nonna e la strada. E purtroppo, si sa, la strada il più spesso delle volte risucchia e diventa cattiva maestra. L'unica via di fuga da quella vitaccia è stata, appunto, la musica. Tricky lo sa bene e con umiltà lo racconta con quel suo canto-parlato raschiato da fumo e alcol. E lo fa, da sempre, in maniera emotivamente magistrale. Il ritmo - e durante il concerto lo si percepisce - è quello della vita che a volte, e all'improvviso, ti porta via tutto e altre restituisce: il ritmo dell'attesa, appunto, che di punto in bianco diventa tempesta sonora e passionale. L'impasto sonoro invece è caratterizzato da un distillato di rock e hip hop.

E a metà concerto, ormai è regola, Tricky chiama tutti sul palco a ballare con lui. Ma quando accade non lo fa con vezzi da star, anzi. E' il suo modo di ringraziare un pubblico che dopo tanti anni lo segue ancora con lo stesso entusiasmo di sempre. Il viaggio si conclude con un abbraccio corale del protagonista della serata. Adrian scende dal palco e inizia a salutare tutti uno a uno. E con questa scusa, quatto quatto, si dirige dove occhi indiscreti lo avevano visto prima che iniziasse il concerto. "A beer, please..."


Luisa Indelicato

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