Avere sessant'anni e non sentirli. Carlo Verdone (il 17 novembre) raggiunge "questo traguardo importante" senza ansie e drammi. E anzi, con la solita ironia, ci scherza sù. Ma se un primo sogno (quello di recitare con Robert De Niro) l'ha già realizzato, come regalo di compleanno gli piacerebbe poter lavorare con Meryl Streep: "Per lei sono disposto a tutto, anche a prendere lezioni di inglese full immersion".
"La scena con Robert De Niro per 'Manuale d'amore 3', seppure una gag di una quarantina di secondi, è la realizzazione di un sogno - racconta il regista e attore romano -. Ora se dovessi dire a 60 anni con qualche altro grandissimo attore mi piacerebbe un giorno poter recitare dico Meryl Streep". Per lei sarebbe disposto a prendere lezioni di inglese "per un anno intero" e scrivere un intero film intorno a lei, "insomma farei praticamente qualunque cosa".
Verdone è ancora impegnato sul set di "Manuale d'amore 3" per le ultime settimane di lavorazione ma ha anche quasi ultimato la sceneggiatura del suo prossimo film (titolo provvisorio "Tre mariti"), che è il suo 23esimo film da regista e che inizierà a girare ad aprile. Dell'esperienza con De Niro, Verdone è davvero entusiasta: "E' stato bellissimo conoscerlo anche perché ho scoperto che aveva visto i miei film e la cosa mi ha fatto camminare a tre metri da terra. Per ora abbiamo recitato un breve scena insieme ma il contatto è avvenuto. E dunque: mai dire mai".
Ma come si prepara ad accogliere i suoi primi sessant'anni? "Molti amici mi hanno messo in guardia per questo compleanno, mi hanno fatto un ritratto ansiogeno della ricorrenza. Francamente, ora che sto raggiungendo il traguardo, non mi sembra così apocalittico", scrive l'attore in un articolo-confessione a sua firma pubblicato dal settimanale "Panorama".
"Sono diventato più saggio nei giudizi, mi metto spesso in discussione - continua - sono più insofferente delle ingiustizie sociali. Io ho vissuto da ipersensibile, le mie emozioni con trasporto enorme". Ma se non avesse fatto l'attore? "La rockstar mai. Forse avrei lavorato per qualche giornale oppure avrei insegnato in un Istituto di storia delle religioni. Una mia passione".